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Quali sono i nuovi compiti di sviluppo della famiglia digitale?

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Senza ombra di dubbio, la rivoluzione digitale ha posto in primo piano nuove sfide alla secolare struttura familiare che, per essere al passo con i tempi, sta velocemente modificando la sua architettura e i suoi equilibri interni.

Mario è alle prese con l’ennesimo aut aut al figlio Matteo: “o chiudi la playstation o vieni a cena. Time out di 1 minuto e poi tolgo il piatto dalla tavola”.

Lucia è al telefono con una sua amica e nel flusso della conversazione si coglie in modo vivido la sua preoccupazione: “Serena non ha Instagram, ma è andata a casa di Ilaria e non hanno fatto altro che pubblicare storie che ho visto sbirciando proprio il profilo di Ilaria. Non so come comportami perché io cerco di dare delle regole ma poi nelle altre famiglie ognuno fa come gli pare”.

Senza ombra di dubbio, la rivoluzione digitale ha posto in primo piano nuove sfide alla secolare struttura familiare che, per essere al passo con i tempi, sta velocemente modificando la sua architettura e i suoi equilibri interni. Stravolgimento strutturale che ha fatto nascere una nuova configurazione familiare, la Famiglia Digitale, o Famiglia post famigliare (Wellan et.al. 2006), luogo fisico e metaforico in cui i componenti del gruppo famigliare vivono le loro esistenze connesse più agli strumenti digitali che ai legami affettivi di riferimento. Dalla nascita, se non addirittura dal concepimento, l’essere in rete sembra surclassare l’essere in relazione, e nelle diverse configurazioni strutturali di ogni nucleo familiare, l’immersione tecnologica, crea spesso dissonanze relazionali che possono con l’andar del tempo ledere i confini di un nucleo affettivo che per essere tale ha bisogno di tempi di protezione e intimità che l’outfit digitale precoce e smodato non può assicurare. Nuove conformazioni strutturali della famiglia che variano a secondo delle diverse tipologie ma che sono accumunate da una pervasività tecnologica, a volte ossessiva, che sul filo dell’onnipotenza corre il rischio di alterare i fili affettivi dei legami di riferimento. Tentativi di fuga da una realtà, molto spesso pesante e difficile da affrontare, che permettono a tutti di disconnettersi dalla realtà per ricercare un risarcimento affettivo che nel mondo virtuale sembra essere sempre a portata di mano. Si raggiunge l’altro, spesso non conosciuto direttamente, si condivide con un altro che sembra essere in piena sintonia con noi e nel rimarcare la poca sintonia con chi è davvero con noi, si corre il rischio di allontanarsi da quel tempo di cura che ogni legame, soprattutto quello familiare necessita. Nel perseverare delle assenze di ognuno, genitori e figli corrono il rischio di sedimentarsi in un tempo vuoto in cui il fare digitale, web-nascosto affettivamente riparatorio, mette a dura prova la fiducia reciproca, la sintonia e la presenza effettiva.

In termini preventivi dobbiamo ricordare che è all’interno del nucleo familiare che si gettano le basi per un uso corretto delle regole dell’essere in relazione con l’altro, e quindi nella trasposizione digitale nell’uso consapevole e responsabile dei social. Percorso di senso che si avvia sin dai primi momenti di scambio in cui lo specchio empatico del riconoscimento affettivo del volto del bambino da parte del genitore inaugura il primo specchio sociale, strutturandosi come pietra miliare dopaminergica del piacere e del consenso social mediato. Mamma mi vedi, mi riconosci, mi rispecchi e mi riconosco in te e da qui, momento dopo momento, interazione dopo interazione, prendo consapevolezza del mio bisogno affettivo di essere visto, accolto, accettato e riconosciuto nell’altro, che dall’altra parte ha bisogno di un mio ritorno affettivo per costruire i legami. Vuoi che siano legami di amicizia, o sentimentali, la configurazione familiare in cui si è connessi nelle relazioni, e non esclusivamente nella rete, resiste alla prova del tempo sorreggendosi sulle colonne portanti dell’accettazione, della cura e del riconoscimento dei bisogni affettivi, che a ancora oggi, nonostante la rivoluzione digitale, rappresentano i fattori di protezione per una crescita salutare del bambino, della famiglia e nel complesso della società in cui viviamo. Colonne portanti che possono venire erose da un uso non corretto della tecnologia, che si infiltra nelle interazioni familiari molto spesso sin dai primi momenti di scambio, come l’allattamento, il bagnetto, i momenti di gioco che diventano, spesso inconsapevolmente, momenti di stacco dalle relazioni per giocare da soli, o distrarsi da soli, senza aver avuto la possibilità di sperimentare il gioco di finzione, il gioco dello scambio di ruoli, insieme nella relazione e nelle relazioni familiari. Fatica genitoriale, assenza del partner, liti domestiche, che vengono riparate dall’immersione in un mondo perfettamente conformato ai nostri desideri e che, anche nella difficoltà di prendersi cura di, può insinuarsi come distraente pacificatore di capricci infantili. Possiamo stare a cena con i nostri figli piccoli, dando loro il tablet in mano o addormentarli delegando voce e attenzione all’App selezionata con dovizia.

