La Fondazione Ergo, organizzazione no profit nata per studiare e proporre soluzioni destinate a far crescere la produttività partendo da una migliore organizzazione del lavoro, lancia il primo numero del Bollettino Statistico semestrale del suo Centro Studi con l’obiettivo di offrire analisi e proposte al dibattito sulla politica industriale.
Dal Bollettino Statistico della Fondazione Ergo emergono molte novità.
La prima: il livello della produttività del lavoro è molto diverso nelle varie Regioni italiane. Il valore aggiunto per occupato, fatta 100 la media Ue, è a quota 127,8 in Valle d’Aosta e a 122,3 in Lombardia, ma crolla a 86,0 in Campania ultima fra le Regioni italiane e 193esima fra le 266 analizzate in Europa. Sorprendente la posizione del Lazio, al quarto posto in Italia con 117,8 punti.
La seconda: se l’Italia nel suo complesso registra una drammatica stagnazione decennale (dal 100,3 del 2004 si passa al 100,4 del 2016) l’andamento dei singoli comparti è molto differenziato: le costruzioni crollano dal 122,7 al 103,3 mentre l’industria in senso stretto guadagna 13,2 punti (da 92,5 del 2004 a 105,7 nel 2016).
La terza: alcuni settori industriali italiani stanno registrando risultati in qualche modo positivo. Il tessile, ad esempio, segna un aumento della produttività di 26 punti in 12 anni, le imprese che producono macchinari salgono di 16 punti e quelle dei mezzi di trasporto (auto, navi, aerei) di 13,8 punti.
Il Bollettino della Fondazione Ergo riporta anche le comparazioni fornite dall’Eurostat sul livello di produttività di tutte le Regioni europee (il primato va alla norvegese Oslo con 220,2 “punti” mentre l’ultima è la bulgara Yuzhen ferma a quota 14,03) oltre alle previsioni Ocse per il 2018 che assegnano alla produttività del lavoro italiano una crescita modesta, pari allo 0,3%. Lontano dall’aumento medio dei 19 paesi dell’Eurozona che dovrebbe attestarsi sul +0,7%.
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