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Quanta polizia c’è nello Stato italiano? Tantissima. L’Italia è militarizzata quasi quanto la Turchia. Non arriviamo al livello della Russia, che come sappiamo purtroppo in questi giorni ha un’elevatissima forza militare. Ma lo siamo più del Kazakhstan, un’altra area del mondo fortemente militarizzata.
Quanta polizia di Stato in Italia
Il grafico sopra mostra la classifica dei Paesi con più uomini delle forze dell’ordine in servizio. Il numero si riferisce a quanti poliziotti ci sono ogni 10mila abitanti per ogni Stato preso in considerazione. Come si vede in testa c’è la Russia, il Paese più militarizzato del mondo (nonostante gli stipendi che non si possano certo dire ricchi), con 564,6 poliziotti attivi ogni 10mila abitanti. Poi viene la Turchia e poi l’Italia con 467,2.
Il fatto che veniamo subito dopo, e tutto sommato a poca distanza, da Paesi che hanno qualche difficoltà con la democrazia potrebbe inquietare. E, in effetti, dà molto da pensare anche perché nella classifica dei Paesi con il maggior numero di forze dell’ordine in relazione alla popolazione non ci sono solo specchiate democrazie occidentali, ma molti sono Stati autoritari, che hanno bisogno di un intenso uso della forza per mantenere l’ordine pubblico.
Perché così tanta polizia di Stato in Italia
Non è il caso dell’Italia, certamente, dove, probabilmente, il numero degli addetti è influenzato dal fatto che fino al primo gennaio del 2017 avevamo ben 5 forze di polizia, poi ridotte a 4 con la “fusione” tra il Corpo Forestale dello Stato e i Carabinieri, che ha fatto transitare 7mila agenti da un comando all’altro per effetto della riforma Madia della pubblica amministrazione.
Il numero è alto anche perché siamo l’unico Stato, almeno in Europa, con un corpo militare addetto esclusivamente ai reati finanziari: la Guardia di Finanza che, infatti, è un corpo staccato dagli altri con i propri comandi e i propri vertici. Generalmente a occuparsi di reati finanziari sono divisioni della “normale” polizia di Stato.
Donne militari, in Italia sono 18mila, il 6% del totale
A fare aumentare il numero degli agenti di polizia in Italia ha contribuito il servizio militare femminile, avviato nel 2000 a seguito dell’entrata in vigore della legge n. 380/1999, che costituisce uno dei grandi cambiamenti che hanno segnato il profondo processo di trasformazione del mondo militare dell’ultimo ventennio. Dal 20 ottobre 1999 le donne non solo possono diventare soldati e aviatori ma possono anche entrare a far parte dei corpi di polizia di Stato come i Carabinieri, la Guardia di Finanza e nelle capitanerie di porto. Oggi, complessivamente, le donne militari sono 17.945 pari a oltre il 6% del totale del personale militare. Ecco che cosa fanno:
- 1.924 Ufficiali
- 2.663 Sottufficiali
- 12.694 Graduati e Militari di truppa
- 664 Allievi di accademie e scuole militari
Le spese militari aumenteranno fino ad arrivare al 2% del Pil
Le spese militari in seguito al conflitto in Ucraina che fa paventare la Terza guerra mondiale, sono destinate ad aumentare. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia oltre a scuotere le fondamenta dell’economia (non solo) energetica sta determinando una vera e propria corsa agli armamenti. Il timore infatti è che il conflitto possa trascinarsi anche per vent’anni. È di questa idea, cupa certo ma purtroppo plausibile, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che ha dichiarato come il Governo stia per potenziare ulteriormente le spese militari il cui upgrade era giù previsto, tra l’altro, dalla legge di Bilancio.
La Germania ha stanziato 100 miliardi per il riarmo
L’obiettivo è arrivare a destinare alle spese per gli armamenti il 2% del Pil per allinearsi alle direttive Nato. Per farlo il Governo aumenterà ogni anno i fondi per gli armamenti fino ad arrivare a un incremento di circa 10 miliardi che vanno a sommarsi a i 30,4 miliardi già stanziati con la legge di Bilancio 2022. Il provvedimento, per ora soltanto sulla carta, non è un’esclusiva italiana, anche la Germania sembra pronta a prepararsi a un conflitto di scala mondiale. Il Governo tedesco, guidato da Olaf Scholz, ha dichiarato che investirà fino a 100 miliardi per il potenziamento delle forze armate. Il motto, si vis pacem para bellum, dello scrittore latino Vegezio purtroppo è più attuale che mai.
I dati si riferiscono al 2022
Fonte: Nazioni Unite