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Possiamo fidarci della smart Tv o dello streaming degli OTT?

Gli smart device sono belli e di moda e offrono servizi di alta qualità, ma gli utenti dovrebbero sapere che ogni cosa ha un prezzo. E non stiamo parlando del prezzo puro e semplice, ma del fatto che questi dispositivi raccolgono informazioni sull’utilizzo che gli utenti ne fanno e inviano una quantità notevole di informazioni al riguardo a terze parti. Lo scrive il sito specializzato Help Net Security, sottolineando come questo genere di informazioni sia assai interessante per le aziende: utilizzate per migliorare e personalizzare i servizi, per arricchire il profilo dell’utente relativi a casa sua e ai suoi interessi, inviare pubblicità sempre più mirate e tagliate appunto su questi specifici interessi, condividere (o vendere) queste informazioni ad altre terze parti e così via.  

Finché le regole sulla privacy non si adegueranno alle mutate condizioni di mercato, la maggior parte di noi è lasciata a se stessa, per così dire, in balia dei nostri dispositivi, dipendente dai ricercatori specializzati in privacy e sicurezza nella ricerca delle potenziali trappole derivanti dall’uso di particolari dispositivi IoT.

Studi e ricerche recenti

Due gruppi di ricercatori – uno della Northeastern University e dell’Imperial College London e l’altro della Princeton University e della University di Chicago – hanno recentemente pubblicato due paper separati che riguardano una serie di punti legati ai dispositivi IoT.

Si tratta di informazioni che riguardano 81 diversi dispositivi IoT muniti di connettività IP, fra cui telecamere di sicurezza e videocitofoni, hub intelligenti, sistemi di illuminazione smart, termostati, smart tv, smart speaker con assistente vocale e vari altri dispositivi.

Di questi 81 dispositivi analizzati, 46 sono stati acquistati in negozi negli Stati Uniti e sviluppati sempre in quel paese, mentre il resto proviene da negozi britannici ed è stato sviluppato in quel paese. Lo studio ha raccolto i dati arrivati da 36 partecipanti al test che hanno utilizzato i prodotti sopra citati.

Fra le altre cose, i ricercatori della Northeastern University e dell’Imperial College London hanno riscontrato che:

I ricercatori di Princeton e della Chicago University si sono interessati di più a tracciare l’ecosistema legato ai dispositivi streaming delle Tv degli Over the Top come ad esempio Roku e Amazon Fire TV.

I ricercatori della Princeton University e della University di Chicago hanno scoperto che: 

Insomma, di fatto anche lo streaming video degli OTT è uno strumento per tracciare le abitudini degli utenti, allo stesso modo in cui gli utenti stessi vengono monitorati tramite smartphone e pc online.

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