Colombia, crisi in Venezuela “complica” il processo di pace
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il massiccio esodo di venezuelani in fuga dalla crisi economica e politica del loro paese “complica” l’applicazione degli accordi di pace in Colombia. Lo ha detto la ministro degli Esteri colombiana Maria Angela Holguin, a Washington per un colloquio con il segretario di Stato Usa Rex Tillerson. Secondo la titolare della diplomazia colombiana, i sostanziosi “costi” necessari a “ricevere i venezuelani” si sommano a quelli assunti per “rispondere agli impegni assunti con l’accordo di pace, sui temi di salute, educazione, infrastrutture e processi produttivi”. Secondo Bogota’ sono stati 450 mila i venezuelani arrivati in Colombia nell’ultimo anno e mezzo. “La nostra preoccupazione e’ crescente. Ogni giorno la situazione per il popolo venezuelano e’ piu’ complessa”, ha detto la ministro citata dal quotidiano “El Espectador”.
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Germania, Schaeuble commenta il fallimento dei coalizione Giamaica
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente del Bundestag, il cristiano democratico Wolfgang Schaeuble (Cdu), ha chiesto alle parti politiche, dopo la fine dei colloqui per una coalizione Giamaica, una maggiore disponibilita’ al compromesso: “Condividiamo la responsabilita’ per il nostro Paese”, ha dichiarato Schaeuble nella prima sessione del Bundestag. “E’ chiaro che la funzione di governo e’ necessaria”. Schaeuble ha dunque ribadito l’appello del presidente federale, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier (Spd). In entrambi i casi, l’appello e’ parso indirizzato proprio ai Socialdemocratici (Spd) di Martin Schulz, che dopo le elezioni hanno chiarito di non essere disposti a ripetere l’esperienza della Grande coalizione a fianco dell’Unione di centrodestra. La situazione attuale e’ una sfida, ha detto il presidente del Parlamento. “La sfida e’ grande, ma e’ risolvibile. E’ un test, ma non e’ una crisi nazionale”, ha sottolineato. Il presidente federale Steinmeier ha avviato consultazioni con i partiti che potrebbero prendere parte a una coalizione di governo. Con l’eccezione della Linke, i parlamentari dei partiti rappresentati al Bundestag hanno istituito un comitato per garantire le funzioni essenziali di governo che include 47 membri: e’ la seconda volta che il parlamento assume una misura analoga dopo il 2013. Nella legislazione tale comitato assume il ruolo delle commissioni regolari del Parlamento, che vengono nominate solo dopo la formazione di una nuova coalizione.
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Usa, e’ ancora stallo dopo il quinto round di negoziazioni sul Nafta
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il quinto round di negoziati tra Stati Uniti, Messico e Canada sull’accordo di libero scambio (Nafta) si e’ concluso con un nulla di fatto. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”. La settimana di incontri a Citta’ del Messico non ha affrontato i nodi cruciali della questione che riguarda soprattutto la produzione di automobili, la risoluzione delle controversie commerciali e l’emanazione di contratti governativi, nonche’ la cosiddetta “sunset clause” che prevedrebbe la scadenza automatica di Nafta ogni cinque anni a meno che i paesi non votino per prolungarlo. Le proposte avanzate dagli Usa ad ottobre hanno creato tensioni e il timore della fine permanente dell’accordo. Gli Stati Uniti vogliono rivedere il sistema di soluzione delle controversie e spingono per alzare, dal 62,5 per cento all’85, la quota minima di componenti di origine locale che i prodotti debbono avere per circolare nell’area di libero scambio. Inoltre vogliono anche imporre che almeno il 50 per cento delle componenti di un’auto sia prodotto negli Usa. Il Canada bolla come irricevibili queste richieste, ma non fa controproposte, soddisfatto, forse, dello status quo. Il Messico non avanza alcuna altra soluzione. I tre paesi si sono dati come scadenza massima per un nuovo Nafta marzo 2018, un periodo che risentira’ delle campagne elettorali in Messico (le presidenziali) e negli Usa (il rinnovo del Congresso). Messico e Canada, intanto, contano sul lavoro delle lobby economiche statunitensi per riuscire a spuntare qualche risultato.
