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Rai, accordo con Telecom Italia per entrare nell’era dello streaming

La Rai continua a stare sotto i riflettori. Mentre in Parlamento proseguono i lavori per l’introduzione del canone in bolletta e per la riforma della governance, la tv pubblica guidata dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto ha avviato un piano di rilancio.

Obiettivo? Dare una nuova veste a questa tv pubblica, raccogliere la grande sfida che viene dal web puntando sui servizi in streaming e potenziare l’offerta.

Ecco, quindi, che si cominciano a fare insistenti le voci su un accordo con Telecom Italia sui contenuti online.

Netflix ha cambiato gli equilibri del mercato audiovisivo. E mentre gli altri broadcaster si sono già da tempo lanciati nell’arena dei contenuti on-demand, adesso anche la Rai vuole scendere in campo.

I primi sentori di novità si erano avuti quando Campo Dall’Orto, dopo la decisione di Mediaset di criptare i propri canali su Sky, ha deciso di posizionare Rai4 sul canale 104 della pay tv. Ma non solo. Interessante anche l’accordo con Netflix per la realizzazione della serie tv Suburra.

Primi passi verso il rinnovamento come trapelava dalle parole del Dg che, nell’annunciare l’intesa con la società americana, commentava: “La televisione si sta trasformando, dobbiamo essere costantemente all’avanguardia e ridefinire completamente la nostra offerta e il nostro ruolo di servizio pubblico”.

 

Rai sbarca su TimVision

Secondo Il Sole 24 Ore, la tv pubblica sarebbe in trattative per un rinnovo e soprattutto un potenziamento dell’accordo con Telecom Italia.

Un’intesa non in esclusiva, ma ugualmente essenziale per un operatore che intende guardare davvero al futuro.

La Rai, stando alle indiscrezioni riportare dal quotidiano, sarebbe in trattative per lo sbarco su TimVision, la piattaforma on-demand di Telecom Italia con una library di 7000 titoli tra serie tv, cartoni, cinema, documentari e gli ultimi 7 giorni dei principali canali televisivi.

La piattaforma di Telecom contava 400 mila clienti a settembre e per fine anno potrebbe aver superato la soglia dei 500 mila.

Un bel colpo per la Rai che ha già una propria piattaforma di catch-up tv, Rai.tv, per poter guardare il meglio dei programmi trasmessi sui canali del servizio pubblico, ma che adesso punta ad andare oltre.

Si parla infatti anche della possibilità di mettere a disposizione del pubblico contenuti a pagamento.

Sempre secondo il quotidiano infatti, accanto a questo servizio, sulla piattaforma TimVision potrebbe fare la sua comparsa un’app Rai che in teoria un domani potrebbe essere usata anche per un’offerta pay.

L’intesa, a quanto risulta al Sole 24 Ore, dovrebbe guardare al 2017 come durata e potrebbe avere come approdo anche collaborazioni nella produzione di miniserie.

Tra le due aziende c’è già un accordo: alcuni contenuti sono, infatti, visibili agli abbonati TimVision e inclusi nella sottoscrizione mentre altri sono on-demand.  E poi c’è poi tutta la parte di replay tv che permette la visione di programmi Rai in differita.

 

Cosa fanno gli altri competitors?

Diventano quindi sempre più definiti i confini di quello che sarà il prossimo scenario audiovisivo in Italia.

I broadcaster si stanno già muovendo. Sky ha siglato un accordo con Telecom Italia che permette alla pay tv di Murdoch di portare i propri contenuti sulla fibra dell’operatore tlc.

Anche Mediaset ha stretto un accordo analogo con la telco italiana.

Sky è già da tempo su internet. Ultima in ordine di tempo è l’intesa con Hbo per assicurarsi le esclusive tv in Europa.

A fine 2013 è stato lanciato Sky Online, un servizio streaming on-demand con film, serie Tv, sport, intrattenimento.

Ma c’è anche l’app Sky Go che permette agli abbonati di guardare sui propri dispositivi mobili l’offerta della piattaforma satellitare e c’è Sky on-demand che collegandosi a internet attraverso il decoder My Sky HD permette di accedere a 2.500 programmi, 900 film, collezioni speciali, serie Tv, documentari, programmi per bambini e produzioni esclusive.

E non finisce qui.

A maggio è stato presentato Sky Online Tv Box, un piccolo dispositivo che se collegato al televisore permette di accedere in streaming all’offerta della pay tv.

Mediaset non perde occasione per attaccare frontalmente gli OTT, lamentando la mancanza di un level playing field (intervista video a Fedele Confalonieri)

Il gruppo ha già dal 2014 un proprio servizio di pay tv online, Infinity, che offre contenuti on-demand: film, serie tv, fiction, anche in HD e lingua originale.

L’ultima novità è stata presentata ieri grazie a un’intesa con Samsung che offrirà la possibilità di vedere in Ultra HD su Infnity il meglio del cinema Warner Bros.

Il gruppo sta anche già lavorando a un nuovo decoder che potrà ricevere digitale terrestre, banda larga e satellite e sarà pronto nel 2016.

Il Biscione offre anche Premium Play, servizio VOD gratuito disponibile per tutti gli abbonati Mediaset Premium: 2500 titoli tra film, serie tv, documentari, sport in base al pacchetto di abbonamento; canali calcio Premium in diretta streaming via web e tablet e i migliori programmi di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 degli ultimi 7 giorni.

 

Tra gli operatori web native, a parte Netflix di cui abbiamo ampiamente scritto, ricordiamo la success story di Chili tv, 430.000 utenti in tre anni.

Si tratta di un servizio online di video on-demand nato da Fastweb che prevede il noleggio in streaming e l’acquisto di film e serie Tv: 4500 titoli con qualità video 720p e 1080p.

Senza tralasciare Google Play, servizio on-demand di noleggio e acquisto di film e serie televisive disponibile in Italia da novembre 2013.

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