Per prosperare in un mercato sempre più competitivo, affollato e caratterizzato da bassi tassi di crescita, le aziende del settore Entertainment & Media (E&M) dovranno sviluppare efficaci strategie e soluzioni per coinvolgere e monetizzare i loro utenti più fedeli e appassionati: in altre parole, i loro fan. Secondo le previsioni di PwC, pubblicate nel rapporto Global Entertainment&Media Outlook 2017-2021, le aziende devono essere in grado di combinare contenuti coinvolgenti con un’ampia e profonda capacità di distribuzione, connettendo questi asset con una user experience altamente interattiva, dove il contenuto risulta facilmente fruibile su un’ampia varietà di piattaforme e device ad un prezzo competitivo. Le imprese del settore dovranno tenere presente che il 2020 sarà l’anno in cui il traffico dati da smartphone supererà quello da rete fissa con banda larga, per cui è anche facile capire sin da ora su quale dispositivo convenga investire di più.
Di seguito ecco i risultati principali che emergono dallo studio Global Entertainment&Media Outlook 2017-2021, giunto alla 18esima edizione: il rapporto rappresenta un’analisi complessiva circa l’evoluzione della spesa nel settore, raccogliendo le previsioni al 2021 sull’andamento in 54 paesi dei 17 principali segmenti: libri, business-to-business, cinema, data consumption, e-sports, accesso ad Internet, pubblicità online, video online, periodici, musica, quotidiani, pubblicità out-of-home, radio, TV e home video, pubblicità televisiva, videogames, realtà virtuale.
Internet, nel 2020 sorpasso degli smartphone alla rete fissa
Sebbene il traffico dati mobile rappresenti un fattore chiave della crescita nel traffico dati complessivo, le reti fisse a banda larga continueranno a rappresentare la maggior parte del traffico dati sui 19 mercati per i quali lo studio sviluppa previsioni dettagliate. Molti consumatori preferiscono ancora accedere a contenuti di dimensioni significative – in particolare video di alta qualità – tramite connessioni fisse in banda larga anziché mediante il proprio dispositivo mobile. Ma la crescita del segmento mobile rispetto al fisso continuerà, specialmente nei mercati in via di sviluppo come l’India e l’Indonesia, fino a che, entro il 2020, il traffico dati degli smartphone in tutti i nostri 19 mercati supererà per la prima volta il traffico dati fisso a banda larga.
Punti di svolta digitali in tutti i segmenti
Internet Advertising più ricavi di quello TV Advertising
Il 2016 ha registrato un importante punto di svolta nell’industria pubblicitaria mondiale, dove i ricavi da Internet advertising hanno superato per la prima volta quelli generati dalla TV advertising. Grazie in particolare alla rapida crescita dei ricavi delle comunicazioni mobile, tale distanza aumenterà significativamente nei prossimi cinque anni. Tuttavia, a livello globale, prevediamo che i ricavi derivanti dalla pubblicità televisiva continueranno ad aumentare, anche se a un ritmo più modesto. Entrambe le piattaforme sono importanti per i consumatori, quindi le aziende per interagire con il proprio pubblico dovranno continuare ad essere in grado di sviluppare, realizzare e misurare campagne coordinate su più canali.
I ricavi Internet Video supereranno quelli dell’Home Video nel 2017
Il segmento Internet Video si è rapidamente ampliato negli ultimi anni e per la prima volta nel 2017 supererà il mercato dell’Home Video. I ricavi del primo segmento sono infatti previsti in crescita dell’11,6% (CAGR) nel prossimo quinquennio, raggiungendo i 36,7 miliardi di dollari nel 2021, mentre il mercato segna un declino terminale per DVD e Blu-ray che scenderanno a 13,9 miliardi di dollari. La domanda si è spostata verso il più immediato e conveniente mercato del video-on-demand (VOD), con contenuti accessibili tramite una vasta gamma di dispositivi collegati che consentono ai consumatori di fruire dei contenuti quando e dove lo desiderano. Mentre resta solido il mercato di acquisto dei contenuti video TVOD (Transactional Video On Demand), la crescita sarà tuttavia incentrata sulle piattaforme SVOD (Subscription Video On Demand) legate da formule di sottoscrizione, con sempre più abbonati attratti da stagioni ricche di contenuti originali e da cataloghi che possono essere visualizzati quando e come preferisce l’utente.
Le strategie direct-to-consumer
Grazie alla maggiore comprensione delle abitudini e delle esigenze degli utenti, le aziende potranno migliorare la loro offerta, coinvolgendo il loro target di riferimento e creando nuove opportunità per generare ricavi. A tale scopo, si stanno diffondendo modelli di business basati su strategie direct-to-consumer (D2C), abilitate dalla tecnologia e caratterizzate da una maggiore possibilità di scelta e controllo da parte degli utenti: nei prossimi cinque anni i segmenti Internet video e music streaming cresceranno ad un CAGR, rispettivamente, dell’11,6% e del 20,7%.
I ricavi pubblicitari globali cresceranno
I ricavi pubblicitari globali cresceranno ad un CAGR del 4,2%, in calo rispetto al 5,1% stimato nella scorsa edizione del presente studio. Questo rallentamento riflette le pressioni sui modelli tradizionali di business basati sulla raccolta pubblicitaria, guidate dalla preferenza dei consumatori per esperienze ad-free e dall’insoddisfazione degli inserzionisti verso le attuali capacità di misurazione dei media digitali. Gli inserzionisti sono ancora disposti a investire, ma la spesa pubblicitaria è attualmente guidata dagli investimenti su internet.
Cresce pubblicità mobile, ma migliori strumenti di misurazione
La crescita del segmento Internet advertising è alimentata dai ricavi mobile, cresciuti del 58,7% nell’ultimo anno e con un’espansione prevista del 18,5% fino al 2021. Nonostante questa crescita, la pubblicità online via cavo rappresenta il 61,6% del totale della pubblicità online nel 2016.
Inoltre, la forte crescita della pubblicità online in realtà maschera una forma di inerzia. Senza sistemi di misurazione che siano in grado di garantire trasparenza dell’efficacia e dell’efficienza delle principali piattaforme, i brand premium sono riluttanti ad assumersi il rischio legato ad una maggiore concentrazione della pubblicità sui media digitali, con la conseguenza che i grandi centri media e i loro clienti non investono ulteriori risorse in pubblicità.