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Usa, il presidente Trump invita a votare per Roy Moore, che non ritiene colpevole di molestie sessuali
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente statunitense Donald Trump ha oggi rotto il silenzio sul caso delle presunte molestie sessuali che coinvolge il candidato repubblicano al seggio dell’Alabama, Roy Moore. Trump ha sottolineato che Moore “nega decisamente tutte le accuse” di molestie nei confronti di donne che, oltre 40 anni fa, erano minorenni, ricordando poi che “non c’e’ alcun bisogno che un progressista” vinca il seggio al Senato. Lo riferisce il quotidiano statunitense “New York Times”. Moore che si presenta alle elezioni suppletive il 12 dicembre prossimo per il seggio lasciato vacante dal repubblicano Jeff Sessions, diventato procuratore generale, corre ormai in solitaria, abbandonato dall’establishment del Partito repubblicano (Gop), che ne ha chiesto il ritiro, e sostenuto solo dai repubblicani dell’Alabama e dalla potente chiesa cristiano-evangelica. Moore e’ stato fortemente sponsorizzato durante le primarie dall’ex consigliere strategico del presidente, Steve Bannon, anche a dispetto di Trump stesso. Sono ormai nove le donne che lo accusano di molestie quando erano minorenni. Ma Moore oltre a negare gli addebiti, non intende rinunciare alla corsa elettorale, in un seggio che il Gop non si puo’ permettere di perdere a causa dell’esigua maggioranza di cui gode in Senato. I leader repubblicani sono anche arrivati ad ipotizzare l’espulsione di Moore dal Senato in caso di vittoria, ma oggi il cauto sostegno del presidente Trump potrebbe richiedere una nuova strategia.
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Spagna, Bruxelles avverte che l’incertezza politica potrebbe richiedere ulteriori aggiustamenti di bilancio
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Bruxelles non vede gravi rischi di insolvenza fiscale nel 2017 e nel 2018. Questa la conclusione dopo aver esaminato il piano di bilancio inviato dalla Spagna. Si sottolinea pero’ che Madrid potrebbe essere costretta a fare ulteriori aggiustamenti dal valore di poco piu’ di 2 miliardi di euro a causa dell’incertezza politica e della mancanza di un budget adeguato. Il deficit pubblico del 2017, che l’esecutivo di Mariano Rajoy ha calcolato al 3,1 per cento, dovrebbe essere in linea con gli obbiettivi, secondo quanto affermato dalla Commissione europea. Questo quanto riferito ieri dal quotidiano spagnolo “El Pais”. La Commissione mette inoltre in guardia il governo spagnolo sul possibile costo della crisi catalana, ancora difficile da prevedere. “I principali rischi per gli obiettivi di bilancio e del debito previsti nel piano sono legati alle incertezze per quanto riguarda lo sviluppo macroeconomico, in particolare relativamente alla crescita dell’occupazione e al budget del 2018”, ha dichiarato la Commissione. Bruxelles ha piu’ volte invitato la Spagna a dare un segno di stabilita’ in questo momento di tumulto politico che ha visto gia’ un “profondo rallentamento” delle attivita’ economiche in Catalogna, come ammesso dal ministro dell’Economia Lui de Guindos. Secondo i dati diffusi ieri dall’Istituto nazionale di statistica e riportati dal quotidiano “El Mundo”, gli ordinativi dell’industria sono aumentati del 76,8 per cento a Madrid e del 2,3 per cento in Catalogna.
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Brexit, Gran Bretagna e Ue puntano a raggiungere un accordo entro tre settimane
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – La Gran Bretagna e l’Unione Europea potrebbero raggiungere entro le prossime tre settimane un accordo di massima sulla Brexit che metterebbe da parte le questioni piu’ controverse: lo anticipa il quotidiano “The Financial Times”, secondo cui avrebbe dato nuovo slancio alle trattative la disponibilita’ mostrata dalla premier britannica Theresa May ad aumentare l’offerta finanziaria per far fronte ai costi del divorzio; i rappresentanti delle due parti starebbero lavorando ad una “road map politica” che potrebbe essere pronta gia’ nella prima settimana di dicembre e permetterebbe di rompere lo stallo. Alti diplomatici europei citati dal giornale ammettono che in questo momento ci sono le migliori chance perche’ il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, che si terra’ a Bruxelles a meta’ dicembre, riconosca che si sono fatti “progressi sufficienti” e dia il via libera ad una “seconda fase” di negoziati commerciali. Ma queste stesse fonti hanno avvertito il “Financial Times” che calcoli politici sbagliati da parte del governo britannico rischiano ancora di far deragliare l’intero processo: la Gran Bretagna non ha ancora precisato l’ammontare la sua nuova offerta finanziaria per la copertura dei costi della Brexit ed i diplomatici sentiti dal giornale temono che possa rivelarsi ancora troppo largo il gap con quanto invece rivendicato dall’Ue; inoltre resta ancora fuori portata un compromesso sull’altra questione piu’ delicata, e cioe’ lo status futuro della frontiera tra l’Irlanda del Nord britannica e la Repubblica d’Irlanda. Tutto sara’ piu’ chiaro, prevede il quotidiano britannico, dopo l’incontro che la premier May avra’ dopodomani venerdi’ 24 con il presidente del Consiglio Ue, il polacco Donad Tusk; e soprattutto dopo la cena di lavoro con il presidente della Commissione europea, il lussemburghese Claude Juncker, di lunedi’ 4 dicembre: proprio quella potrebbe essere l’occasione per il governo britannico di presentare la propria offerta formale.
