L’intero patrimonio documentale dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (www.archiviodiari.org) è stato digitalizzato: questo lo storico obiettivo raggiunto grazie al progetto “Impronte digitali”, realizzato con Fondazione Tim e Regione Toscana, e con la partecipazione del Mibact.
Un’impresa straordinaria che si è conclusa nel marzo 2016, dopo tre anni di intenso lavoro, che è stata ripercorsa oggi, martedì 24 maggio a Roma, presso il Teatro India (Lungotevere Vittorio Gassman 1) nel convegno “Impronte digitali: le tracce della memoria” promosso dall’Archivio dei diari.
Sono intervenuti al convegno: Camillo Brezzi, Direttore scientifico della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale; Marcella Logli, Direttore Generale FONDAZIONE TIM; Roberto Ferrari, Direttore Cultura e Ricerca – Regione Toscana; Anna Iuso, Antropologa presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza e membro del comitato scientifico del Master in Digital Heritage; Davide Merlitti, Esperto di tecnologie informatiche per i beni culturali – Informatica Umanistica; Rossana Rummo, Direttrice Generale della Direzione Generale Biblioteche e Istituti culturali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; Marino Sinibaldi, Presidente del Teatro di Roma.
Il progetto “Impronte digitali”
Con Impronte digitali circa 7.000 testimonianze suddivise tra autobiografie, diari, memorie e raccolte di lettere, scritte da persone comuni e depositate presso la “banca della memoria” fondata nel 1984 da Saverio Tutino, sono state scansionate o fotografate e archiviate in formato elettronico. Si tratta di circa 840mila pagine autografe, riempite a mano o dattiloscritte: una vera e propria enciclopedia popolare della storia d’Italia e degli italiani che grazie a questa operazione è stata posta in sicurezza e sottratta ai naturali fenomeni di deperimento che subiscono i tradizionali supporti cartacei.
Il tempo potrà continuare a fare il suo corso, i fogli diverranno più gialli e più affascinanti, l’inchiostro e la grafite potranno sfumare e attenuarsi. Ma i preziosi contenuti racchiusi nei documenti, oggi trasferiti sui file, non rischieranno più di disperdersi.
La conservazione del patrimonio documentale è però solo il primo obiettivo raggiunto grazie al progetto Impronte digitali. Adesso ce n’è uno altrettanto importante da raggiungere: quello della condivisione online dell’intero fondo archivistico. Un’operazione che avverrà in maniera graduale a partire da quest’anno attraverso l’implementazione della digital library dell’Archivio dei diari che sarà accessibile online.
La consultazione dei documenti da parte del pubblico che richiederà accesso dalla rete – studenti e studiosi ma anche semplici lettori – sarà subordinata all’esplicito consenso dei depositari della testimonianza o dei loro eredi. Il primo fondo omogeneo per tematiche a essere rilasciato al pubblico, previo consenso dei proprietari delle singole testimonianze, sarà quello relativo al biennio 1943-1945, il periodo della Seconda guerra mondiale che va dall’Armistizio alla Liberazione, sul quale l’Archivio sta portando avanti contestualmente un’iniziativa di carattere divulgativo-giornalistica in collaborazione con il Gruppo L’Espresso e la Struttura di Missione per gli anniversari di interesse della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con questo progetto si conferma l’impegno sociale di FONDAZIONE TIM nella promozione dell’innovazione digitale in ogni ambito della nostra società. In questo caso, con l’obiettivo di conservare la memoria da cui non si può prescindere in ogni progetto che guardi al progresso e al futuro.
“L’Alfabeto della memoria”
Un altro appuntamento odierno è stato la presentazione de L’Alfabeto della memoria. Un dispositivo interattivo progettato da dotdotdot (www.dotdotdot.it), equiparabile a una “valigia di storie” che permetterà di portare in giro i racconti di vita racchiusi nelle 7.000 testimonianze conservate a Pieve Santo Stefano. Un dispositivo che diventa parte integrante del cammino verso il digitale che sta compiendo l’Archivio, e che nel 2013 è passato anche attraverso la creazione del Piccolo museo del diario (www.piccolomuseodeldiario.it) a Pieve Santo Stefano, un percorso museale innovativo e coinvolgente.
Una valigia racconta e racchiude storie e si presenta come una scatola cinese con cassetti, schedari, teche e ribaltine dall’estetica semplice e pulita, coordinata alle installazioni già presenti nel percorso museale di Pieve Santo Stefano, progettate negli ultimi anni da dotdotdot.
L’archivio, mobile e compatto, contiene al proprio interno un sistema tecnologico automatizzato ed easy-to-use che consente all’utente di fruire dei contenuti in modo semplice e intuitivo, facilitando l’aspetto coinvolgente delle storie.
Uno schedario, organizzato in ordine alfabetico, permette di scegliere una scheda a piacimento e attivare, con una semplice azione, contenuti audio e video fruibili da monitor e speaker integrati al dispositivo.
Un cassetto, contenente tre bottoni, racconta invece la storia dell’Archivio: La Fondazione, il Premio Pieve Saverio Tutino e il Piccolo museo del diario.