Il grafico qui sotto sembra complicato e, bisogna dirlo, un po’ lo è. Però è importante, anzi, importantissimo, perché mostra l’andamento storico del potere d’acquisto in Italia e in alcuni Paesi del mondo a partire dal 1961 fino al 2018. Sono stati presi in considerazione alcune grandi Stati con l’aggiunta della media dell’Eurozona, cioè la media del potere d’acquisto dei Paesi che hanno adottato la moneta unica. I Il risultato? Eccolo.
Il potere d’acquisto in Italia
Prima di tutto bisogna capire di che cosa stiamo parlando. La definizione di potere d’acquisto (e quindi dei dati mostrati dal grafico) può essere riassunta come la percentuale di crescita (o calo) del Prodotto interno lordo (Pil) dei Paesi a parità di potere d’acquisto
Ovvero: non è stato preso come riferimento l’andamento della ricchezza di uno Stato (il Pil, appunto), ma l’andamento del potere d’acquisto delle persone in relazione all’andamento del Pil. In altre parole: i dati mostrano se è aumentato o diminuito da un anno all’altro la capacità di spesa delle persone, stante il fatto che questa capacità di spesa dipende fortemente dall’andamento del Prodotto interno lordo, ovvero, da quanto il Paese nel suo complesso è in grado di produrre ricchezza in un dato anno.
L’andamento storico del potere d’acquisto in Italia
Per visualizzare correttamente i dati del grafico basta selezionare lo Stato che interessa oppure, per vedere ancora meglio, deselezionare tutti gli altri. Si scoprirà così che, per esempio, il potere d’acquisto degli italiani nella stragrande maggioranza degli anni selezionati è cresciuto meno rispetto a quello dell’eurozona. Se, per esempio, nel 2006 il potere d’acquisto dell’eurozona è cresciuto del 2,7, quello italiano è salito dell’1,7%. E vale anche il contrario: in genere, cioè, quando diminuiva in Europa, in Italia diminuiva di più, come, per esempio, è successo nel 2009: -4,8% per la prima -5,9% per la seconda.
Chi l’ha aumentato di più il potere d’acquisto
Quelli che abbiamo visto sono i dati riferiti solo ad alcuni Paesi simili a noi o presi come riferimento (come, per esempio, Cina e Stati Uniti) e per tutti, alla fine, il saldo è positivo, cioè, il potere d’acquisto è aumentato dagli Anni 60 ad oggi. Ma di quanto? Cioè, quali sono stati i Paesi del mondo che hanno aumentato di più il proprio potere d’acquisto? Ecco i dati:
In questo caso (la fonte è Spectator Index) la percentuale si riferisce all’aumento del potere d’acquisto dal 1998 al 2018. E non c’è molto da commentare: l’Italia è il Paese, tra quelli selezionati, che lo ha aumentato di meno negli ultimi 20 anni.
Che cosa succede con un’inflazione al 6,5%
A marzo 2022 l’Istat ha certificato che l’inflazione in Italia su base annua è salita al 6,5% (meno del 6,7% preventivato nelle stime). Un livello al quale non eravamo abituati e che intacca pesantemente il potere d’acquisto soprattutto di chi ha il reddito fisso (impiegati e operai nell’accezione dell’Istituto di statistica). Come reagire a questa situazione, considerando anche l’aumento del costo delle bollette dovuto alle sanzioni verso la Russia e alla guerra in Ucraina? Oltre agli aiuti alle famiglie più in difficoltà, il governo può fare ben poco, oltre a ricercare in giro per il mondo dei fornitori di energia che sopperisca al gas della Russia. Ma questo, paradossalmente, potrebbe aggravare la situazione, dato che il gas che l’Italia dovrà comprare da Paesi diversi dalla Russia avrà un costo (si pensi solo al trasporto) maggiore con nuovi inevitabili effetti sulle bollette degli italiani e sul loro potere d’acquisto.
Consumatori e Confindustria per i prezzi amministrati
Le associazioni dei consumatori chiedono prezzi amministrati per i beni di prima necessità così come ha fatto anche Confindustria che, chiedendo un limite al costo dei combustibili che servono per far funzionare le imprese, di fatto hanno ipotizzato i prezzi amministrati per l’energia. Altre soluzioni, per ora, non si vedono all’orizzonte.
I dati si riferiscono al: 1960-2018
Fonte: Banca Mondiale e Spectator Index