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Francia, la vittoria di Parigi nell’assegnazione dell’Autorita’ bancaria europea
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – “Libe’ration” parla della vittoria diplomatica francese nell’assegnazione dell’Autorita’ bancaria europea (Eba) a Parigi e della “collera” di Lille nell’aver perso l’Agenzia europea dei medicinali. Due scelte inattese, visto che Milano e Francoforte erano date come favorite. I rappresentanti locali del nord sono “furiosi” per aver perso la partita. “Abbiamo la convinzione che il presidente della Repubblica non abbia, malgrado quello che dice, sostenuto il dossier dell’Aem a Lille. Ne abbiamo adesso la prova” scrive Martine Aubry, primo cittadino di Lille, sul suo conto Twitter. Il quotidiano sottolinea che per l’Eliseo la candidatura di Lille “era poco credibile” mentre per Parigi c’erano poche speranze contro Francoforte. “Les Echos” sottolinea che la vittoria di Parigi “riveste una dimensione simbolica forte”. Il quotidiano economico afferma che l’organismo potrebbe guadagnare una maggiore influenza nei prossimi anni visto che “i perimetri geografici” con la Bce si avvicineranno. L’Eba “potrebbe diventare “il motore” europeo nella coordinazione in materia di regolazione e, al tempo stesso, assumere un ruolo da tramite con il mondo anglosassone. L’istituto e’ popolare nel settore bancario visto che impiega esperti affermati nel settore.
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Francia, Macron verso un nuovo rimpasto di governo
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Dopo l’elezione del segretario di Stato e portavoce de governo Christophe Castaner alla guida della Re’publique en marche, il presidente Macron si appresta ad annunciare un piccolo rimpasto di governo. “Le Figaro” afferma che il capo dell’Eliseo dovrebbe procedere alle nuove nomine questa settimana. Mentre sara’ costretto ad abbandonare il ruolo di portavoce, Castaner vuole mantenere il posto come segretario di Stato. In molti si interrogano sulla reale efficacia di una simile scelta che obblighera’ Castaner a ricoprire un duplice ruolo. Un vero “rompicapo” per Macron, che per il momento ha deciso di prendere tempo. Dall’Eliseo hanno fatto sapere che l’Autorita’ per la trasparenza della vita pubblica ha ancora bisogno di alcuni giorni per compiere le verifiche necessarie. Dichiarazioni che lasciano intendere l’ingresso di nuove figure all’interno della squadra di governo. Prima di mettere le mani nell’organizzazione dell’esecutivo, Macron ha voluto incontrare i rappresentanti politici per una serie di consultazione in vista delle prossime elezioni europee. “Le Figaro” scrive che il presidente non voleva “disturbare” i colloqui con l’annuncio dei nuovo nomi.
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Germania, gli immigrati sono piu’ propensi ai reati sessuali?
