A seguito della multa di 50 milioni di euro al colosso Usa dalla Cnil, l’autorità nazionale francese per la protezione dei dati, Altroconsumo chiede che Google agisca immediatamente per garantire il rispetto della privacy dei consumatori in Italia e in Europa.
La multa conferma la preoccupazione espressa già nei mesi scorsi da Altroconsumo rispetto alla poca trasparenza nella raccolta di informazioni. L’attività di Google non risulta in linea con gli obblighi previsti dal regolamento europeo per la protezione della privacy (Gdpr).
Anche in seguito ai dubbi emersi dall’analisi elaborata dal Norwegian Consumer Council, le Organizzazioni europee del network Euroconsumers (Test-Achats in Belgio, OCU in Spagna e DECO ProTeste in Portogallo) avevano già chiesto formalmente a Google chiarimenti in merito alle pratiche poco trasparenti utilizzate per spingere i consumatori a condividere i propri dati.
Le criticità sulla gestione dei dati da parte di Google sono confermate dall’indagine di Altroconsumo sul sistema di geolocalizzazione di Android che sarà pubblicata sul numero di Inchieste di febbraio 2019.
Ivo Tarantino responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo: “Dopo gli scandali di Facebook, un altro esempio di come i giganti del digitale debbano urgentemente riequilibrare le loro politiche e attività nel rispetto della privacy, del valore dei dati e dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Un ecosistema digitale efficiente, come ogni mercato, richiede la fiducia dei consumatori. Il tempo sta scadendo: Google e le altre aziende devono rispettare le leggi e i diritti dei cittadini”.
Altroconsumo e le associazioni europee partner – così come già fatto in passato – sono pronte a schierarsi per difendere i diritti dei consumatori contro le big tech e stanno valutando ogni possibile azione a tutela della privacy.