Giusto due anni fa, con il governo Conte bis, lo stesso emendamento fu prima approvato e poi abrogato. Ora è stato riproposto, dopo lo stop al cashback di Stato da parte del premier Mario Draghi, per accelerare i pagamenti digitali e per contrastare l’evasione fiscale.
Così un emendamento al decreto legge PNRR, approvato nell’ultima seduta della commissione Bilancio alla Camera, prevede:
- una sanzione amministrativa pecuniaria di 30 euro, a cui sommare il 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito, per la vendita di prodotti o la somministrazione di servizi.
L’esame del Decreto legge in Commissione si chiuderà probabilmente oggi pomeriggio. Se l’emendamento dovesse essere ricevere anche l’ok delle Aule di Montecitorio e palazzo Madama allora dal primo gennaio 2022 scatterà la possibilità di applicare le multe per chi non accetta pagamenti, per qualsiasi importo, effettuati con carte di pagamento.
Le sanzioni per chi non accetta pagamenti con il POS sono la misura chiave per far decollare i pagamenti digitali in Italia. Al momento, la normativa in materia è paradossale. È previsto l’obbligo, per negozianti e professionisti, di possedere il POS (decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti), ma si è liberi di non accettare i pagamenti digitali.
Questo nuovo emendamento che punta ad introdurre le sanzioni è un fuoco di paglia o sarà una leva per la moneta elettronica nei negozi fisici?
L’aggiunta del 4% del valore della transazione alla sanzione di 30 euro non renderebbe più complicato l’accertamento?
E poi il consumatore che si vede negato il pagamento al POS chi deve chiamare per far sanzionare il commerciante o professionista?
Maurizio Pimpinella (Associazione prestatori servizi di pagamento): “L’emendamento rappresenta il tanto atteso tassello mancante che sana l’incongruenza e la deminutio di avere un obbligo privo di alcun tipo di disincentivo“
“L’introduzione della sanzione amministrativa nei confronti di chi, obbligato per legge, rifiuta l’utilizzo del POS a chi usufruisce di una prestazione professionale o acquista un bene rappresenta il tanto atteso tassello mancante che sana l’incongruenza e la deminutio di avere un obbligo privo di alcun tipo di disincentivo. Negli ultimi anni, sono state numerose le iniziative a sostegno della moneta elettronica e praticamente tutte hanno sposato la corretta strategia degli incentivi, ma per sostenere la strategia cashless sono necessarie anche proporzionate sanzioni che contribuiscono a garantire maggiore libertà di scelta per i consumatori e ad incentivare ulteriormente alla legalità, così come da tempo sostenuto dall’associazione prestatori servizi di pagamento“, ha commentato a Key4biz il presidente Maurizio Pimpinella.