Se vogliamo sapere quale tecnologia tra le tante nel 2020 sarà considerata disruptive, in molti risponderanno il “quantum computing”, o calcolo quantistico. Tra questi c’è Haim Israel della Bank of America. In occasione dell’incontro annuale dell’Istituto a New York, Israel ha dichiarato al quotidiano MarketWatch che, “come è stato per lo smartphone nel 2010, così il prossimo anno pensiamo che sarà la volta dell’informatica quantistica a rivoluzionare il mercato tecnologico globale”.
“L’iPhone, ad esempio – ha commentato il consulente – è arrivato nel 2007, ma il suo impatto reale sul mercato è arrivato non prima del 2010. Ora tocca al quantum computing, che comunque non troverà applicazione concreta prima della fine del 2030”.
Le industrie che più di altre saranno impattate dall’innovazione dei qubit (quantum bit) saranno certamente quella relativa ai servizi e i device per salute e benessere, dell’internet of things e della cyber sicurezza.
Ma è possibile raggiungere una vera supremazia in questo settore per qualche Paese o corporation? La risposta è no, perché per ora le posizioni si equivalgono, con un leggero vantaggio nordamericano. A fine novembre Google aveva annunciato il raggiungimento della “quantum supremacy” tramite il processore Sycamore a 54 qubit, che è stato capace di eseguire in 200 secondi appena un calcolo che un qualsiasi computer avanzato attuale porterebbe a termine in non meno di 10 mila anni.
È vero che gli Stati Uniti hanno avviato un programma di ricerca e innovazione dedicato ai qubit con un fondo complessivo di 1,2 miliardi di dollari per cinque anni, ma è altrettanto vero che la Cina sta lavorando al National Laboratory for Quantum Information Sciences di Hefei, che dovrebbe aprire il prossimo anno per un costo totale di circa 10 miliardi di dollari.
Oggi gli USA fanno ricerca su chip quantistici da 54 qubit, mentre i chip quantici cinesi non vanno oltre i 24 qubit, ma una volta operativo questo nuovo laboratorio i ricercatori potrebbe rapidamente ridurre questo distacco.
Quanto all’Unione europea, Bruxelles ha subito individuato nei qubit un settore strategico, annunciando un piano di investimenti decennale da un miliardo di euro.
Anche Israele, nei giorni scorsi, secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, ha varato un piano di sviluppo di questa tecnologia per i prossimi sei anni, costituendo un fondo per la ricerca e l’innovazione da 350 milioni di dollari.