In apparenza tutto scorre, anche in modo più fluido, ma nel tempo si gettano le basi per l’erosione delle colonne portanti della struttura portante il Sé per eccellenza rappresentata dalla famiglia.

Si sta in relazione dapprima con mamma e papà, con i fratelli e le sorelle, con i nonni e poi con i compagni e dopo con il gruppo sociale. Si gioca prima con mamma e papà, con i fratelli, le sorelle, con i compagni e solo dopo si può utilizzare uno strumento digitale per intrattenersi ludicamente conservando le regole dell’interazione ludica che permette sempre di non oltrepassare i confini del rispetto di sé e dell’altro.

Se si gettano le basi dell’interazione affettiva, in un circuito di serve and return in cui ci si alimenta di un essere in relazione per stare nel benessere delle relazioni, allora l’interattività simulata alimentata dagli algoritmi digitali, ci appare alla lunga prima di senso e ci fa desiderare di tornare indietro nel vivo relazionale in cui si cerca lo sguardo dell’altro per stare davvero insieme e condividere con l’altro. Non si arriva a far del male all’altro, a vendicarsi in rete, a schernire l’altro con commenti offensivi, se l’aggancio relazionale si è appreso in un terreno di condivisione affettiva reale in cui la tecnologia è entrata come sostegno e coadiuvante relazionale e non come sostituto proiettivo di un stare con chi non c’è o che si desidera che ci sia.

Occorre tener presente che al di là di ciascun nucleo familiare, che avrà una sua conformazione strutturale specifica a seconda dei componenti dello stesso, se ci sono fratelli, sorelle più grandi, più piccole, famiglie ricostituite, famiglie allargate, famiglie con genitori single, famiglie con genitori separati, le regole generali affinché la struttura familiare non si sgretoli sul flusso dell’avanzamento tecnologico, sono garantite dall’essere connessi nelle interazioni reali, in cui predomina l’ascolto, la cura, la condivisione affettiva, il riconoscimento dei tempi e dei modi di acquisizione evolutiva di ciascuno. Percorso di senso, che tra i due poli strutturali dell’intimità familiare che fa da leva alla costituzione dell’autonomia dei singoli, si estende dall’infanzia all’adolescenza adempiendo ai diversi compiti di sviluppo che ogni nucleo è portato a raggiungere. Conformazione della famiglia digitale in cui il compito di sviluppare una consapevolezza e responsabilità digitale è oggi la sfida primaria per eccellenza, in un mondo che procede veloce verso altri stravolgimenti strutturali, lavorativi ad esempio, che necessitano di un assetto identitario solido che possa mantenersi stabile nel disorientamento che ogni adattamento repentino provoca.  

Un tempo familiare che nel procedere a ritmo lento e ripetitivo assicura l’acquisizione di quella velocità e della destrezza tecnologica costituita su binari di consapevolezza, responsabilità e spirito critico di un senso del sé che va mantenuto e si mantiene vivo nel qui ed ora relazionale.

Famiglie digitali che hanno bisogno, oggi più che mai, di relazioni coerenti e significative per garantire coerenza e significatività ad un agire digitale volto al benessere delle nuove generazioni.

Bibliografia

WELLMAN B. – HOGAN B. et ALL. (2006), Connected Lives: The Project, in P. PURCELL (2006) (ed.), Networked Neighborhoods, Springer-Verlag, London, pp. 161-216.

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