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La risposta di M. Dècina a Key4biz: “Obiettivo del Piano è assicurare 1 Gigabit/s entro il 2026”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la precisazione del prof. Maurizio Dècina, Emerito del Politecnico di Milano, inviataci in veste di consigliere del ministro Vittorio Colao. Le considerazioni del prof Dècina scaturiscono dall’articolo “Delusione per il ‘Piano Italia a 1 Giga’. Rischia di non garantire neanche 1/3 della velocità”, pubblicato ieri mattina su Key4biz.

Scopo del “Piano Italia a 1 Giga” è quello di dotare tutto il Paese, Aree Nere, Grigie e Bianche di tipo NGA (download maggiore di 30 Mbit/s), con connettività cosiddetta VHCN, e cioè con download nell’ora di massimo traffico superiore a 1 Gigabit/s, entro la fine del 2026.

La mappatura terminata il 15 giugno ha evidenziato che gli operatori intendono coprire entro la fine del 2026 in fibra ottica circa il 70% delle Aree Nere e Grigie NGA con sistemi in fibra ottica, e quindi VHCN. 

Ebbene il “Piano Italia a 1 Giga”, intende finanziare la copertura del restante 30% delle Unità Immobiliari delle Aree Nere e Grigie con connettività VHCN in fibra ottica oppure in Fixed Wireless Access (FWA) di tipo VHCN. Come è noto, nelle aree Bianche NGA è ancora in corso il cablaggio in fibra ottica del piano BUL.

La consultazione pubblica avviata il 6 agosto termina il 15 settembre ed è obbligatoria per avviare la procedura per gli aiuti di Stato in Unione Europea. 

La consultazione è stata concordata preventivamente con la UE, vista la assoluta novità in sede Europea di piani di aiuto con obiettivi VHCN a 1 Gigabit/s.

Secondo le regole UE, l’aiuto di Stato finanzia velocità di download perlomeno pari al doppio di quanto previsto dagli operatori privati. Abbiamo scelto quindi come soglia 300 Mbit/s (potevamo arrivare fino a 500 Mbit/s) e come risultato sono state escluse dagli aiuti di Stato tutte le unità immobiliari coperte in fibra ottica con un focus su alcune Unità Immobiliari coperte con FWA a 300 Mbit/s e soggette ad ulteriori verifiche. 

In totale, il 30% circa delle Unità Immobiliari oggetto di mappatura sarà incluso nella misura per aiuti di Stato da notificare a Bruxelles, per circa 7 milioni di UI. 

Quindi nessun abuso e nessun target a 300 Mbit/s. Sono personalmente orgoglioso del lavoro fatto finora e del Piano pubblicato che è stato preventivamente concordato con la UE (in particolare la nuova soglia a 300 Mbit/s, rispetto alla vecchia soglia a 100Mbit/s), vista l’assoluta novità della misura italiana per il VHCN.”

Maurizio Dècina, Consigliere del ministro Vittorio Colao.

La replica del direttore. Rimangono i quesiti posti ieri, a cui la consultazione in corso, immaginiamo, saprà dare risposte

Proprio per il fatto che la consultazione avviata il 6 agosto è necessaria per avviare la procedura degli aiuti di Stato in Unione Europea (le consultazioni pubbliche sono sempre previste in questi casi e quindi non rappresentano un’azione concordata con la UE “…vista l’assoluta novità in sede Europea di piani di aiuto con obiettivi VHCN a 1 Gigabit/s”) credo che sia necessario definire nel Piano del governo italiano, in modo chiaro ed inequivocabile, quali sono gli obiettivi di connettività e in particolare specificare due aspetti:

  1. Che cosa vuol dire connettività?

Cioè se, in base ai documenti dell’Unione Europea sulle reti VHCN, si parla di bit rate medio garantito per ogni cliente attivo nell’ora di punta, oppure di velocità media delle applicazioni (spesso indicata con il termine throughput) garantita per ogni cliente attivo nell’ora di punta.

Perché, se il riferimento è il bit rate medio nell’ora di punta per ogni cliente attivo e se si considera la sola rete d’accesso, sarebbe importante dire se i 300 Mbit/s di bit rate medio, posti come soglia per questa prima fase, devono essere garantiti da chi realizza la rete anche se il numero di clienti attivi nell’ora di punta aumenta (ad esempio passa dal 20% al 50%). 

In questo caso, infatti, deve aumentare il bit rate totale condiviso tra tutti i clienti serviti dalla rete d’accesso e questo potrebbe/dovrebbe essere un obbligo per chi ottiene i finanziamenti e realizza la rete. 

Oltre a questo, se la rete è FTTH il bit rate totale può aumentare sostituendo l’elettronica, ma se la rete è FWA gli obblighi sul bit rate sono gli stessi oppure sono diversi? I documenti dell’Unione Europea forniscono valori diversi per il bit rate su rete d’accesso fissa e mobile. 

Il FWA ha gli stessi valori di soglia del FTTH? Per aumentare il bit rate totale su FWA basta cambiare l’elettronica della RAN, oppure è necessario fare anche altri interventi?

2. Quale segmento di rete deve rispettare i 300 Mbit/s di bit rate? 

Tutta la rete dall’apparato dell’end user all’interconnessione con la big internet (cioè all’interconnessione con gli OTT che forniscono quasi tutti i servizi applicativi), oppure dall’apparato dell’end user al POP di accesso (cioè solo la rete d’accesso deve garantire il bit rate di 300 Mbit/s per cliente attivo nell’ora di punta)?

In questo ultimo caso sarebbe difficile migliorare le prestazioni delle applicazioni e quindi avere una ‘vera’ rete VHCN, poiché le prestazioni delle applicazioni dipendono dalla connessione end to end tra l’apparato dell’end user e il server che fornisce il servizio applicativo.

Per questi motivi ribadiamo le perplessità espresse nell’editoriale pubblicato ieri e dovute al fatto che nell’attuale Piano del governo non è ancora chiaro se le nuove reti, finanziate con soldi pubblici europei, possano effettivamente garantire almeno i 300 Mbit/s, la prestazione minima richiesta dall’Antitrust europeo per garantire lo “step change” rispetto alle reti esistenti e per utilizzare appunto soldi pubblici. 

Risulta ancora meno comprensibile come si possa arrivare all’obiettivo fissato dal Governo di coprire tutto il Paese ad almeno 1 Gigabit/s, se le nuove reti dovranno garantire prestazioni ben inferiori. Ripetiamo, forse sarebbe stato meglio e più corretto parlare di un Piano che a stento arriva a 300 Mbit/s, soglia minima per ottenere gli aiuti di Stato.

Naturalmente sono dubbi e opinioni personali ai quali la consultazione avviata il 6 agosto dovrebbe dare ampie risposte.

Raffaele Barberio, Direttore responsabile Key4biz.

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