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Privacy, Obama difende Google & Co: ‘Pressioni Ue dettate da interessi commerciali’. E le sue?

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Secondo Obama, la Ue sta cercando di frapporre ostacoli all'operatività delle aziende internet americane nel Vecchio Continente perchè quelle europee non sarebbe altrimenti in grado di competere.

Forse per riconquistare la fiducia delle stelle della Silicon Valley – che hanno disertato il recente incontro al White House cybersecurity summit  all’Università di Stanford – il presidente Usa Barack Obama si è esposto in una difesa, lievemente arrogante, dei campioni nazionali dell’hi-tech contro quello che ha definito il ‘protezionismo europeo’.

In una lunga intervista al sito Recode.net, che ha spaziato dalla cybersicurezza allo scandalo del Datagate e alla privacy, Obama ha criticato l’eccesso di interventismo europeo in tema di trasparenza e trattamento dei dati a fini commerciali.

“In difesa di Google e Facebook –  ha detto Barack Obama – a volte la risposta europea è guidata più da interessi commerciali che da altro. Come ho detto, ci sono alcuni Paesi, come la Germania, data la sua storia con la Stasi, che sono molto sensibili sull’argomento. Ma a volte è solo che le loro aziende – i loro service provider che, sapete, non riescono a competere coi nostri – stanno essenzialmente cercando di creare degli ostacoli affinché le nostre aziende non possano operare efficacemente in Europa”.

Insomma, le indagini che la Commissione europea e diversi Stati membri stanno conducendo sulle web company americane e l’uso spregiudicato che fanno dei nostri dati, ma anche i tentativi di costringere queste aziende a pagare le tasse nei paesi in cui operano altro non sarebbero che una sorta di ritorsione verso la loro superiorità.

Un’argomentazione un po’ labile se manifestata dal presidente di un Paese che non ha avuto remore a controllare le comunicazioni digitali del mondo intero – compreso il cellulare del Cancelliere tedesco Angela Merkel e di altri 122 leader politici mondiali – per difendere i propri interessi nazionali.

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