Una città può essere colpita da diversi disastri naturali, come terremoti, maremoti, alluvioni ed esondazioni di fiumi, e da situazioni critiche e di emergenza legate a crolli di edifici e danneggiamenti alle infrastrutture critiche. In ognuno di questi casi, i programmi smart city più avanzati propongono delle soluzioni immediate.
Prevenire è sempre meglio che curare, e le smart technologies servono proprio a questo, ma di fronte a determinati fenomeni naturali molto violenti poco si può fare se non organizzare interventi di soccorso rapidi ed efficaci.
Il programma europeo INACHUS, a supporto del nucleo Ue “Urban Search-and-Rescue (USaR)” per la ricerca, il soccorso e il recupero di persone in situazioni critiche (quello che fa la nostra Protezione civile nazionale), è stato lanciato all’inizio dell’anno in corso proprio per rendere più efficace il piano di protezione e sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture in ambito urbano di tutti i Paesi membri.
L’Ue ha stanziato 14 milioni di euro (Settimo Programma Quadro per la ricerca – FP7) per il progetto INACHUS (2015 – 2018), dedicato al potenziamento della resilienza urbana, alla smart city security, alla protezione delle infrastrutture critiche (energia, acqua, comunicazioni, viabilità, Difesa) e alla nascita della Protezione civile europea.
Imponente la dotazione tecnologica in dotazione alle unità di crisi, sia in fase di training, sia di intervento sul camp, tra cui: sensoristica digitale, rete mobile dedicata, sistemi informativi geografici (GIS), robots, visori 3D, piattaforme interoperabili per l’elaborazione di big data.
Il consorzio INACHUS, coordinato dalla Grecia con l’institute of Communication snd Computer Systems (ICCS), vede 19 partner tra cui la Applied Science International Europe srl con sede in Campania (Caserta).