Otto aziende su dieci sono “quantum-native”
Il Quantum Computing e Communication sta vivendo una fase di crescita significativa a livello globale, con un ecosistema che si compone di 458 attori distribuiti lungo la filiera tecnologica, dall’hardware al software.
Di questi, il 78% sono aziende “quantum-native”, nate con un modello di business specifico per il settore. Tra il 2019 e il 2024, il comparto ha raccolto complessivamente 5,9 miliardi di dollari, con la maggioranza degli investimenti concentrati negli Stati Uniti (56%) rispetto a Europa (29%) e Asia (10%).
Per il 46% di queste aziende quantum-native sono disponibili i dati sui finanziamenti, con 2,4 miliardi dei finanziamenti totali sono stati raccolti solo tra il 2023 e ottobre 2024: un segnale positivo di interesse dopo un calo degli investimenti nel 2023, dovuto anche a una flessione generale del Venture Capital nel settore delle deep tech.
L’Italia muove i suoi primi passi in Europa
In Italia, l’interesse per le tecnologie quantistiche è alimentato dai fondi pubblici del PNRR, che hanno favorito la nascita di startup e spin-off universitari.
I finanziamenti raccolti nel Paese tra il 2023 e il 2024 ammontano a soli 12 milioni di euro, una cifra esigua rispetto ai 255 milioni della Francia nello stesso periodo. Nel 2024, l’Italia ha istituito il suo primo fondo dedicato al settore, un passo importante per incentivare ulteriori investimenti e rafforzare la competitività.
Si tratta di alcuni dei risultati emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Quantum Computing & Communication del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno “Quantum in progress: strategies from revolution to industry”.
L’Asia guida il settore, Europa al secondo posto
I governi sono i principali promotori della rivoluzione quantistica, con investimenti globali che hanno raggiunto i 23,8 miliardi di dollari tra il 2012 e il 2024, e ulteriori 17,7 miliardi previsti entro il 2035.
L’Asia guida il settore, con il 53% degli investimenti, trainata dai fondi della Cina, mentre l’Europa si posiziona al secondo posto (31%), seguita dagli Stati Uniti (14%).
In Europa, però, gli investimenti risultano frammentati tra iniziative comunitarie (1 miliardo di euro) e stanziamenti nazionali, limitando l’efficacia complessiva delle strategie.
Applicazioni e casi d’uso
Le tecnologie quantistiche stanno attirando l’interesse delle grandi aziende. Tra le Forbes Global 2000, solo il 13% ha avviato sperimentazioni, percentuale che sale al 44% tra le 200 imprese più grandi.
Gli annunci pubblici di progetti sono stati 303 nel periodo analizzato, di cui 256 legati al Quantum Computing e 47 al Quantum Communication.
La finanza guida il settore Quantum Computing con il 27% delle applicazioni, seguita dall’healthcare (21%), mentre le telecomunicazioni e l’IT dominano nel Quantum Communication, con il 32% ciascuno, grazie alla spinta verso la sicurezza quantistica.
Ricerca e partnership pubblico-privato i driver per la crescita
Il settore del Quantum Computing e Communication rappresenta una delle frontiere più promettenti per l’innovazione.
L’Italia, pur essendo ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei, ha avviato passi concreti per costruire un ecosistema competitivo.
Investire in ricerca e incentivare collaborazioni tra pubblico e privato saranno le chiavi per posizionarsi in un mercato globale in rapida evoluzione.
Le aziende italiane quantum
Riguardo alle aziende utenti, la situazione italiana si mostra in linea con quella internazionale, con poche grandi aziende pioniere che investono per rendersi precursori della tecnologia.
Tra le 297 aziende Forbes Global 2000 attive sulle Quantum Technologies, 10 sono italiane. Anche in Italia il settore finance si mostra il più attivo, seguito da energy, utility & telco e aerospace & defence.
Sebbene la spesa privata delle grandi aziende sia ancora modesta rispetto a quella dedicata ad altre tecnologie più mature, i budget sono rimasti stabili o in crescita nel 2024, grazie al sostegno dato dai fondi pubblici del PNRR destinati a progetti di ricerca congiunti con le imprese.
La spesa complessiva ammonta a 8 milioni di euro, dominata da alcuni big spender del panorama industriale.