Come da noi più volte denunciato ed anticipato, Open Fiber non accelera ma, anzi, drammaticamente rallenta e nonostante l’annuncio di “servizi digitali del futuro per il Paese” espresso da qualcuno, è ormai chiaro che questi nuovi servizi digitali non arriveranno mai, se continueremo ad andare avanti così.
L’intervento fallimentare nelle Aree bianche…
Stendiamo pertanto un velo pietoso sulle Aree bianche, delle quali non parleremo qui, perché molto se non tutto è stato detto, anche se ci piace ricordare ancora una volta che su 6,4 milioni di unità immobiliari con servizio “attivabile” previste per giugno 2023, alla fine di febbraio 2023 ne sono state realizzate miseramente soltanto 2,4 milioni.
…che si riproporrà nelle Aree grigie
Concentriamoci, invece, su quanto sta incredibilmente avvenendo nelle Aree grigie, quelle a fallimento di mercato, che sono finanziate con il PNRR. Ci saremmo aspettati che Open Fiber avrebbe fatto tesoro dell’esperienza negativa maturata e invece, dopo gli errori delle Aree bianche, sta diabolicamente perseverando, sbagliando tutto quello che si può sbagliare anche nelle Aree grigie.
Si ha così la strana sensazione che si possa impunemente sperperare, tanto sono soldi pubblici e quindi si possono buttare dalla finestra. Come fanno Mario Rossetti e Barbara Marinali, AD e Presidente di Open Fiber, insieme al “management internazionale” da essi selezionato, a dare ancora oggi la colpa alla gestione precedente di Open Fiber dopo ormai quasi due anni di loro gestione operativa?
I numeri parlano chiaro anche nelle Aree grigie
I numeri delle Aree grigie sono inequivocabili e descrivono con chiarezza il disastro messo in atto da questi signori.
Al 31 dicembre 2022, come è ben noto, Open Fiber avrebbe dovuto coprire 39.349 civici, ma invece ne dichiara solo 27.742, anche se tutto da verificare, in quanto Infratel non ha ancora certificato il dato.
In base a questi numeri, la prima milestone (che aveva come obiettivo solo l’1% dei civici da coprire) è stata miserevolmente mancata da Open Fiber.
La prossima milestone è prevista al 30 giugno 2023 e impone la copertura di 590.237 civici.
Fonti interne dell’azienda e molto vicine all’AD di Open Fiber, che ci hanno contattato, rivelano che alla fine di febbraio 2023 i civici collegati sono miseramente poco più di 42.000.
Open Fiber fallirà anche nella seconda milestone
Come è nostra abitudine abbiamo calcolato semplicemente in base ai numeri fatti, quale sarebbe la previsione per l’immediato futuro.
Ebbene se dividiamo l’obiettivo previsto per il 30 giugno 2023 e lo dividiamo per i 4 mesi da coprire sino a quella scadenza (mettiamo dentro anche questo mese di marzo che si sta concludendo), allora viene fuori che, per rispettare la scadenza, Open Fiber dovrebbe collegare circa 137.000 civici al mese,praticamente triplicando quello che è riuscita a fare negli ultimi 7 mesi nelle Aree grigie.
Non serve una laurea in economia conseguita alla Scuola di Chicago per capire che la milestone del 30 giugno 2023 sarà clamorosamente mancata, come è accaduto per la precedente milestone.
Di chi sarà la responsabilità della seconda milestone del PNRR mancata?
Ci chiediamo quindi a chi l’AD Mario Rossetti attribuirà le responsabilità delle scadenze fallite? Alla siccità? Ai cambiamenti climatici? Alle rivolte per le pensioni in Francia?
E Infratel applicherà questa volta immediatamente le penali?
A questo proposito, che tipi di controllo sono in atto? Quali fantasmagorici ed innovativi rimedi il chiacchierificio di Open Fiber ha messo in atto per riparare la situazione?
