Il convegno

Pnrr, Mef: “Raggiunti 232 obiettivi sugli oltre 600”. Il video dell’evento ANFoV

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E' quanto dichiarato da Luca Mattia del MEF al convegno “Lo stato di attuazione del PNRR, il quadro aggiornato delle risorse, ricadute per aziende e territorio”, promosso da ANFoV, con il patrocinio di ANCI, Uncem e del progetto European Digital Innovation Hub (EDIH4DT) e con il contributo di CSI, Eagle Projects, Iren Smart Solutions, Retelit e Tecno Lab Energy. Key4biz è stato media partner.

Pnrr. Lo stato di attuazione, il quadro delle risorse e le ricadute su aziende e territorio

Umberto De Julio

Siamo a metà del percorso di attuazione del Pnrr, con i 194,4 miliardi di euro di fondi a disposizione e con l’obiettivo di recuperare i ritardi accumulato negli anni. Un piano che rappresenta un segnale di fiducia dell’Europa nei nostri confronti”.  

Così Umberto De Julio, Presidente di ANFoV (Associazione nazionale per la convergenza nei servizi di comunicazione digitale), ha aperto il convegno dal titolo “Lo stato di attuazione del PNRR, il quadro aggiornato delle risorse, ricadute per aziende e territorio”, che si è tenuto presso lo Spazio Europa, gestito dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

Un evento promosso da ANFoV, con il patrocinio di ANCI, Uncem e del progetto European Digital Innovation Hub (EDIH4DT) e con il contributo di CSI, Eagle Projects, Iren Smart Solutions, Retelit e Tecno Lab Energy, centrato sulle politiche italiane per l’attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nei Comuni italiani.

Un impegno nei confronti del quale, come ha tenuto a precisare De Julio: “Siamo in linea con i lavori, i riformi e gli investimenti. I primi di maggio è stato pubblicato il rapporto della Corte dei conti sullo stato di attuazione del Pnrr, con un giudizio complessivamente positivo”.

Commissione Speciale PNRR

Nel primo intervento della mattinata, Giovanni Caudo, Presidente della Commissione Speciale PNRR del Comune di Roma, ha sottolineato che, nel suo lavoro, la Commissione “ha cercato in due anni circa di fare un’operazione di affiancamento a quello che veniva fatto dall’amministrazione cittadina”. In particolare, precisando che “il Pnrr del Comune di Roma è di fatto una storia di successo”.

Giovanni Caudo

Nel 2021 gli investimenti della città erano fermi a 227 milioni di euro, mentre a fine del 2022 siamo arrivati a 1,15 miliardi di euro. La sfida è capire come queste risorse riescono o meno a ridurre le disuguaglianze, aumentare l’inclusione e aumentare gli spazio di azione delle imprese. Bisogna capire come portare il lavoro nei quartieri più difficili e contrastare disagio sociale. Mentre i cantieri vanno avanti bisogna capire in che modo attivare risorse sociali per far sì che ogni scuola abbia il suo personale e così i poli civici. Il Pnrr di Roma sta sostenendo la crescita del territorio. Dobbiamo far capire che il Piano avrà ricadute rilevanti da un punto di vista sociale, economico e civile. Le criticità sono diverse: se la spesa corrente si riduce diventa difficile riempire gli spazi da riqualificare; poi c’è la mancata programmazione di fondi ordinari per finanziare progetti complementari in grado di mettere a rete gli interventi di carattere puntuale e rafforzare l’azione pubblica; ulteriori difficoltà si riscontrano nella gestione delle opere realizzate a causa dei limiti di bilancio imposti dal patto di stabilità; fino alla necessità di nuove assunzioni di personale scolastico e biblioteche per far lavorare i poli civici”, ha spiegato Caudo.

Riflessioni sul PNRR

Da sinistra Michele Pianetta e Nicola Pasquino

Nel Panel moderato da Paolo Anastasio, Giornalista di Key4Biz, dal titolo “Riflessioni sul PNRR”, è stata la volta delle amministrazioni comunali di grandi e piccole dimensioni e dell’Università.

Bisogna guardare alla dimensione micro dei comuni italiani. I grandi interventi hanno un’altra cartina di tornasole nei comuni nelle strutture sociali territoriali, dalle case della salute alle scuole, fino alla mobilità sostenibile. Si è sempre detto che i Comuni non sarebbero stati capaci di spendere, ma alla fine è accaduto il contrario, con le amministrazioni locali che hanno mandato avanti tutti i piani, a differenza di quelle centrali. Sul Pnrr è accaduto che i Comuni hanno mandato avanti i bandi, ma con difficoltà, in particolare di cassa, per sostenere i micro-investimenti. Queste situazioni si presentano in maniera diffusa. Spesso si fanno anticipare le spese e adesso attendono da un anno e più di ricevere le risorse, creando disagio anche alle imprese. Centrale ovviamente rimane il tema della formazione”, ha affermato Michele Pianetta, Vicepresidente, ANCI Piemonte con delega al digitale e membro della Commissione Innovazione ANCI Nazionale.

