L’Agenzia Bloomberg ha recentemente dato notizia dell’inatteso calo delle vendite negli Stati Uniti di carne ‘vegana’, un succedaneo della carne di origine animale creato partendo dalla spinta manipolazione di materiali vegetali.
Dopo la strepitosa crescita degli ultimi anni—il prodotto era entrato non solo nelle case americane ma anche nei menù di tutte le principali catene di hamburger—la carne sintetica è andata improvvisamente a sbattere contro un muro commerciale, vedendo le vendite calare del 10,5% rispetto al 2021.
Gli analisti attribuiscono il crollo a due cause principali: l’aumento dei prezzi, saliti fino a superare quelli della carne vera, e—forse l’elemento più interessante—la stanchezza del pubblico per il fatto che la carne vegetale venisse associata alla ‘rivoluzione woke’, al punto che mangiarla fosse percepita in qualche modo come una scelta ideologica.
In un settore merceologico normale, un calo del 10-11% sarebbe ‘tollerabile’ e non allarmerebbe più di tanto, ma l’impetuosa penetrazione della nuova carne vegetariana era diventata una sorta di bandiera per un massiccio movimento legato a un concetto di ‘naturale’ che forse tanto naturale non era: una forzatura per certi versi affine alla scoperta di tanti nuovi generi sessuali e all’imposizione di nuovi pronomi per descriverli ‘correttamente’ nella lingua di ogni giorno.
È chiaramente eccessivo dare troppa importanza al ritorno verso la carne tradizionale dopo il boom del sintetico ‘naturale’. Le mode arrivano, passano e a volte ritornano—come l’hula hoop, la mini-gonna e il topless in spiaggia—per quanto con una ‘virulenza’ minore rispetto a quando appaiono la prima volta.
Era strettamente necessario supporre che la Terra potesse morire per un aumento della temperatura media globale di 1,5 °C? Cioè, circa un terzo della differenza della temperatura media annua tra Roma e Milano… O che si dovesse inventare una bambina santa—Greta—per informare i grandi della Terra di un destino tremendo di cui lei, personalmente, non poteva in pratica sapere niente? Sfortunatamente, il mondo di questi tempi sta ritrovando la necessità di occuparsi di questioni immediate e terribilmente concrete.
Fra l’economia, l’inflazione, il clima, le pandemie, i conflitti sociali e tanti altri problemi, parrebbe che stiamo per fare un allarmante bagno di realtà dopo una lunga fase di gioiosa incoscienza. Non è di conforto—tanto per dirne una—il fondato rischio che gli Usa possano dover scegliere prossimamente tra le rispettive e tragiche incompetenze di Joe Biden e di Donald Trump per opporsi alla stralunata aggressività di Vladimir Putin…