Si è svolto a Bologna il 14 novembre il convegno su “Economia digitale e commercio elettronico: sicurezza, privacy e fiducia” che rappresenta la quinta e ultima tappa del Progetto “Vivi Internet al Sicuro”, promosso da Google, Polizia Postale, Altroconsumo e Accademia Italiana del Codice di Internet (Iaic).
I lavori sono stati aperti dalla dott.ssa Augusta Iannini, Vice-Presidente del Garante Privacy, che ha evidenziato come “il rapido e continuo ampliamento degli orizzonti tecnologici, la velocità di trasmissione e circolazione dei dati, nonché la dimensione sovranazionale che caratterizza la cosiddetta. “new economy” nell’attuale processo di globalizzazione dei mercati e dell’informazione, rende assai complessa la “rincorsa” del diritto nei confronti dell’innovazione”.
“Il nuovo Regolamento europeo” – ha affermato la Vice-Presidente – “è molto importante perché sposta il baricentro dalla protezione dei dati alla prevenzione, introducendo il principio di accountability”.
“In tale contesto in evoluzione e ricco di nuove sfide è importante anche il dialogo tra il Garante e gli operatori che può essere molto proficuo, come dimostra l’ottimo rapporto tra il Garante e Google e questa importante iniziativa”.
Il prof. Andrea Stazi, Public Policy Manager di Google, ha evidenziato come “Con la campagna “Vivi Internet, al sicuro” vogliamo sensibilizzare i cittadini all’utilizzo degli strumenti tecnologici disponibili per la gestione dei propri dati personali in rete. Privacy e sicurezza sono due facce della stessa medaglia: sono reciprocamente funzionali e rappresentano presupposti imprescindibili del rapporto di fiducia con gli utenti, che per Google è il bene più prezioso. Il governo sta portando avanti iniziative importanti, anche insieme a Google, per superare il digital divide, sia tecnologico, sia culturale, ed aiutare i cittadini e le imprese a sfruttare le opportunità offerte dall’economia digitale, in particolare oggi la cd. industria 4.0. Affinché tali opportunità possano essere colte appieno, è necessario altresì che nell’ambiente digitale sia garantito l’esercizio dei diritti fondamentali alla sicurezza e alla protezione dei dati personali, pilastri della fiducia dei cittadini-utenti”.
Sono seguiti gli interventi dell’ing. Federico Flaviano, consigliere per le politiche dei consumatori Agcom, incentrato sull’economia digitale e sulla fiducia e il benessere dei consumatori in relazione ai nuovi contesti digitali, e della dott.ssa Silvia Bollani, coordinatrice Area Testing di Altroconsumo, focalizzato sulle attività svolte da Altroconsumo al fine di tutelare il consumatore nella realtà dell’Internet of Things.
Il dott. Sergio Russo, responsabile dell’attività di polizia giudiziaria della Polizia Postale e delle Comunicazioni Emilia-Romagna, ha posto in luce il ruolo cruciale della formazione e informazione ai fini della prevenzione dei crimini in rete evidenziando come “per combattere la criminalità è necessario promuovere campagne di sensibilizzazione come Vivi Internet, Al Sicuro che devono essere effettuate nelle scuole, nelle aziende e sui social”.
Sono seguiti gli interventi accademici del prof. Luciano Bononi, ordinario di informatica dell’Università di Bologna, che ha evidenziato l’importanza di mettere al centro dell’attività di sviluppo informatico i diritti dei consumatori, e il prof. Danilo Montesi, anche lui ordinario di informatica dell’Università di Bologna, che ha osservato come al fine dell’affermarsi delle nuove tecnologie dell’IoT sia necessaria una cooperazione di tutti gli operatori volta ad accrescere la fiducia degli utenti nella tutela dei loro dati.
Il prof. Alessandro Mantelero, ricercatore di diritto privato del Politecnico di Torino, ha sottolineato l’importanza attribuita dal nuovo Regolamento alla prevenzione richiamando l’attenzione al bisogno di “concentrarsi sulla consapevolezza degli utenti affinché gli strumenti forniti siano utilizzati adeguatamente”.
Ha curato le conclusioni del convegno la prof.ssa Giusella Finocchiaro, ordinario di diritto privato dell’Università di Bologna e socio fondatore di IAIC, che ha individuato tre parole chiave che inquadrano lo scenario di riferimento attuale, e che sono emerse dal dibattito: regole, effettività e consapevolezza. “Servono regole, nazionali o europee? Tecnologiche o giuridiche? Probabilmente una combinazione tra tutto ciò, ancora da trovare, poiché si è ancora all’inizio del percorso” – ha osservato la Professoressa, aggiungendo che “Una volta che siano determinate delle regole, si prospetta il problema della loro effettività. Ci si domanda, ad, esempio, chi le fa eseguire e se la soluzione debba essere giuridica o tecnologica. Come va risolto il problema della viralità? Per i giuristi, è necessario capire in che modo ci si deve muovere, ma è necessario un forte supporto dalla politica, sui valori e sui principi da applicare. Infine, l’ultima parola chiave è ‘consapevolezza’. È l’elemento che oggi manca. Il tema della consapevolezza va sviluppato e costruito determinando gli strumenti con cui comunicare verso gli interessati facendosi realmente comprendere e fornendo a questi la possibilità di interagire superando la retorica del consenso. Tale percorso dovrebbe essere condiviso da tutti i protagonisti dello scenario.”.