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Rai, da 22 mesi senza un piano news. La politica non ha fretta di innovare il servizio pubblico

Mentre l’offerta informativa dei principali broadcaster privati e internazionali è in continua evoluzione per essere al passo con i tempi in Rai resta al palo. Il modo di fare informazione nel servizio radiotelevisivo italiano non è cambiato negli ultimi anni, è sempre lo stesso, nonostante il digitale abbia modificato e stia sempre di più cambiando molti aspetti della società. In primis il mondo delle news. Ma sia nella tv pubblica, sia in radio e sui siti Rai né si vedono né si sentono novità dirompenti per quanto riguarda l’informazione.

E chi ha provato a redigere un piano editoriale delle notizie ‘digital first’ e più orientato alle All news è stato bocciato. Non dai giornalisti, ma dal CdA Rai. A gennaio si è dimesso il direttore editoriale per l’offerta informativa Rai Carlo Verdelli. La decisione di rassegnare il mandato è stata presa dopo un acceso consiglio d’amministrazione in cui era stata respinta buona parte del suo progetto di riorganizzazione dell’informazione. L’ultimo No ad innovare è giunto pochi giorni fa. Il CdA ha bocciato il piano news del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto: favorevole solo il consigliere Guelfo Guelfi, astenuti Marco Fortis e Carlo Freccero, contrari Franco Siddi, Rita Borioni, Giancarlo Mazzuca, Arturo Diaconale ma soprattutto la presidente della Rai Monica Maggioni e il consigliere Paolo Messa ha addirittura abbandonato il tavolo perché “è venuto meno il rapporto di fiducia con il Dg”. Viale Mazzini è in piena crisi. Campo Dall’Orto è in bilico e ha dichiarato di rimettere il mandato al ministro dell’Economia non appena sarà ricevuto da Pier Carlo Padoan.
Intanto ieri il Dg è stato ascoltato in Commissione di Vigilanza, con la modalità del quesito a risposta immediata. ”Non avrei messo così tanta enfasi sul progetto dell’informazione se non ci avessi creduto”, ha affermato Campo Dall’Orto. “Credo che l’informazione Rai, per rimanere dominante, abbia bisogno di ammodernare la propria informazione generalista, di avere una redazione come ‘Newsroom Italia’ e un’informazione di flusso su internet. Credo e spero che, a prescindere da quello che succederà in azienda, il progetto possa essere portato avanti, perché è pronto”, ha concluso il direttore generale.

Cosa prevede (va) il piano news di Campo Dall’Orto?

Sono due i cardini su cui è costruito il piano. Il primo è il digital first, che è il primo progetto di informazione digitale. Nome in codice: Rai24, ossia il sito e tutte le declinazioni possibili sui social network. “La chiave è essere pervasivi e riuscire ad arrivare ovunque e in qualunque momento, attraverso la diffusione multi-piattaforma”, ha spiegato lo stesso direttore generale della RaiIl secondo è Newsroom Italia.
“Newsroom Italia”,
nell’idea di Campo Dall’Orto, “dovrebbe consentire alla Rai un posizionamento a cui nessun editore possa arrivare. Un soggetto che mette insieme Rainews 24, Rai Parlamento e la Tgr per riuscire da un lato ad alimentare le attività delle stesse testate e dall’altro tutto il resto del sistema. Sarà il vero motore dell’informazione”. “L’idea che vogliamo soddisfare”, queste le parole del Dg, “è che la Rai deve porsi come obbiettivo di essere il soggetto che genera informazione in questo Paese. Per questo occorre rendere efficiente il modello produttivo con pervasività, velocità e complementarietà, passando da un modello ‘verticale’ a uno più ‘orizzontale’. Oggi tendiamo a fare in modo che ognuno faccia il suo, ma se non si va verso modello che ha complementarietà si sprecano le risorse”.

Ma evidentemente alla politica non interessa né lo spreco di denaro pubblico né ha fretta di rendere l’informazione del servizio pubblico al passo con i tempi. Però FNSI e l’USIGRAI lanciano l’allarme: “Un vertice irresponsabile sta anteponendo i propri conflitti di potere al bene della Rai come servizio pubblico. Ventidue mesi senza un piano news è responsabilità di tutti. Nessuno escluso”. “L’azionista, il ministero del Tesoro”, si legge nel documento dei sindacati, “deve assicurare un vertice stabile capace di riforme perché non si ripeta nella tv un disastro come quello di Alitalia“.
La soluzione è nell’innovazione e nel digitale. Chissà quando caratterizzeranno completamente l’informazione in Rai.

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