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‘Poste Italiane restino pubbliche’. Petitto (sindacato europeo UNI) chiede a Giacomelli e vertici PD lo stop alla privatizzazione

Giorni intensi sulle privatizzazioni. All’attenzione di addetti ai lavori e opinione pubblica le iniziative di Padoan tese a vendere aziende importanti dello Stato per far cassa. Ma nel caso di Poste Italiane cresce un fronte del NO che intende valorizzare gli asset, la missione di servizio universale e la stessa capacità dell’azienda di creare valore in modo più redditizio di una semplice vendita.

Mario Petitto, (vice presidente europeo di UNI, il sindacato Internazionale dei servizi che raggruppa Poste, Telecomunicazioni, Banche, Assicurazioni, Commercio, Grafici e Media) ha inviato tre lettere a rappresentanti polititi e istituzionali, perché “…i lavoratori postali contano sul sostegno del maggior partito italiano per dire NO a ulteriori privatizzazioni di Poste Italiane”. Come è noto, Padoan sta lavorando alla messa sul mercato di una seconda tranche pari al 29,3% di Poste Italiane oggi detenuta dal ministero del Tesoro, che perderebbe in tal modo ogni controllo pubblico dell’azienda.

 

Le tre lettere sono state indirizzate ai vertici del PD (al presidente Matteo Orfini e al capogruppo PD alla Camera Ettore Rosato) e al sottosegretario allo Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che si è dichiarato apertamente contrario ad affidare la “cassaforte” degli italiani, perché tale è Poste Italiane, agli investitori internazionali.

 

 

Key4biz. Petitto cosa ha scritto al sottosegretario Antonello Giacomelli?

 

Mario Petitto. Ho voluto innanzitutto ringraziarlo, a nome dei lavoratori di Poste Italiane, per la sua coraggiosa azione a difesa della più grande Azienda di servizi del Paese. Il sottosegretario Giacomelli ha espresso pubblicamente, sia sulla stampa sia in Parlamento, il suo No alla privatizzazione della seconda tranche di Poste. E non si è fermato qui.

Key4biz. In che senso?

 

Mario Petitto. Nel senso che il sottosegretario Giacomelli non ha voluto solo esprimere il suo disappunto per una manovra che ritiene inidonea, ma ha anche detto che ha soluzioni alternative per produrre quegli introiti attesi dalla eventuale messa sul mercato della seconda tranche di Poste Italiane.

 

Key4biz.  Il prossimo 22 febbraio il gruppo parlamentare PD alla Camera dei Deputati, con una convocazione alle 8 del mattino, discuterà sulle privatizzazioni e si sa già che ci potrebbero essere novità su Poste Italiane.

 

Mario Petitto. Per questo motivo ho indirizzato una lettera anche al presidente dei Deputati del PD, Ettore Rosato, al quale ho fatto giungere la voce e il desiderio di tutti i lavoratori postali italiani che contano sul sostengo del PD per la difesa della Posta pubblica. Perché si rompano gli indugi e si dica chiaramente che la vendita della seconda tranche non risolve alcun problema e danneggia invece irrimediabilmente il nostro sistema-Paese. Il problema, come si vede, va ben oltre il perimetro di Poste Italiane

 

 

Key4biz.  Si è rivolto anche al presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, perché?

 

Mario Petitto. Perché, come sindacato UNI, abbiamo ascoltato con grande interesse le sue dichiarazioni pubbliche con cui si è dimostrato contrario al secondo atto di privatizzazione di Poste Italiane, posizione in piena sintonia con quanto da tempo sostenuto anche dai Sindacati postali italiani. Matteo Orfini ha espresso il parere a margine della direzione del suo partito, in Tv e anche nelle audizioni parlamentari.

Key4biz.  E cosa gli ha chiesto?

 

Mario Petitto. Che i lavoratori postali italiani, che il 4 novembre scorso hanno proclamato uno sciopero generale contro la privatizzazione di Poste Italiane, guardano con interesse alle decisioni che i parlamentari del PD potrebbero prendere nella riunione del 22 febbraio alla Camera e si augurano che il presidente del PD anche in quest’occasione sostenga convintamente le ragioni politiche sin qui espresse a difesa di Poste Italiane.

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