La Rai punta a internet e lo fa mettendo in cantiere delle mini fiction da 10-15 minuti da distribuire online.
Lo ha annunciato il consigliere Franco Siddi, sottolineando che in tv l’interattività sarà lo spartiacque tra successo e fallimento.
Il futuro della Rai, che è impegnata nel piano di trasformazione in una digital media company, sarà sempre di più quello di investire su contenuti multipiattaforma che seguano i nuovi trend del mercato audiovisivo.
I telespettatori oggi chiedono una tv rinnovata, anytime, anywhere e any device.
Se la Rai vuole raccogliere la sfida e allinearsi al modello imposto oggi dai newcomers come Netflix o Amazon, leader dei servizi di video streaming, dovrà ripensare al proprio modello di distribuzione.
Puntare, quindi, su contenuti che possano essere fruibili velocemente anche su internet e soprattutto da ogni dispositivo mobile.
Entro fine giugno gli italiani potranno liberamente partecipare alla consultazione indetta dal Governo, in vista del rinnovo della Concessione, e dire cosa si aspettano oggi dal servizio pubblico.
Nei gironi scorsi il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto ha presentato il Piano industriale Rai 2016-2018, approvato all’unanimità dal Cda.
Un progetto strategico che avvia un profondo rinnovamento editoriale per consentire all’azienda di sviluppare una vocazione sempre più universale e mantenere la leadership di ascolti nel nuovo contesto digitale multipiattaforma.
Se la Rai intende diventare una digital media company dovrà rivedere il proprio modello ideativo e distributivo; sviluppare un’offerta digitale distintiva e personalizzabile attraverso investimenti tecnologici, lanciare nuovi modelli produttivi e professionali adeguati al proprio ruolo di servizio pubblico leader degli ascolti televisivi.
Internet è una sfida da non perdere.
Ecco quindi il progetto di lanciare queste miniserie per il web.
“La Rai –ha detto Siddi in un recente evento sul futuro digitale – sta programmando nel campo delle fiction delle web serie da 10-15 minuti da mettere sulla rete perché la sfida della tv del futuro non è solo modificare le sue proposte in termini di immagine, ma anche di contenuti che si devono adattare alla diverse piattaforme”.
“Il servizio pubblico radiotelevisivo – ha detto ancora Siddi ad Adnkronos – ha un compito decisivo e, per natura e funzione, deve accorciare le distanze tra chi è avanti e chi è indietro o non c’è proprio, nel futuro digitale che è già il nostro presente. Le differenze di progettualità, di contenuto, di qualità faranno le differenze, occorre prendere atto che la rivoluzione in corso non è solo tecnica e non ha conseguenze solo ‘materiali’”.
“L’interattività – ha concluso Siddi – segnerà sempre più lo spartiacque su cui misurare un successo o definire un fallimento e la tv deve trovare modalità per ricreare comunità e promuovere cittadinanza”.