Cosa si inventerà l’avatar, non più avatar grazie alle nostre denunce, per giustificare il fallimento della digitalizzazione delle Aree grigie che erano previsti dai bandi?
Per chi non ricorda l’episodio dell’avatar (link all’articolo) ci sono stati interessantissimi sviluppi. Nel frattempo infatti l’avatar è stato assunto diventando a tutti gli effetti un alto dirigente di Open Fiber, questo per tentare di mitigare ed oscurare lo scandaloso conflitto di interessi che si era creato. Anche se l’azienda per cui lavorava continua ad essere il maggior fornitore di IT di Open Fiber e continua a ricevere commesse dall’ex avatar.
Infratel batta un colpo…
Ma torniamo alla questione della milestone del 30 giugno 2023.
È fondamentale che Infratel controlli lo stato di avanzamento di Open Fiber e solleciti opportuni rimedi, al fine di evitare che la Commissione Europea chieda spiegazioni ed è importante quindi che Infratel accerti che le dichiarazioni di OF siano attendibili, prima di pubblicarle, conferendo una indebita certificazione di fatto basata su dichiarazioni unilaterali del soggetto (Open Fiber) che dovrebbe essere controllato.
Non vorremmo che iniziasse a prendere piede la ingiustificabile scusa di civici “non collegabili”, per rendere l’obiettivo della milestone più semplice, lasciando così prive di collegamento milioni di abitazioni (come del resto già avviene nelle Aree bianche).
Va da sé che se i numeri civici da collegare diventassero un numero molto minore rispetto a quello per il quale il bando è stato fatto, la figuraccia sarebbe tutta di Infratel che avrebbe chiesto fondi europei, senza avere alcuna idea di quale fosse la reale situazione. Ma questo, francamente, ci rifiutiamo di crederlo.
…e dovrebbe batterlo anche Macquarie
Ci chiediamo anche cosa pensi il socio di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) in Open Fiber.
Ci chiediamo se Macquarie ha ben chiaro che nelle Aree grigie si sta configurando lo stesso bagno di sangue che si trova a dover affrontare nelle Aree bianche? E già, perché i ritardi nella costruzione della rete si traducono matematicamente in mancati ricavi. E visto che Open Fiber ha già abbondantemente mancato tutti i suoi obiettivi di Piano industriale (che, lo ricordiamo, è stato redatto dallo stesso Mario Rossetti ed approvato dal primo consiglio di amministrazione presieduto da Barbara Marinali), Macquarie prenderà finalmente una posizione nell’assemblea dei soci per chiedere una discontinuità nella gestione aziendale?
Il caso eclatante delle Aree grigie commerciali
In tutto questo disastro, non dobbiamo dimenticare che Open Fiber ha preso impegni nei confronti di Infratel (e quindi del Governo) per cablare entro il 2026 la parte restante delle cosiddette Aree grigie commerciali.
Ebbene, a quanto ci risulta, al momento Open Fiber non ha fatto nulla. Si, avete letto bene, nulla.
Un grande problema per il Governo
Tutto questo risulta essere ormai un grosso problema per il Governo, che, oltre a perdere una larga parte dei soldi del PNRR e a fare una figuraccia con Bruxelles, rischia di dover reperire ulteriori risorse per supplire alle mancanze di Open Fiber nelle Aree grigie commerciali.
Chi deve intervenire intervenga, prima che sia troppo tardi
A questo punto ci si chiede se ci sia qualcuno che si decida finalmente a intervenire con la dovuta tempestività. O dobbiamo aspettare il 30 giugno 2023, per veder replicare il mancato raggiungimento della milestone come è già successo il 31 dicembre 2022? Vorremmo ricordare che già ben prima di quella scadenza mancata dicevamo che gli obiettivi che Mario Rossetti si era dato da solo per Open Fiber nelle Aree bianche e le Aree grigie sarebbero stati clamorosamente mancati.
Ora non c’è più tempo da perdere. Occorre discontinuità.