Non si può discutere se procedere o no alla privatizzazione della “cassaforte degli italiani” a compartimenti stagni. Per questo motivo il Pd vuole dar vita a un’unica cabina di regia per valutare la quotazione della seconda tranche di Poste Italiane, verso la quale, al momento sono emersi almeno tre elementi che aumentano dubbi e incertezze e spingono a staccare la corrente del treno in corsa. “Parlerò con Ettore Rosato (capogruppo Pd alla Camera) e cercheremo di mettere insieme un gruppo di lavoro di deputati e senatori per esaminare nel suo complesso il problema non solo delle Poste ma anche quello economico e strategico delle privatizzazioni”: l’autore della proposta è Luigi Zanda, capogruppo PD al Senato. Zanda ha aggiunto: “dall’incontro svolto tra il gruppo senatori Pd con il Viceministro dell’Economia, Enrico Morando, e il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, che hanno competenza nel merito, è emersa la necessità di istituire un gruppo di lavoro parlamentare sulle privatizzazioni, perché il tema è un problema molto serio, sia per Poste sia per le altre società statali nel mirino della privatizzazione”.
Francesco Caio (AD di Poste Italiane) presto in audizione al Senato
A quanto si apprende il Ministero dell’Economia avrebbe chiesto tempi definiti per lo svolgimento dell’attività del gruppo di lavoro mentre con ogni probabilità la commissione Industria di Palazzo Madama avvierà un ciclo di audizioni sul dossier, tra le quali una con l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio recentemente già sentito sul risparmio postale nella Commissione di vigilanza Cassa Depositi e Prestiti. E il suo intervento è stato stigmatizzato da Luca Burgalassi, segretario generale di SLP-CISL, a cui fa capo il 60% dei dipendenti sindacalizzati in azienda: “L’audizione parlamentare di Caio fa aumentare i dubbi sul futuro di Poste Italiane”. Infine ricordiamo la presa di posizione del sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli: “Capisco l’esigenza di ridurre il debito pubblico, ma avanzerò una proposta su come raggiungere l’obiettivo senza procedere a una seconda tranche di privatizzazione di Poste Italiane”.
Nel frattempo, però, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sembra più che determinato a portare avanti il collocamento della seconda tranche di Poste in tempi stretti, tanto più che Bruxelles chiede una manovra aggiuntiva da 3,4 miliardi di euro al nostro paese. Il tempo stringe, c’è tempo fino a fine aprile per non incorrere in una procedura di infrazione e al momento non si intravedono proposte alternative alle privatizzazioni.