La scrittura poetica di Antonio Pileggi consiste nell’esercizio dell’ipertestualità: la capacità di mantenersi in collegamento con altri testi, potenziata dalla vocazione a interpretarli.
Spesso si dimentica che il maestro precursore dell’ipertestualità è Giacomo Leopardi e, chissà perché, si preferisce pensare che siano invece filosofi sia francesi sia tedeschi, scopritori con gran merito dell’acqua calda già comunemente usata a Recanati, da oltre un secolo.
Pileggi ha applicato l’ipertestualità alla cultura telematica in cui noi oggi siamo immersi: poesia, filosofia, religione, narrativa, giornalismo di documentazione, televisive e docuserie.