Il 9 gennaio scorso si è tenuta a Bruxelles una riunione a porte chiuse sul problema dei contenuti illegali in rete. Le Istituzioni e le principali piattaforme online di Unione europea, Stati Uniti e Asia dovranno assieme trovare le soluzioni più idonee ed efficaci per proteggere la proprietà intellettuale e i suoi diritti, per garantire la sicurezza online e offline, per tutelare gli investimenti delle imprese.
Come si legge in una nota stampa di ChinaEU, la Cina, con i suoi giganti del web, tra cui Alibaba e Tencent, potrebbe essere uno dei maggiori alleati in questa difficile battaglia contro i contenuti illegali caricati in rete.
Terrorismo, pedopornografia, hate speech, cyberbullismo e pirateria digitale ed audiovisiva, sono le principali minacce contro cui Europa, Stati Uniti e Cina dovranno lottare nei prossimi anni.
A giugno 2017 la Commissione europea aveva chiesto all’industria dell’ICT di sviluppare nuove tecnologie in grado di rimuovere automaticamente contenuti illegali in rete, soprattutto quelli che incitavano l’odio politico/religioso e l’eversione di matrice terroristica.
Sempre nel 2017, la Commissione adottò un programma di cooperazione con le social media company più rilevanti teso proprio a ridurre la presenza in rete di questi contenuti pericolosi per la sicurezza personale e collettiva.
Considerando che le misure decise dall’Unione europea si estenderebbero anche a piattaforme online con sede al di fuori dell’area UE, è possibile che la legislazione adottata abbia anche effetti extraterritoriali. Cosa questa che lascerebbe pensare ad azioni unilateriali di Bruxelles contro ogni tipo di pubblicazione e contenuti online considerati illegali.
Nel 2017 in Cina sono stati chiusi 2.554 siti web che violavano la proprietà intellettuale e sono stati rimossi 2,8 milioni di contenuti digitali piratati difesi da diritto d’autore. Su 63 mila siti web monitorati dalle autorità di Pechino, in particolare dalla National Copyright Administration, dalla Cyberspace Administration of China, dal Ministero dell’industria e dell’IT e dal Ministero di Pubblica sicurezza, sono stati individuati ed eliminati 710 mila link a pubblicazioni/contenuti pirata.
Le denunce per violazione del copyright, secondo quanto riportato dall’agenzia Xinhua, sono state 543.