Avvertimento

Privacy, Google rischia una multa da 15 milioni in Olanda

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Il Garante olandese a Google: ‘La nostra pazienza è finita’. L’azienda deve allinearsi al Data Protection Act o sarà multata fino a 15 milioni di euro per aver violato la privacy degli utenti.

Nuovi problemi per Google sul versante privacy. Il Garante dei Paesi Bassi ha annunciato che la web company rischia una multa fino a 15 milioni di euro se continuerà a violare la riservatezza degli utenti.

Nella nota l’Autorità spiega che Google sta violando il Data Protection Act, usando informazioni private, come i dati riguardanti la cronologia di navigazione e la localizzazione, per inviare agli utenti annunci pubblicitari mirati.

Sotto la lente la policy sulla privacy di Google introdotta nel 2012 che è già al centro di indagini in cinque Paesi europei: Italia, Francia Germania Gran Bretagna e Spagna.

Adesso ad agire sono i Paesi Bassi.

Il presidente dell’Autorità per la Data Protection, Jacob Kohnstam, ha detto senza mezzi termini: “E’ dal 2012 che aspettiamo (un cambiamento delle regole da parte di Google, ndr), la nostra pazienza non può più essere messa a dura prova”.

Google combina i dati risultati dalla ricerche effettuate dagli utenti con quelli delle mail, dei cookies, delle informazioni di localizzazione e visualizzazione dei video per predisporre pubblicità sempre più personalizzate.

“Questa combinazione – secondo il Garante – avviene senza che l’utente venga adeguatamente informato in anticipo e senza chiederne il consenso. Questa è una violazione della legge”.

Il Garante ha quindi intimato a Google di mettersi in linea con le norme altrimenti andrà incontro a una multa che potrebbe arrivare fino a un massimo di 15 milioni di euro.

Google – ha spiegato l’Autorità – deve cominciare a informare gli utenti su ciò che fa e ottenere il loro consenso”.

Un portavoce di Google ha replicato: “Siamo dispiaciuti per l’ordine dell’Autorità per la protezione dei dati olandese, soprattutto perché abbiamo già fatto una serie di cambiamenti alle nostre privacy policy in risposta alle loro preoccupazioni. Comunque, recentemente abbiamo condiviso con il gruppo dei Garanti europei alcune proposte per ulteriori cambiamenti e siamo impazienti di discuterle con loro”.

 

Quando l’azienda ha modificato nel 2012 la sua policy sulla privacy ha raggruppato una sessantina di regole in una sola – dalla posta elettronica (Gmail), al social network (GooglePlus), alla gestione dei pagamenti on line (Google Wallet), alla diffusione di filmati (YouTube), alle mappe online (Street View), all’analisi statistica (Google Analytics) – unendo così le informazioni di numerosi servizi, che un tempo erano separate, anche con lo scopo di poter indirizzare messaggi pubblicitari sempre più mirati.

Regole hanno immediatamente sollevato la protesta dei Garanti europei, che hanno aperto un’inchiesta approfondita, gestita dal CNIL francese, fornendo alla società indicazioni su come modificare la policy e allinearla alle disposizioni Ue sul data protection, ma l’azienda era sempre rimasta della propria posizione. Google aveva dichiarato a Key4biz: “La nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse Autorità Garanti della Privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”.

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