Sarà un asse Italio-polacco a farsi carico la difesa dei dati personali dei cittadini europei.
Nei giorni scorsi, la commissione Libertà civili dell’Europarlamento (LIBE) ha indicato l’italiano Giovanni Buttarelli come candidato alla carica di nuovo Garante europeo della protezione dei dati al posto dell’olandese Peter Hustinx. Buttarelli ha ricevuto 34 voti, mentre il polacco Wojciech Wiewiorowski, che di voti ne ha ricevuto 10, è stato indicato come suo vice.
Magistrato ordinario dal 1986, Buttarelli è stato Segretario generale dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali dal 1997 e, a gennaio 2009, è stato nominato a larga maggioranza Garante europeo aggiunto per la protezione dati personali – Gepd (European Guardian of personal data protecion – EDPS). A Bruxelles ha ricoperto anche la carica di Presidente dell’Autorità comune di controllo (ACC) prevista dalla Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen, di cui è stato in precedenza vice presidente negli anni 2000 e 2001.
La nomina di Buttarelli è stata accolta con grande soddisfazione dal sottosegretario agli Affari Comunitari, Sandro Gozi, che parla di “successo italiano”.
“…Questa nomina – ha aggiunto Gozi – è anche la dimostrazione delle grandi potenzialità che il Sistema Italia, oggi più che mai, è in grado di esprimere. Un successo italiano su un tema, quello della protezione della privacy e della tutela dei dati, che è centrale per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini”.
Una persona, quindi, di grande competenza per un incarico molto delicato, per quanto discreto, all’interno alle istituzioni europee, soprattutto in seguito allo scoppio del Datagate, che tanta tensione ha creato tra Europa e Stati Uniti e in vista dell’approvazione delle nuove regole comunitarie sulla protezione dei dati personali, volte ad aggiornare la legislazione in vigore, adottata 19 anni fa, così da far fronte alle sfide poste dalle nuove tecnologie e dalla crescente tendenza a utilizzare dati personali per la sicurezza.
Il nuovo regolamento, approvato in prima lettura dal Parlamento europeo a marzo, resta in corso d’approvazione. Le nuove regole, in particolare, mirano a dare alle persone il pieno controllo sui loro dati personali e, allo stesso tempo, a facilitare la circolazione di dati delle imprese all’interno della Ue; a obbligare le web company (dai motori di ricerca, ai social network passando dai fornitori di cloud) a chiedere un’autorizzazione preventiva ai Garanti privacy nazionali prima di divulgare i dati personali di un cittadino dell’Unione in un paese non membro e a introdurre il diritto di cancellare i propri dati.
Previsto dalle nuove norme anche l’aumento delle multe comminate alle aziende che violano le regole, con ammende fino a 100 milioni di euro (in precedenza la soglia era fissata a 1 milione di euro) o il 5% del fatturato mondiale annuo (dal precedente 2%), applicando di volta in volta la sanzione che risulterebbe più gravosa.
“Il garante europeo della protezione dei dati è un’istituzione sempre più importante, ma ancora da costruire a pieno”, ha affermato Eva Joly, membro della commissione LIBE, sottolineando che le battaglie da affrontare sono ancora parecchie. “Ragione in più per scegliere un leader carismatico”, ha aggiunto l’eurodeputata.