Kaspersky Lab Italia ha commissionato a Doxa una ricerca per valutare quanto gli italiani siano attenti alla loro privacy online e se abbiano avuto qualche problema a causa di atteggiamenti poco accorti.
Con l’estate alle porte siamo tutti pronti a fotografare, a farci fotografare e a dire al mondo dove siamo. Ma siamo sicuri di dirlo alle persone giuste? Nell’era dei social media non è sempre così.
In base alla ricerca condotta da Doxa per conto di Kaspersky Lab, il 36% degli italiani fa attenzione a non comparire nei selfie di amici e parenti, magari perché non ama essere fotografato oppure semplicemente perché preferisce non comparire, mentre il 49% verifica di non riprendere altre persone mentre se li fa.
Il 33% invece non presta attenzione a queste cose, cioè né a comparire nei selfie di altri utenti né a verificare chi ha inserito a sua insaputa e che finirà in profili di sconosciuti, senza sapere neanche il contesto.
Basta un click e il gioco è fatto. Magari riceviamo anche la segnalazione di essere stati taggati in qualche foto, ma non tutti vanno a verificare di cosa si tratta. Il 53% degli intervistati ha risposto di controllare sempre le foto in cui è stato taggato, il 35% di farlo a volte, mentre il 12% di non farlo mai, rimanendo all’oscuro di un potenziale momento di notorietà. I più interessati a verificare si sono rivelati i più giovani del campione preso in esame, gli appartenenti cioè alla fascia d’età 18-24 dove, tra chi controlla sempre e almeno a volte, è stato raggiunto il 96%, fanalino di coda la fascia dai 55 ai 64 anni con un 81%. Tra donne e uomini controllano di più le donne: 91% rispetto all’85%.
Le conseguenze non vanno sottovalutate e, infatti, ben il 20% degli intervistati ha raccontato di aver litigato a causa di una foto taggata sui social e il 13% anche più di una volta. Anche qui i più litigiosi sono i più giovani, visto che la fascia 18-24 ha raggiunto il 36% e questa volta in vantaggio sono gli uomini con un 21% che di poco supera il 18% delle donne.
A qualcuno è proprio capitato di essere scoperto dove non doveva essere: ha risposto in modo affermativo il 17% e sono i giovani che si sono fatti beccare maggiormente (37% per la fascia 18-24 rispetto a un 10% per quelli della fascia 55-64).
Ma visti i rischi, chi è disposto ad andare in vacanza senza cellulare? La risposta è ben pochi. Il 58% non riuscirebbe mai e poi mai ad andare in vacanza senza, sia per fini pratici, di lavoro o affettivi. Un 19% ha invece risposto che ce la potrebbe fare ma che la vivrebbe come una grande rinuncia, mentre solo il 22% lo farebbe volentieri. Stupisce che siano gli utenti più maturi a non poterne fare a meno: nella fascia 55-64 ben il 70% ha affermato che non intende rinunciare mentre nella fascia 18-24 scendiamo al 52%. Come distribuzione geografica i più dipendenti da questi dispositivi sono risultati essere gli abitanti del centro sud con un 62-63% mentre il nord ovest si è fermato a 10 punti in meno con un 53%.
Una volta che i dispositivi li abbiamo portati in vacanza bisogna utilizzarli e quale modo migliore per far sapere a tutti dove siamo? Il 64% ha ammesso di far sapere dove va, di questi il 53% lo fa a volte, mentre l’11% in modo sistematico. Solo il 32% non lo fa mai e a questi bisogna sommare anche un 4% che dice di non usare mai i social. Non è poi necessario dire a parole dove ci si trova, basta infatti anche solo geo-localizzarsi come fa il 53% degli intervistati, di cui il 10% lo fa sempre. La fascia più attiva in questo caso è quella dai 25 ai 34 anni.
“Il problema della gestione della privacy online è un tema di fondamentale importanza ed è per questa ragione che abbiamo commissionato questa ricerca a Doxa. Ne è emerso che gli italiani sembrano sensibili a questo tema, visto che ben il 93% verifica le impostazioni dei vari account eppure questo non basta a sottovalutare una semplice foto che in un attimo può dire molto più di noi di quello che vogliamo far sapere. Bisogna anche tener presente che tutto quello che abbiamo nei nostri dispositivi, che siano dati sensibili, foto e contatti possono finire nelle mani di malintenzionati ed è quindi importante, nei limiti del possibile, proteggerli con soluzioni efficaci”, ha commentato Morten Lehn, General Manager Kaspersky Lab Italia.