Non tutti conoscono Valery Brumel, ma i più di noi sanno che il salto in alto, all’inizio delle Olimpiadi moderne, richiedeva muscoli delle gambe possenti perchè la tecnica che prevaleva era “ventrale” e questo atleta russo degli anni ’50 ai suoi tempi eccelse come ancora oggi è possibile vedere nelle foto e nei video dell’epoca.
Poi accadde qualcosa: qualcuno, che mi piace immaginare con i capelli bianchi e la tuta blu, sostituì la sabbia ed i trucioli di legno su cui un tempo atterrava Brumel con i moderni materassi e, da allora, tutto cambiò.
Innovazione e tecnologie: le differenze
L’innovazione infatti non è il cambiamento della tecnologia: quest’ultima si evolve per ragioni proprie.
L’innovazione è data dalle opportunità che si aprono in virtù delle soluzioni che nuove tecnologie consentono ed è quindi frutto non di aspetti tecnici, ma organizzativi e culturali: sono i materassi infatti ad aver consentito all’americano Dick Fosbury di adottare il moderno “salto di schiena” e di innalzare di parecchi centimetri il record del mondo.
La tecnologia cambia le regole del gioco anche perché oggi è pervasiva nelle nostre vite e molto spesso crea le condizioni per attuare cambiamenti in via diretta ed in via strumentale. I tool di collaboration online come Dropbox o Slack non servirebbero a nulla se non alimentassero l’implementazione di paralleli processi di tipo culturale ed organizzativo volti a permettere alle persone di lavorare con più profitto insieme.
Il digitale
Per questo l’innovazione oggi può avere un carattere non solo distruttivo – secondo le dinamiche descritte dal “Dilemma dell’Innovatore” del recentemente scomparso Clayton Christensen – ma, grazie ad un’adozione tecnologica diffusa, può presentare anche dinamiche educative e favorire cambiamenti che anzichè travolgere le catene del valore, ne alimentano la crescita e ne supportano la sopravvivenza.
Pensiamo all’introduzione delle moderne tecniche di omnicanalità percui il digitale non rappresenta solo una forma di disintermediazione della filiera, ma una freccia nella faretra delle imprese per mettere in luce il fattore distintivo del punto vendita e della relazione interpersonale. Pensiamo alle opportunità offerte dell’Internet of Things e dalle conseguenti opportunità di integrazione fra i processi produttivi intra- ed inter-aziendali.
La discriminante – anche di fronte ad una disponibilità sempre più ampia ed abbondante di tecnologia – è dunque data dalla volontà di ciascuno e dagli assetti organizzativi che possono incentivare l’apporto al miglioramento costante da parte di tutti.