Key4biz

Privacy, Corte Ue: l’accesso al cellulare da parte della Polizia non soltanto per reati gravi. Ma serve autorizzazione

Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Cagliari, 11 giugno 2020. Lo hanno convinto ad investire in cripto valute promettendogli facili e consistenti guadagni, si sono fatti inviare quasi 400mila euro e quando la vittima ha cercato di rientrare in possesso di una parte della somma investita, hanno iniziato a minacciarlo. Solo la denuncia del truffato alla polizia postale ha permesso di recuperare almeno parte della somma. Si è conclusa con due denunce e il recupero di oltre 200mila euro l'indagine internazionale condotta dal Compartimento polizia postale di Cagliari sul Financial Cyber Crime e sulle truffe relative al trading online. Accusate di truffa, abusiva attività finanziaria, riciclaggio ed estorsione due donne di nazionalità ucraina e armena, amministratrici delle società intestatarie dei conti correnti esteri in cui sono finiti i 380mila euro della vittima, un ex commerciante cagliaritano. ANSA/POLIZIA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

L’accesso della polizia ai dati contenuti in un telefono cellulare non è necessariamente limitato alla lotta contro i reati gravi, ma una autorizzazione da parte di un giudice o di un’autorità indipendente è comunque necessaria e il ricorso a questa possibilità deve essere proporzionato. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue esprimendosi su un ricorso riguardante un caso in Austria.

“L’accesso da parte della polizia, nell’ambito di un’indagine penale, ai dati personali conservati in un telefono cellulare può costituire un’ingerenza grave, o addirittura particolarmente grave, nei diritti fondamentali dell’interessato – rileva la Corte – Tuttavia, esso non è necessariamente limitato alla lotta contro i reati gravi”.

La Corte evidenzia come il legislatore nazionale debba definire gli elementi da prendere in considerazione ai fini dell’accesso, come la natura o le categorie dei reati pertinenti. Inoltre, per garantire il rispetto del principio di proporzionalità in ciascun caso concreto, “il cui esame implica una ponderazione di tutti gli elementi rilevanti del caso di specie, tale accesso deve – prosegue la Corte – essere subordinato a una previa autorizzazione da parte di un giudice o di un’autorità indipendente, salvo in casi di urgenza debitamente comprovati. L’interessato deve essere informato dei motivi dell’autorizzazione non appena la comunicazione di tali informazioni non rischi più di compromettere le indagini”.

Exit mobile version