Via libera di Bruxelles ai fondi per 3,8 miliardi di euro per il piano Italia a 1 Giga. La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato, un regime da 3,8 miliardi di euro che l’Italia ha messo a disposizione attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza per la diffusione di reti gigabit ad alte prestazioni in zone del paese in cui non esistono attualmente né sono previste reti in grado di fornire una velocità di download di almeno 300 megabits al secondo (Mbps). La misura, si legge in una nota (vai al link del comunicato stampa), rientra in una strategia globale che l’Italia ha messo in atto per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del paese e contribuirà inoltre a conseguire gli obiettivi strategici dell’Ue relativi alla transizione digitale.
Vestager: ‘Regime da 3,8 miliardi dello Stato italiano per le reti’
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, ha dichiarato che “questo regime da 3,8 mld dello Stato italiano sosterrà lo sviluppo di reti ad alte prestazioni in zone che sono attualmente scarsamente servite in Italia. Esso consentirà ai consumatori e alle imprese di accedere a servizi Internet di alta qualità, contribuendo alla crescita economica del paese e garantendo nel contempo che la concorrenza non sia indebitamente falsata”.
A seguito della valutazione positiva del Pnrr da parte della Commissione e della sua adozione da parte del Consiglio, il regime sarà interamente finanziato dal dispositivo per la ripresa e la resilienza. Il Pnrr comprende importanti progetti di investimento nel settore delle comunicazioni elettroniche, tra cui la diffusione di reti fisse e mobili ad alte prestazioni. Il regime approvato oggi riguarda in particolare le reti fisse.
Il regime resterà in vigore fino al 30 giugno 2026 e il sostegno previsto assumerà la forma di sovvenzioni dirette. La misura finanzierà la diffusione di reti che permettono velocità di download di 1 gigabit al secondo (Gbps) e di 200 megabit al secondo (Mbps) in zone in cui non esistono attualmente né sono previste reti in grado di fornire velocità di download di almeno 300 Mbps.
Lo scopo del regime consiste nel garantire un’ampia disponibilità di reti ad alte prestazioni in grado di fornire agli utenti finali servizi di accesso a comunicazioni elettroniche di alta qualità affidabili e di soddisfare le loro esigenze attuali e future.
Le motivazioni
La Commissione ha concluso che “la misura è necessaria per ovviare ai fallimenti del mercato derivanti dal fatto che non esistono né sono previste reti a banda larga che soddisfino adeguatamente le esigenze degli utenti finali. L’esistenza di un fallimento del mercato è stata valutata attraverso la mappatura delle infrastrutture attualmente disponibili e di quelle previste e tramite una consultazione pubblica – si legge nella nota – La misura ha anche un effetto di incentivazione, in quanto facilita la diffusione e il funzionamento di reti fisse ad alte prestazioni in zone in cui gli operatori privati non sono disposti a investire a causa dei costi di installazione elevati che non sono controbilanciati da un livello adeguato di entrate previste. Infine, esistono salvaguardie sufficienti che eviteranno indebite distorsioni della concorrenza. In particolare, la misura garantisce il rispetto del principio della neutralità tecnologica, non favorendo alcuna tecnologia particolare rispetto alle altre. Inoltre, l’Italia individuerà i beneficiari mediante una procedura di gara aperta, trasparente e non discriminatoria e incoraggerà il riutilizzo delle infrastrutture esistenti. La misura favorisce la concorrenza garantendo l’accesso all’ingrosso alle reti sovvenzionate”.
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