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Radio TV Serie A. Bagnoli Rossi (FAPAV): “Piracy Shield strumento all’avanguardia, ma necessaria collaborazione di tutti contro la pirateria”

Oltre il rettangolo del campo di calcio esiste un’industria che investe grandi risorse per portare lo spettacolo e le emozioni dello sport dentro le nostre case. I tifosi prestano scarsa attenzione a ciò che accade oltre quelle le linee bianche, se non alle notizie di mercato o più propriamente di gossip.
Eppure il calcio rappresenta un’industria ricchissima, che coinvolge imprese di diversi settori e crea e mantiene posti di lavoro. Un ecosistema economico in cui i diritti d’autore hanno un peso e che la criminalità organizzata online, comunemente chiamata pirateria, mette a rischio costantemente.

Marco Bellinazzo di Goal Economy, la trasmissione di Radio TV Serie A di RDS e Lega Serie A dedicata all’industria del calcio e a tutto quello che ruota attorno al campo rettangolare di gioco, ha intervistato su questo importante tema il Presidente della FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, Federico Bagnoli Rossi, da sempre impegnato in prima persona nella tutela dei diritti di proprietà dei contenuti audiovisivi, dal cinema alla televisione, ma anche relativi alle dirette live di spettacoli ed eventi sportivi, tra cui certamente il calcio.

Guarda la video intervista a Federico Bagnoli Rossi

Oggi le entrate dei club calcistici dipendono per almeno la metà, se non due terzi, dai diritti TV. Rappresentano quindi una voce significativa, garanzia di sostenibilità economica, per l’esistenza stessa dell’azienda calcistica. Il problema è che proprio in quest’ambito vanno ad operare i pirati, i criminali attivi fuori e dentro la rete, anche con le IPTV illegali e il cosiddetto “pezzotto”, che consente agli utenti di guardare partite online per pochi euro, in violazione dei diritti di proprietà intellettuale.

La pirateria di fatto sottrae al sistema calcio nazionale circa 300 milioni di euro l’anno.

Per questo le stituzioni nazionali, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e il mondo dell’associazionismo rappresentato dalla FAPAV hanno lavorato nel tempo per intervenire e reprimere l’illegalità dilagante nel nostro Paese, fino ad arrivare all’importantissimo risultato della legge antipirateria, una delle più avanzate in Europa.

L’azione di contrasto alla pirateria è partita dal cinema, passando per la televisione, fino ad arrivare alle industrie sportive. Oggi questi tre settori lavorano assieme per reprimere l’illegalità, portata avanti da gruppi criminali che fanno profitto a discapito delle imprese che lavorano, investono e creano posti di lavoro”, ha spiegato Bagnoli Rossi.

La filiera illecita della pirateria funziona come una lecita, cresce, sviluppa il sistema di approvvigionamento dei contenuti e di distribuzione degli stessi, fino ad arrivare al consumatore, a volte mettendo su anche un servizio clienti. Il tutto con un abbonamento di pochi euro, intorno ai 10 euro al mese, offrendo un accesso quali illimitato a tutti i contenuti audiovisivi e sportivi disponibili in rete”, ha proseguito il Presidente della FAPAV, andando a svelare quello che è il business dell’illegalità e quindi ha chiarire in che modo questa pirateria danneggia irrimediabilmente l’industria del calcio.

Il tutto ha subito un’accelerazione gravissima durante la crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, che ha costretto la gran parte degli italiani a casa per le misure di contenimento del virus, con un doppio risultato dal punto di vista dell’accesso del pubblico ai contenuti di intrattenimento: da una parte l’economia digitale ha spiccato letteralmente il volo, sotto ogni punto di vista, anche dell’audiovisivo e degli spettacoli online, anche legati agli eventi sportivi, dall’altro, però, ha aperto le porte anche a nuove e più efficaci attività criminali e illecite, come la pirateria online.

