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‘Prix Italia bottega Rai dell’innovazione’. Intervista al Segretario Generale Paolo Morawski

Paolo Morawski

Grande inizio domani a Torino per la 66a Edizione del Prix Italia che durerà fino al 25 settembre.

L’importante appuntamento annuale organizzato dalla Rai per dialogare con gli operatori europei e mondiali della Tv, della radio e del web, sarà ricco di novità.

Saranno 230 le opere in concorso; 30 i Paesi dei cinque continenti rappresentati; 50 i player che si confronteranno, 90 gli speaker. Questa edizione darà vita a un vero Laboratorio dell’innovazione (Per approfondimenti consulta il documento a piè di pagina) in questa grande fase di passaggio che vede le emittenti di servizio pubblico trasformarsi in media company, sulla scia dei grandi cambiamenti tecnologici in atto.

Key4biz ne ha parlato con il nuovo Segretario Generale Paolo Morawski, per capire meglio cosa ci riserverà questo Prix Italia 2014.

Key4biz. Paolo Morawski, lei debutta al Prix Italia come Segretario Generale. Come ha caratterizzato questa sua “prima”?

Paolo Morawski. Direi che la scelta del titolo di quest’anno “Il laboratorio dell’innovazione” è una sorta di “manifesto” del pensiero del Prix: un Prix dove si vedono programmi, ma dove si lavora anche, con le maniche rimboccate, per capire come nasce un programma tv, radio, web; di quale società è espressione; quali linguaggi utilizza; a quali orizzonti guarda. Penso che i media, anche quelli più tradizionali, abbiano bisogno anche di questo per innovare e rinnovarsi. Insomma, un Prix come una “bottega artigiana” aperta a tutti.

Key4biz. Incontri, dibattiti, anteprime. E poi c’è il concorso che dovrà premiare il meglio di Radio, Tv e web. Non teme che rischi di passare in secondo piano rispetto agli eventi “collaterali”?

Paolo Morawski. Assolutamente no. Non c’è Prix senza programmi e neppure senza una riflessione. Ma è nei programmi in concorso che si capisce dove vanno i media, quali sono i problemi percepiti nel mondo e con quali linguaggi si raccontano, quanto “pesano” web e social media. Duecentotrenta programmi di novantacinque Paesi sono davvero una cifra considerevole: dentro c’è tutto il nostro mondo, anche quello che non vogliamo vedere Ed è importantissimo il fatto che, durante il Prix, i programmi in concorso siano disponibili on demand per tutti, pere un’intera settimana.

Key4biz. Lei parla di mondo che a volte non vogliamo vedere. Cioè?

Paolo Morawski. Ad esempio il Sud del mondo, non solo geograficamente. Molti programmi in concorso lo raccontano, con sfumature diverse. Quello è un mondo che ci interpella, mette in discussione luoghi comuni e abitudini culturali. E noi ci lavoreremo sopra: l’incontro del primo giorno, dedicato al tema dell’immigrazione visto dai Paesi dai quali i profughi provengono, è la dimostrazione dello “spirito” del Prix: vedere, interrogarsi, capire. E poi ci sono tutte le questioni sociali che una civiltà come la nostra – 7 miliardi di persone in maggioranza urbanizzate e globalizzate – esaspera.

Key4biz. Ma ci sarà anche spazio per un po’ di “leggerezza”?

Paolo Morawski. Chiamiamola leggerezza “intelligente”, non fine a se stessa e assolutamente non noiosa. Il concerto inaugurale con Noa e l’Orchestra Rai, il laboratorio sulla street art da “toccare” con mano, gli incontri con i protagonisti del mondo dello spettacolo come Gabriele Salvatores, Renzo Arbore e altri protagonisti della Tv e della Rai vanno in questa direzione. E poi una serata intera, in diretta radiofonica, dedicata alla poesia europea con sei grandi poeti contemporanei che recitano se stessi. Che spazio ha la poesia nella nostra vita? Ecco, il Prix è anche questo. Musica, Poesia, Arte, Arti.

Key4biz. I tempi sono difficili. Ma la Rai non rinuncia al Prix (e neppure alla location di Torino). Sembra una buona notizia.

Paolo Morawski. Credo lo sia davvero. Eppure credo sia inevitabile: non pensa che in quello che ci siamo detti finora ci sia l’essenza di ciò che è, davvero, il Servizio Pubblico? La Rai, la più grande impresa culturale del Paese, lo fa anche così. E da sessantasei anni, anche in un momento di crisi. Anzi, nonostante la crisi. E questo con il contributo decisivo di Torino e del suo territorio intellettuale e umano: il rapporto con gli enti, le istituzioni locali, gli sponsor è ottimo, le location perfette, anche grazie al contributo del Centro di Produzione Tv Rai. Un fidanzamento d’amore, ormai.

Key4biz. Ci dice un buon motivo per venire al Prix Italia?

Paolo Morawski. Se ci siete già stati, ne conoscete più d’uno. Se no, entrate nel nostro “laboratorio”: troverete realtà da conoscere e su cui riflettere, scoprirete cosa accadrà nel mondo delle tecnologie della comunicazione, incontrerete i media di tutto il mondo, vedrete la comunicazione farsi immagine, parola, suono. Senza annoiarvi mai, questo sento di poterlo garantire. Basta andare sul nostro sito, a proposito, che ve ne pare?

Prix Italia, The Innovation Laboratory

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