In Italia il termine “populista” non è molto ben definito e per lo più sembrerebbe avere acquisito il senso di “politico o elettore di un partito non di diritto divino”. Altrove, dove si tenta di studiare il fenomeno con rigore accademico, i sondaggisti internazionali hanno creato una definizione più precisa: Il populista è una persona che si dichiara d’accordo con le due frasi: “Il mio paese è diviso tra le persone comuni e le élite corrotte che le sfruttano” e “La volontà popolare dovrebbe essere il più alto principio politico di questo paese”.
Posto in questi termini l’Italia non è particolarmente populista. Finisce infatti ben giù nella graduatoria del populismo dei paesi compresi in una ricerca demografica YouGov, sostenuta dal quotidiano progressista inglese The Guardian e dal Bennett Institute for Public Policy all’Università di Cambridge. L’Italia, populista al 20%, è lontana dai fasti raggiunti dai primi in classifica: Brasile (al 42%), Sud Africa (39%), Thailandia e Messico entrambi al 30% e la Turchia al 29%. I meno populisti sono Canada e Regno Unito, al 14%, Svezia (11%), Giappone (9%) e Danimarca (7%).
In Italia è d’uso legare automaticamente il populismo all’obiezione all’immigrazione incontrollata, spesso considerata dall’opposizione politica un sintomo di xenofobia. Il binomio però, almeno a guardare i dati YouGov, non è una necessaria conseguenza. La Svezia, molto poco populista, sente più dell’Italia la necessità di ridurre “fortemente” l’immigrazione: il 38% degli svedesi si dichiarano d’accordo con il proposito, contro il 34% degli italiani. I francesi e i tedeschi obiettano marcatamente più dell’Italia all’arrivo di immigranti senza “skills” e in cerca di lavoro: nei primi due paesi il 27% e il 29% rispettivamente del campione considerano la prospettiva “very bad”. Il dato italiano è il 22%. A guardare tutti questi dati insieme—e come tendono a cozzare con la comune visione del Paese espressa dalla politica e dai giornali—verrebbe da pensare che l’Italia sia portata a pensare male di sé, ma curiosamente non è così. Una parte, forse non la meno interessante, della serie di sondaggi che compongono il progetto “Globalism” di YouGov riguarda la percezione delle singole nazioni delle altre.
I sondaggisti hanno chiesto ai partecipanti di indicare quali sono i paesi che più “ammirano”. Con un salto di creatività, hanno lasciato sulla lista anche quello del rispondente. Così risulta che il paese più ammirato (il 33%) dagli italiani è proprio l’Italia. I francesi invece hanno un’ammirazione sfegatata per il Canada (il 44%) mentre i tedeschi ammirano parimenti il Canada e la Svezia (entrambi al 26%). Per la verità, anche l’Italia ha espresso un pareggio: cioè, per gli Stati Uniti, il 33%, lo stesso livello di “ammirazione” che ha per se stessa. Purtroppo gli Usa non ricambiano. Danno solo il 15% della propria stima all’Italia, riservando il 43% per se stessi.
Gli americani si ammirano leggermente meno di quanto la Francia ammiri (misteriosamente) il Canada.
*Nota diplomatica ‘Populista sarà tua sorella’ di James Hansen