Modelli di business e modelli produttivi sono cresciuti rapidamente, in pochissimo tempo, e con essi le piattaforme online, che hanno offerto sempre più numerosi contenuti originali. Cinema, televisione e mondo dello sport, sono le tre industrie che hanno investito di più per portare sempre nuovi contenuti all’utente di rete, aumentando la qualità e i servizi. Tutto questo, però – ha sottolineato Bagnoli Rossi – ha rappresentato un costo, motivo per cui si pagano degli abbonamenti, che spesso sono percepiti come troppo alti, quando in realtà sono tra i più bassi d’Europa. Una percezione sbagliata che spesso è portata a giustificazione della pirateria”.

Il problema, quindi, va valutato quindi sotto un aspetto culturale. Ecco perché gioca un ruolo particolarmente importante la comunicazione, le campagne associative e istituzionali, come “We Are Stories 2”, progetto realizzato da FAPAV, in collaborazione con Anec, Anica, Apa, Crtv, Mpa, NuovoImaie, Siae e Univideo, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Cultura, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) e il supporto di Direzione Generale Biblioteche e Diritto D’Autore, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Cinecittà, Accademia del Cinema Italiano Premi David di Donatello, Anica Academy.

“Sono le storie di chiunque abbia un sogno, in questo caso il cinema, un sogno però che può essere rovinato o distrutto da chi invece porta avanti atti di pirateria. Un modo per valorizzare e raccontare quello che è il prezzo della gratuità. Dietro alla pirateria ci sono organizzazioni criminali che operano in maniera sofisticata per fare profitti, che non si fanno solo con gli abbonamenti, ma anche con i dati degli utenti stessi, con il furto delle identità e delle nostre carte di credito, che spesso sono usate per pagare gli abbonamenti ai servizi pirata. Questo sistema illegale va a ledere non solo i diritti di chi è proprietario dei contenuti piratati, ma anche il futuro stesso dei nostri figli, delle nuove generazioni – ha affermato Bagnoli Rossi – sottraendo loro la possibilità di trasformare i sogni in una professione reale, in un lavoro, che oggi è messo in pericolo da questi criminali”.

La pirateria danneggia l’industria dell’audiovisivo per 2 miliardi di euro all’anno di risorse sottratte, mentre i posti di lavoro messi a rischio sono oltre 11.000, senza contare tutti quelli che non nasceranno a causa degli investimenti che non saranno avviati, secondo l’ultima indagine sulla pirateria FAPAV/Ipsos.
per questo è stata varata una legge antipirateria che finalmente funziona e che rende più efficace l’azione della legalità, riuscendo a perseguire concretamente chi commette un reato di pirateria, dalle organizzazioni che stanno dietro alle piattaforme criminali fino all’utente finale che compra il pezzotto.

Grazie alla nuova legge antipirateria e allo strumento dei Piracy Shield, oggi abbiamo già bloccato 30.000 siti pirata, di cui 2.500 siti pirata sportivi sequestrati, intervenendo tempestivamente entro i primi 30 minuti di trasmissione illecita, arrivando anche a soli 3 minuti. Questo risultato è stato raggiunto non solo con l’azione della politica, ma anche con l’impegno dell’Agcom e la collaborazione degli Internet service provider. Forse qualcosa in più potrebbero fare i cosiddetti gitanti del web, le grandi corporation globali della rete, compresi i motori di ricerca online, che andrebbero maggiormente responsabilizzati, perché è da lì che molto spesso gli utenti di rete pescano siti e app che offrono contenuti piratati”, ha precisato Bagnoli Rossi.

Proprio ieri il Commissario Agcom, Massimiliano Capitanio, dava la notizia della sentenza del Tribunale di Milano in cui si chiede a Google si disabilitare l’accesso ai siti di pirateria online che consentono di vedere partite di calcio in violazione dei diritti di proprietà. L’occasione per ribadire ancora un volta che la legge antipirateria n. 93/2023 deve essere rispettata da tutti i fornitori di accesso alla rete.

L’Agcom ha avviato una nuova consultazione pubblica per aumentare i poteri dell’autorità come previsto dalla legge e per allargare l’azione di contrato anche al mondo delle prime cinematografiche e delle dirette televisive non sportive e anche tutto il resto del mondo della cultura. Grazie a questa legge, agli strumenti sviluppati di contrasto alla criminalità e all’azione continua delle Forze dell’Ordine, oggi noi possiamo dire che l’Italia non è più un Paese per pirati”, ha concluso il Presidente della FAPAV.

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