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Quantum computing. L’Italia avvia la strategia nazionale, 227 milioni di euro in tre anni

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Pronti al piano operativo, ma servono più investimenti per non restare indietro. Il confronto con Germania e Francia evidenzia l’urgenza di una strategia solida e operativa, che integri ricerca, industria e formazione.

Quantum computing, la Strategia nazionale prende forma

Poco, troppo poco per una vera strategia nazionale per lo sviluppo del quantum computing italiano. Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore a firma di Luca Biase, il Governo italiano ha predisposto un piano di investimenti pari a 227 milioni di euro da realizzare in tre anni, a cui farà seguito “un aumento” di risorse finanziarie, al momento non quantificabile, e la creazione di un polo nazionale.

La strategia in questione ancora è solo su carta, ma, a quanto si legge sul quotidiano di economia e finanza, l’esecutivo “si prepara alla prossima fase”, cioè quella più operativa. La ministra dell’Università e la ricerca, Anna Maria Bernini, ha affidato il compito di coordinamento del gruppo di lavoro chiamato a redigere la Strategia nazionale a Tommaso Calarco, professore ordinario presso l’Università di Colonia e l’Università di Bologna, direttore dell’Institute for Quantum Control del Peter Grünberg Institute presso il Forschungszentrum Jülich.

Un lavoro “svolto in autonomia”, è specificato nell’articolo di De Biase, a cui comunque hanno collaborato il ministero dell’Università e della ricerca, il ministero della Difesa, il ministero delle Imprese e del made in Italy, il dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Il ministero delle Imprese e l’Osservatorio Quantum computing del Politecnico di Milano hanno lavorato ad un attento esame dell’ecosistema industriale italiano delle tecnologie quantistiche.

Come ha spiegato Calarco l’anno passato, in occasione del G7 Scienza e ricerca, il futuro del quantum italiano può essere molto positivo, in quanto il nostro Paese parte da una base scientifica di altissimo livello: ”Sarà fondamentale seguire le orme dell’approccio europeo già segnato anni fa, ossia integrare il mondo della ricerca con quello dell’industria“, aggiungendo che di certo “dobbiamo sviluppare le tecnologie e dobbiamo farlo anche per evitare dipendenza economica e tecnologica dall’estero”.

Quantum la nuova frontiera tecnologica, ma servono investimenti maggiori

Come è giustamente sottolineato nell’articolo del Sole 24 Ore, il quantum computing con tutta probabilità sarà la nuova frontiera tecnologica su cui tutti cercheranno di prevalere e competere per la leadership. Ma servono più investimenti in ricerca e innovazione, in infrastrutture e formazione.

I soldi che l’Italia ha messo sul piatto sono pochi, è fondamentale trovare nuove risorse. Il nostro ecosistema quantum è piccolo, ma consistente, in termini di competenze e centri capacità di fare ricerca. Su questo dobbiamo fare leva per tentare la scalata.

Tecnologie già in rapida fase di sviluppo e maturazione, ma che non saranno industrializzate prima di cinque anni nel nostro Paese.

Come spiegato da Anitec e Assinform nella seconda edizione del ReportRicerca a Innovazione ICT in Italia”, le tecnologie quantum computing hanno il potenziale per ampliare e migliorare esponenzialmente prestazioni e funzionalità di soluzioni tecnologiche cruciali per il digitale, quali la sicurezza informatica, l’intelligenza artificiale e la gestione dei dati.

Italia indietro rispetto a Germania e Francia

Pur avendo un crescente impegno in questo settore grazie al PNRR, l’Italia è ancora indietro rispetto a Stati Uniti e Cina, ma anche Germania e Francia, in termini di investimenti e produttività brevettuale. Le soluzioni quantum sensors e quantum communication stanno già mostrando applicazioni concrete, mentre il quantum computing, sebbene in fase prototipale, promette sviluppi significativi in settori come farmaceutica, chimica, aerospaziale, automotive e finance.

Per competere a livello globale nella corsa allo sviluppo di nuovi mercati di tecnologie e componenti quantistiche, l’Italia deve aumentare “da milioni a miliardi di euro” gli investimenti per il quantum attraverso ricerca applicata, protezione brevettuale e sviluppo di ecosistemi di innovazione che integrino ricerca avanzata ed esigenze industriali.

Per fare un confronto e capire la centralità di questa competizione tecnologica con i nostri pari europei, la Germania ha avviato un piano nazionale dedicato allo sviluppo delle tecnologie quantistiche da 3 miliardi di euro (2023-2026). Per il suo “Quantum plan”, invece, la Francia ha investito 1,8 miliardi di euro (2021-2026).

Anche in Europa i ricercatori chiedono maggiori risorse, competere è costoso e richiede impegno (e coraggio)

Poi c’è l’Unione europea, che nel 2018 ha lanciato il Quantum Flagship, iniziativa che può contare su un budget di 1 miliardo di euro distribuito su un decennio. L’obiettivo è sviluppare una rete quantistica europea che integri computer, simulatori e sensori quantistici attraverso reti di comunicazione quantistica.

Ma appunto non basta. A marzo di quest’anno, un gruppo di ricercatori e scienziati hanno pubblicato il Libro Bianco “Artificial Intelligence and Quantum Computing in cui si chiedono con urgenza maggiori risorse finanziarie per fare in modo che l’Europa rimanga competitiva e all’avanguardia nell’innovazione tecnologica avanzata, nello specifico nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie quantistiche.

Lo stesso Prof. Calarco, in veste di Direttore dell’Istituto per il Controllo Quantistico PGI-8 presso il Forschungszentrum Jülich, ha dichiarato: “L’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico devono evolversi di pari passo. L’Europa vanta solide capacità di ricerca in entrambi i campi, ma è intrappolata nella forte concorrenza di Stati Uniti e Cina, in particolare nell’intelligenza artificiale. Il nostro libro bianco chiarisce che, per garantire la leadership in questa rivoluzione tecnologica, l’Europa deve investire in una sinergia strategica tra intelligenza artificiale e calcolo quantistico“.

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