Dopo la presentazione dell’iPhone X in molti Paesi del mondo, Italia compresa, è nata la polemica sull’alto costo: per la prima volta per uno smartphone si supera la ‘soglia psicologica’ dei mille euro. In pochi si sono preoccupati degli eventuali rischi legati alla privacy e alla sicurezza dei dati biometrici con il Face ID, ossia del riconoscimento facciale per sbloccare il dispositivo e per effettuare i pagamenti con Apple Pay. Così Al Franken, senatore degli Stati Uniti e presidente della Commissione privacy e tecnologia, ha scritto una lettera ad Apple evidenziando le sue preoccupazioni in materia di protezione dei dati personali con l’avvento della nuova tecnologia, infatti le fotocamere frontali dell’iPhone X consentono il riconoscimento del volto per sbloccare il telefono.
La ‘mela morsicata’ ha risposto al senatore rassicurando anche i futuri possessori del nuovo iPhone: “I dati di Face ID sono crittografati e presenti solo all’interno dello smartphone e non avviene il backup sul Cloud”, si legge nella dichiarazione. ”Solo nel caso in cui si desideri fornire i dati di Face ID a AppleCare per il supporto, queste informazioni saranno trasferite dal dispositivo a Face ID Diagnostics, che non invia automaticamente i dati a Apple”, ha precisato la società del melafonino, che poi ha concluso: “Se si avvia la procedura di diagnostica, l’ID esistente verrà eliminata e verrà chiesto di ri-iscriversi in Face ID. L’iPhone X inizierà a registrare le immagini di Face ID ma solo per i successivi 7 giorni”
Dunque Apple ha garantito sulla sicurezza a prova di privacy del sistema di riconoscimento facciale, considerato più sicuro dell’impronta digitale, il cui sensore di riconoscimento non trova più spazio su iPhone X, visto che sfrutta tutto il frontale come display (tecnologia Oled, in sostituzione al precedente lcd). Secondo la società il Face ID funziona anche al buio e la probabilità che un’altra persona, diversa dal proprietario, riesca a sbloccare lo smartphone è pari a 1 su 1 milione (contro 1 su 50mila casi per quanto riguarda il Touch ID). Apple, però, ammettere che la probabilità diminuisce con i gemelli e bambini sotto i 13 anni, i cui tratti somatici non sono ancora definitivi. In questi casi la società consiglia di utilizzare il classico codice di 4 cifre al posto del riconoscimento facciale.
Apple ha acquisito una startup israeliana che sia chiama RealFace specializzata in questa tecnologia. Che diventa sostitutiva dell’impronta digitale anche per Apple Pay: con iPhone X il sistema di autenticazione per i pagamenti con il cellulare è il riconoscimento del volto del proprietario. Funziona solo se abbiamo gli occhi aperti e non può essere ingannato da foto o maschere e sosia.