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Privacy, 7 emendamenti per evitare il “far west dei dati personali” e rafforzare il Garante

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L’art.9 del decreto-legge ‘capienze’, varato dal governo, crea “un far west dei dati personali”, perché liberalizza il trattamento e il passaggio dei dati personali dei cittadini tra Pubbliche amministrazione e anche verso società private. La norma, in vigore, va a comprime il diritto alla protezione dei dati personali di noi italiani. Per modificare le storture dell’articolo 9 del decreto-legge, il M5S, in commissione Affari costituzionali del Senato, ha depositato puntuali emendamenti.

Dl ‘capienze’, gli emendamenti del M5S per non farci perdere il controllo sui nostri dati personali e per rafforzare il Garante Privacy

Ecco le proposte di modifiche avanzate dai senatori M5S, rappresentati da Vincenzo Garruti, Maria Laura Mantovani, Gianluca Perilli, Vincenzo Santangelo e Danilo Toninelli:

  1. Ripristinare la base giuridica che permette il trattamento dei dati personali da parte delle Pa, prevedendone però l’estensione agli atti amministrativi generali. 
  2. Inoltre, si punta a evitare la diffusione al pubblico dei dati personali detenuti dalle Pa.
  3. Si prevede che sia data informazione agli interessati in caso di comunicazioni o diffusioni di dati.
  4. Si ripristina la comunicazione preventiva al Garante in caso di comunicazioni dei dati per lo svolgimento di un pubblico potere.
  5. Si prevede che la comunicazione di dati tra Pa venga effettuata attraverso la Piattaforma digitale nazionale dati.
  6. Si stabilisce che il trattamento dei dati per pubblico interesse debba in ogni caso avvenire nel rispetto delle disposizioni del Gdpr, come proporzionalità, necessità e minimizzazione dei dati.
  7. Si prevede infine un aumento del contingente di personale dell’ufficio del Garante privacy, per far fronte alle nuove necessità di supporto alle Pa.

Le 7 proposte di emendamento vanno a correggere le gravi criticità presenti nel decreto-legge e messe in luce proprio dal presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, nell’audizione di fronte alle Commissione Affari costituzionali del Senato, che sta esaminando il decreto-legge per la sua conversione in legge.

Draghi copia Merkel, ma dimentica questi numeri. In Germania 800 persone per i Garanti federali, in Italia solo 162 

Facciamo notare che Draghi ha copiato Merkel sul decreto per le modiche in materia di protezione dei dati. Infatti, il governo italiano si è rifatto alla legge federale sulla protezione dei dati del 30 giugno 2017 adottata dal Parlamento tedesco. Ma il consiglio dei ministri italiano ha dimenticato che il personale complessivo dei 16 Garanti federali tedeschi è di 800 persone con un costo pari a 100 milioni l’anno. In Italia la protezione dei dati personali è svolta da un unico Garante che può contare solo su 162 risorse umane, con un costo di 30 milioni di euro l’anno.

Mantovani (M5S): “Sì alla digitalizzazione dell’Italia con PNRR, ma di pari passo con tutela diritti dei cittadini”

“L’Italia è ancora fanalino di coda in Europa per livello di digitalizzazione, dobbiamo fare velocemente dei passi in avanti, ma questi devono andare di pari passo con la tutela dei diritti dei cittadini”, ha dichiarato a Key4biz la senatrice Maria Laura Mantovani

“I diritti digitali”, ha aggiunto, “spesso non sono noti e non vengono percepiti come importanti, infatti anche il livello delle competenze digitali degli italiani è minimo”.
“Ed è proprio per questo”, ha concluso Mantovani, “che siamo a rischio. Per avere un minimo di garanzie chiediamo di rafforzare il contingente del personale dell’ufficio del Garante della privacy, per avere maggiori tutele per i cittadini e per fronte alle nuove necessità di supporto alle PA affinché vengano messi in opera trattamenti sempre leciti”.

Per approfondire il tema:

Privacy pride, attivisti in piazza a Roma il 13 novembre. Cercasi una ‘Greta’ anche per la data protection

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