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L’oro nero produce il 40% dell’energia consumata a livello globale
Nonostante la ricerca di alternative, il petrolio è ancora oggi tra le principali fonti di energia del pianeta. Garantisce circa il 40% dell’energia consumata nel mondo, superando di gran lunga carbone e gas naturale (al 23% entrambe) e l’energia idroelettrica (14%). Il petrolio greggio, una volta estratto dal sottosuolo, viene lavorato per produrre benzina, gasolio, nafta e oli combustibili per riscaldare edifici e alimentare mezzi di trasporto. Un bene particolarmente prezioso e strategico (non a caso è soprannominato “oro nero”), anche perché è concentrato in grandi quantità in pochissimi territori. Basti pensare che circa l’86,4% delle riserve di petrolio attualmente conosciute si trovano in appena dieci Stati.
Il 18% delle riserve di petrolio mondiali è in Venezuela
La principale riserva mondiale di petrolio si trova in Venezuela, che ospita circa il 18% del totale di greggio sulla terra, pari a oltre 46,9 miliardi di tonnellate. Il paese sudamericano ha scoperto i propri giacimenti agli inizi del ‘900, divenendo in breve uno dei principali produttori di petrolio nel mondo. Nel 1960 il Venezuela fu promotore della costituzione dell’Opec, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio: un cartello promosso per negoziare meglio prezzi e concessioni con le compagnie petrolifere. Aderiscono all’Opec 13 Stati, tra cui anche l’Arabia Saudita, che con una riserva di circa 41,9 miliardi di tonnellate, è il secondo paese per maggiori giacimenti di petrolio conosciuti.
I paesi aderenti all’Opec detengono oltre l’80% delle riserve di petrolio
Complessivamente le riserve mondiali di petrolio sono pari a 241,7 miliardi di tonnellate. Di queste, oltre l’80% si trovano nei paesi aderenti all’organizzazione internazionale degli esportatori di petrolio. Oltre a Venezuela e Arabia Saudita, tra i paesi membri ci sono anche l’Iran (terzo paese al mondo per riserve petrolifere), l’Iraq, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti. Mentre non ne fanno parte il Canada (quarto paese per riserve), la Russia (ottavo) e Stati Uniti (decimo).
Gli Usa sono il primo produttore di petrolio al mondo
Un conto è disporre di riserve di greggio, un altro è raccoglierlo. I paesi che si ritrovano nel sottosuolo enormi quantità di petrolio non necessariamente sono anche grandi produttori. Prendiamo il caso degli Stati Uniti, che nonostante siano al decimo posto per giacimenti sono allo stesso tempo primo paese produttore, con 1,8 milioni di tonnellate estratte al giorno. Discorso simile per la Russia, che è al secondo posto per produzione. Il Paese che a grandi giacimenti fa corrispondere anche estrazioni ingenti è l’Arabia Saudita, al terzo posto per quantità di petrolio prodotte (1,6 milioni di tonnellate). E l’Italia? Estrae mediamente poco più di 17 mila tonnellate di greggio al giorno.
L’Italia è il primo paese Ue per giacimenti di petrolio
A differenza di quanto si possa pensare, le riserve di petrolio non riguardano esclusivamente Sud America e Medio Oriente. Seppur in misura non paragonabile a quelle di altri Paesi, anche in Italia esistono riserve di idrocarburi: i giacimenti di gas naturale nell’Adriatico e di greggio, soprattutto nel Sud. Il nostro Paese è al quarantanovesimo posto per quantità di riserve di petrolio conosciute a livello mondiale. Tuttavia, è al primo posto tra quelli dell’Unione Europea, superando Danimarca, Spagna e Polonia.
In Italia esistono almeno 79,7 milioni di tonnellate di greggio
Il Ministero della transizione ecologica suddivide le riserve di greggio in “certe” (probabilità di esistenza superiore al 90%), “probabili” (superiore del 50%) e “possibili” (probabilità di esistenza molto inferiore al 50%). Sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, in Italia esistono 79,7 milioni di tonnellate di greggio certe, 75,7 milioni probabili e 52,6 milioni soltanto possibili. La maggior parte delle riserve (quasi l’86%) è concentrata nelle regioni meridionali, in particolare Basilicata e Sicilia, mentre appena il 2,7% è al Nord e solo l’0,1% al Centro.
Quando finirà il petrolio? Tra non prima di 70 anni
Ciclicamente si apre il dibattito su quanti anni rimangono all’esaurimento dei giacimenti di petrolio sulla terra. Si fanno spesso delle ipotesi in alcuni casi allarmistiche, in altri più ottimiste: stime aggiornate di volta in volta in base alle conoscenze del momento. Secondo un recente studio del Servizio Geologico degli Stati Uniti se i consumi di petrolio rimarranno invariati, ci saranno giacimenti sufficienti per i prossimi 70 anni.
I dati si riferiscono al 2021
Fonte: Ministero della transizione ecologica, Opec