I cittadini americani sempre più confusi sul futuro ed il destino dei loro dati personali in rete. Secondo il nuovo studio del Pew Research Center, “Americans and cybersecurity”, il 46% degli utenti statunitensi è favorevole ad una maggiore invadenza delle agenzie governative nelle comunicazioni private.
Di segno opposto il 44% degli intervistati, che vorrebbero al contrario la massima inviolabilità di chat e applicazioni.
Non si fidano soprattutto delle agenzie di intelligence e dei social network.
Ad essere più fiduciosi sull’uso che le forze dell’ordine fanno dei dati personali dei cittadini sono gli adulti tra i 30 ed i 64 anni, mentre assolutamente sospettosi sono i più giovani (fasce di età 18-30 anni).
Una tendenza che si ritrova anche nel rapporto che questi hanno con la sicurezza informatica e la cybersecurity: il 70% degli americani non se ne preoccupa proprio, tranne una minoranza (il restante 30%).
Tra coloro che più hanno a cuore il tema della sicurezza ICT, il 70% si aspetta cyberattacchi soprattutto verso le infrastrutture critiche pubbliche e il 66% verso il sistema finanziario.
Soglie di sicurezza basse anche nell’uso dei dispositivi mobili di comunicazione: il 28% dei possessori di smartphone non si cura della protezione dell’apparecchio, sia per le password troppo facili utilizzate (il 39% usa la stessa password per più account e addirittura il 41% le condivide con amici e parenti), sia per l’accesso a reti WiFi pubbliche potenzialmente pericolose.
Basti pensare, infine, che il 64% degli americani ha attivi account online per cure sanitarie, conti correnti bancario, servizi finanziari e della Pubblica Amministrazione, e che sempre nel 64% dei casi ha avuto esperienza di attacchi informatici di qualche tipo con sottrazione di dati sensibili