Nel 2016, in tutto il mondo, abbiamo prodotto 44,7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (qualcosa come 4.500 torri Eiffel), l’8% in più rispetto al 2014 (41,8 milioni di tonnellate), un dato destinato a salire del 17% entro il 2021, con 52,2 milioni di tonnellate di materiale elettrico ed elettrotecnico (da “Global E-waste Monitor 2017”).
Si tratta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (o Raee), come televisori, smartphone, computer, frigoriferi, pannelli solari, condizionatori, lampade, fotocopiatrici e gadget elettronici (solo per citare alcune tipologie più conosciute), che non solo ancora non riusciamo a gestire, recuperare e riutilizzare a pieno, ma che molto spesso rappresentano una pericolosa fonte di inquinamento ambientale, nonché una concreta minaccia alla nostra salute.
In vista del 15 agosto 2018, data in cui entreranno in vigore le norme sull’“apertura dello scopo” (“Open scope”, decreto legislativo 49/2014, direttiva 2012/19 Ue), che porteranno ad una nuova regolamentazione per produttori e importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche e che avranno come conseguenza un ampliamento del ventaglio di prodotti che a fine vita dovranno essere avviati al recupero in quanto rifiuti elettronici/elettrici, nei giorni scorsi è stata presentata la Guida Raee di ANIE Confindustria.
Il documento, si legge nella nota della Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche, nasce con l’obiettivo di “guidare le imprese che per la prima volta entrano nel Sistema Raee per affrontare gli obblighi e le criticità che ne derivano, così da chiarire, nel pieno rispetto dei principi interpretativi identificati dalla direttiva comunitaria, possibili dubbi in merito al campo di applicazione e favorire un’interpretazione armonizzata grazie ad indicazioni pratiche relative a obblighi di finanziamento, modalità di iscrizione e rendicontazione al Registra Raee (e ai sistemi collettivi) e altri adempimenti amministrativi in capo ai produttori”.
Il lavoro svolto dall’associazione, ha affermato Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di ANIE Confindustria, “parte dalla consapevolezza che la direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche sia un tassello fondamentale all’interno di un’idea di economia circolare che sempre più si sta delineando e rafforzando”.
Al momento, proprio in termini di economia circolare, solo il 20% di questi rifiuti sono stati raccolti e riciclati nel mondo, mentre la restante parte è stata pericolosamente incenerita, scaricata in discariche all’aria aperta o sepolta nel suolo, non considerando la presenza di materiali di elevato valore economico contenuti al loro interno, tra cui l’oro, l’argento, il rame e il platino, che potrebbero essere recuperati e riutilizzati per un valore di mercato calcolato nel 2016 in 55 miliardi di dollari.