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – La situazione generale della sicurezza in Germania non si e’ deteriorata, sostengono le autorita’. La maggior parte delle aggressioni a sfondo sessuale non avvengono all’esterno, ma nella sfera privata. Ma i casi in cui le donne subiscono violenze sessuali in luoghi pubblici hanno un grande impatto sul senso di sicurezza della societa’. I reati di questo genere sono calati rispetto al 1999, anno della riforma della legge sui reati a sfondo sessuale, da 2.459 a 1.132. Tuttavia questo numero e’ duplicato nel corso del 2016 rispetto all’anno precedente. Cio’ e’ dovuto principalmente agli episodi della notte di Capodanno del 2016 a Colonia e ad Amburgo, quando gruppi di richiedenti asilo (750 in totale le denunce) assalirono e molestarono decine di donne durante le celebrazioni pubbliche. Secondo le statistiche dell’Ufficio federale di polizia criminale, quasi il 15 per cento dei sospettati denunciati lo scorso anno per stupro e gravi aggressioni sessuali sono immigrati, una quota sproporzionata. Il dato non tiene conto dei rifugiati che hanno ottenuto il permesso di soggiorno. Il criminologo Christian Pfeiffer ha studiato il fenomeno. “Piu’ emotiva o minacciosa l’offesa, piu’ difficile e’ denunciare”, spiega l’esperto. Thomas Feltes, professore di criminologia all’Universita’ di Bochum, si occupa delle statistiche sulla criminalita’ della polizia, e afferma che i crimini commessi dagli immigrati irregolari sono gravemente sotto-stimati. Molti sospetti, ad esempio, non sono provvisti di documenti, e cio’ rende i dati inaccurati. Inoltre, circa il 20 per cento delle statistiche relative alla criminalita’ della polizia sono inaffidabili. I dati sarebbero inseriti in modo errato e i reati non precisati, sostiene l’esperto. Secondo l’esperto, pero’, i crimini davvero trascurati sono quelli che avvengono nei centri di accoglienza dei rifugiati. La maggior parte dei richiedenti asilo che sono arrivati in Germania dal 2015 sono giovani uomini. Questa e’ la popolazione che commette piu’ reati ovunque nel mondo. Il criminologo Pfeiffer sostiene che manchi “l’elemento civilizzatore delle mogli, delle sorelle e delle madri. Provengono da culture maschiliste e non sono abituati al libero comportamento delle donne tedesche. Trovano provocatoria anche una donna che corre in estate con una gonna corta e una maglietta”. Il professore divide i rifugiati in due gruppi. Tra i primi ci sono quelli che di solito si attengono alle regole, perche’ sanno che qualsiasi attenzione da parte della polizia riduce le loro possibilita’ di ottenere l’asilo. Il secondo e’ di quanti sanno che non avranno possibilita’ di ottenere l’asilo, il che genera frustrazione e aggressivita’. Il problema puo’ essere risolto solo intensificando i rimpatri dei non aventi diritto, oppure incoraggiandoli a farlo volontariamente.
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Italia, la rinuncia di un suo giovane leader e’ un brutto colpo per il Movimento 5 stelle
22 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il Movimento cinque stelle (M5s) italiano ha incassato un inatteso brutto colpo: lo riferisce il quotidiano britannico “The Telegraph” riportando la notizia dell’annuncio con cui Alessando Di Battista ha anticipato che non correra’ ale prossime elezioni; e’ uno dei piu’ popolari leader del M5s, lo descrive Nick Squires sul “Telegraph”, il cui amore per le motociclette e per i viaggi lo hanno fatto paragonare a Che Guevara. Di Battista e’ un parlamentare che molti vedevano come ministro degli Esteri in un possibile governo pentastellato in caso di vittoria del M5s alle elezioni della prossima primavera, aggiunge il corrispondente da Roma del giornale inglese. Le ragioni della sua rinuncia sono la nascita del suo primo figlio lo scorso settembre ed il suo desiderio di tornare a scrivere ed a viaggiare: “Ho deciso di non candidarmi”, ha scritto Di Battista ai suoi 1,3 milioni di followers su Facebook; “si tratta di una decisione di carattere personale; non ha nulla a che fare con il M5s, che continuero’ a sostenere. La nascita di un figlio ti fa pensare al tuo futuro, ai tuoi sogni ed alle tue aspirazioni”, ha spiegato: per questo “dopo la prossima campagna elettorale tornero’ a scrivere ed a viaggiare”. In Italia, scrive il “Telegraph”, c’e’ chi attribuisce invece la rinuncia di Di Battista al timore di un sonoro insuccesso elettorale: secondo i sondaggi, il Movimento non riuscira’ a conquistare la maggioranza ed a battere i rivali della coalizione di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi e del blocco di centrosinistra che si formera’ attorno al Partito democratico di Matteo Renzi. E’ facile prevedere che dopo le elezioni nel futuro Parlamento italiano ci saranno complesse trattative e compromessi per formarre un governo: ed il rifiuto del M5s di fare accordi con gli altri partiti, ricorda il “Telegraph”, con ogni probabilita’ lo terra’ fuori dal potere.
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