Resta ancora misteriosamente senza firma il Contratto di Servizio Rai 2013-2015. Il documento, così come uscito dalla Vigilanza, è pronto per essere sottoscritto da tempo ormai, ma le parti – Stato e azienda – non sono ancora riuscite a sedersi intorno a un tavolo.
Dal Ministero delle sviluppo economico, a quanto apprende Key4biz, si attende la Rai che ha già ricevuto il testo.
E mentre monta la polemica, il Contratto resta nei cassetti da ben otto mesi.
Cosa succede? Perché i vertici di Viale Mazzini tardano?
Come mai il direttore generale Luigi Gubitosi e il presidente Anna Maria Tarantola che avrebbero dovuto già il mese scorso presentare le loro osservazioni non procedono con la firma?
La Rai risulta assente anche su altri fronti. Recentemente il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, è intervenuto per bacchettare l’azienda per la mancata consegna dei report 2013 e 2014 previsti dal Contratto di servizio in merito alla parità di genere.
Sul Contratto di servizio la Tarantola è stata chiara. In una dichiarazione, riportata dal Velino, ammette che “Il testo contrattuale andrà riesaminato anche alla luce dei noti provvedimenti assunti dal Governo”.
Il presidente sembra voglia far riferimento all’ormai noto taglio dei 150 milioni di euro chiesto alla Rai nell’ambito della spending review che ha spinto l’azienda alla quotazione in Borsa di una parte di RaiWay.
A parte questo sembra però che i tentennamenti dei vertici Rai siano anche dovuti alle nuove disposizioni del Contratto che, dopo il passaggio in Vigilanza, è risultato più oneroso per la Tv pubblica chiedendo maggiore impegno. Si prevede, per esempio, di non mandare più spot pubblicitari sui canali per bambini (circa 6 milioni di euro l’anno) o, ancora, si chiedono nuove sottotitolazioni per i programmi rivolti ai non vedenti.
Provvedimenti che metterebbero la Rai nella condizione di dover stringere ancora la cinghia.
Sono questi i motivi per cui la Rai tarda a firmare?
Il 2015 sarà un anno decisivo per la tv pubblica. Sul tavolo del Governo Renzi c’è la riforma e, secondo quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio, ad aprile dovrebbe essere pronta la nuova legge.
Tanti i nodi ancora da sciogliere.
Il canone andrà riguardato visto che non è passato l’emendamento alla Legge di Stabilità che prevedeva di abbassarne l’importo (calcolato in base alla capacità di spesa dei contribuenti, ndr) in funzione antievasione (60-65 euro), e che si sarebbe voluto legare alla bolletta elettrica, non senza qualche polemica.
Bisognerà lavorare anche al rinnovo del sistema di governance e alla Concessione del servizio pubblico che scadrà a maggio 2016.
Argomenti centrali e, per molti versi, spinosi che richiederanno un’ampia e approfondita discussione parlamentare per poter arrivare pronti, in primavera, alla riforma.
Ma prima di ogni cosa serve firmare questo Contratto di servizio. A quando la firma?