Il progetto Medusa, sostenuto dall’Unione Europea, mira a rivoluzionare la connettività digitale nella regione del Mediterraneo creando un cavo sottomarino di 8.700 km che collega i paesi del Nord Africa – Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto – e promettendo l’accesso a Internet 5G entro il 2026.
Il progetto…
Nel dicembre 2023, il lungomare di Bengasi, noto soprattutto per la pratica diffusa del parkour, è stato scelto come punto di atterraggio per il cavo, che collega l’Europa meridionale con il Nord Africa e si estende potenzialmente fino all’Asia.
Storicamente, il Nord Africa ha bisogno di un’infrastruttura di cavi sottomarini più unificata, visto che Algeria, Tunisia e Libia hanno connessioni obsolete e scarse di banda rispetto ai migliori collegamenti del Marocco e dell’Egitto con l’Europa e l’Asia. Il cavo Medusa, che dovrebbe essere operativo nel Mediterraneo orientale entro il 2025 e completamente terminato entro il 2026, ha l’obiettivo di colmare questa lacuna.
![](https://www.key4biz.it/wp-content/uploads/2024/07/progettomedusa-1024x575.jpg)
La mappa del Progetto Medusa
…Per collegare il Nord Africa
Nonostante le sfide geopolitiche ed economiche, viste le tese relazioni Algeria-Marocco e la guerra civile libica, il progetto, sostenuto da 342 milioni dall’UE e dalla Banca europea per gli investimenti nell’ambito della strategia Global Gateway da 320 miliardi di dollari, è destinato a diventare il primo cavo sottomarino che collegherà tutti e cinque i paesi del Nord Africa.
Modello aperto
Miguel Angel Acero di AFR-IX Telecom descrive Medusa come un “vettore di vettori”, che fornisce infrastrutture per le società di telecomunicazioni senza competere direttamente con esse. Questo modello, finanziato dall’UE, mira a ridurre al minimo i conflitti regionali.
Sebbene il cavo sia destinato ad accrescere la capacità di Internet e favorirà il lancio del 5G, a causa delle dinamiche del mercato, potrebbe essere necessario più tempo per ridurre i costi. Tuttavia, potrebbe aprire la strada alla futura crescita digitale e allo sviluppo dei data center, in particolare in Marocco, Tunisia e Algeria che devono affrontare ostacoli normativi.