È necessario uscire dalla situazione scomoda della solitudine dei sindaci. Se noi dobbiamo spendere per realizzare opere e sfruttare investimenti abbiamo bisogno di un flusso di cassa sostenuto. Le criticità della piattaforma Regis non può minare l’efficienza dei Comuni. Dopo aver pagato le imprese un’amministrazione non può rimanere con il cerino in mano in attesa dell’arrivo delle risorse. I tagli di questi giorni, previsti dalla legge di bilancio, diventano un argomento di scontro politico e su cui bisogna intervenire, perché le amministrazioni territoriali hanno bisogno di fondi per innovare il Paese. Dobbiamo accompagnare i percorsi di ammodernamento tecnologico, senza contrapposizioni ideologiche che rallentano la transizione. Serve un percorso ministeriale sulle grandi infrastrutture di rete che accompagni il lavoro dei Comuni. Sul 5G ad esempio abbiamo dato subito semaforo verde”, ha dichiarato Marco Bussone, Presidente, UNCEM (Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani).

Il Pnrr a monte è una risorsa fondamentale per cambiare il Paese. Nel caso del 5G sembra quasi che lo Stato voglia imporre il male ai propri cittadini. L’opposizione politica si maschera spesso da preoccupazione per la salute del cittadino e l’ambiente. La rete in realtà serve a coprire le aree a fallimento di mercato, in cui le nuove infrastrutture non arriverebbero mai. Lo Stato qui è intervenuto con un finanziamento specifico, finalmente c’è stata l’assegnazione per le aree bianche, ma molte di queste hanno opposto resistenze di varia natura. Se il tema però è quello dei potenziali rischi allora bisogna chiarire che a livello scientifico sui campi elettromagnetici in generale e in particolare il 5G il fenomeno è studiato da 40 anni e si stanno raccogliendo dati, con risultati che al momento tranquillizzano. Non si può dare una risposta assoluta, ma le evidenze ci consentono di avere un approccio di tranquillità e di fiducia a questa tecnologia”, ha detto Nicola Pasquino, Professore di misure elettriche ed elettroniche, Università di Napoli Federico II.

Le istituzioni

Donatella Proto

Nel primo dei tre interventi istituzionali, Donatella Proto, Direttore, Unità di Missione PNRR, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato: “Il quadro normativo delle telecomunicazioni dal 2002-2003 ha appoggiato la transizione tecnologica. Il Codice delle comunicazioni elettroniche è stato disapplicato nel tempo. L’art 93 del vecchio prevedeva che per la posa delle infrastrutture di rete non si potessero richiedere agli operatori tributi diversi se non quelli previsti per l’occupazione del suolo pubblico. Sono state necessarie cinque interpretazioni legislative per evitare che continuassero ad essere chiesti tributi di ogni tipo agli operatori. C’è quindi un problema culturale e politico di mancato affiancamento da parte delle istituzioni centrali al lavoro dei comuni più piccoli. Abbiamo bisogno di creare un ecosistema teso all’innovazione in cui tutti i soggetti operativi siano in grado di lavorare assieme. La piattaforma Regis ci consente di avere disponibilità di dati che è fondamentale nelle scelte da compiere in termini di programmazione e obiettivi da raggiungere. Il Pnrr ha fatto lavorare amministrazioni lontane tra loro in maniera coordinata, grazie ad un metodo efficace”.

Paolo Aielli

Il Pnrr ha aiutato le PA a ristrutturarsi e migliorarsi, un aspetto fondamentale. Abbiamo una grande quantità di risorse a disposizione che ci ha costretti a rivedere molte cose in questo Paese, soprattutto a livello locale. A Roma è stato creato il Dipartimento per il Pnrr. Il 50% delle risorse, su circa 15 miliardi di euro, è dedicato a progetti di sostenibilità, quasi un miliardo di euro per l’inclusione, 336 milioni di euro per la cultura e 200 milioni di euro per l’innovazione. Attualmente, Roma è soggetto attuatore di 280 interventi per un valore di 1,2 miliardi, a cui si affiancano altri 235 interventi da 1,9 miliardi di euro. Siamo la prima amministrazione che realizzerà una rete completa 5G WiFi6. Se vogliamo parlare di smart city ci deve essere una rete adeguata al flusso di dati generati dai sensori e gli altri dispositivi elettronici connessi diffusi sul territorio cittadino, comprese le comunicazioni di emergenza e protezione pubblica. In vista del Giubileo ci siamo posti il problema di dotare la città di una tecnologia di rete avanzata”, ha affermato Paolo Aielli, Direttore Generale, Comune di Roma.

Luca Mattia

Secondo Luca Mattia, Dirigente Ufficio II, Ispettorato Generale per il PNRR, Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Siamo in una fase di attuazione del Pnrr che ha visto l’Italia prima in Europa ad aver centrato tutti gli step concordati con Bruxelles. Un Piano di riforma strutturale dell’intero Paese che necessitava di rivisitazioni strategiche, aggiungendo ad esempio la nuova missione del REPower, per investire sulla transizione energetica e la diversificazione delle fonti. Un percorso centrato che ci ha portato come Paese a mettere a terra un metodo efficace. Un cambio di paradigma che ha portato dei risultati concreti. È centrale la pianificazione degli obiettivi. Nei primi due anni cci siamo impegnati a fare le riforme, come la Giustizia, la PA, la concorrenza e il codice degli appalti, centrando gli obiettivi. Ora siamo alla fase di attuazione. Da qui al giugno 2026 ci sono milestone e target che abbiamo concordato con la Commissione europea. Abbiamo 618 obiettivi con l’ultima revisione del Piano, di cui ne abbiamo centrati 232. Questo ci ha permesso di incassare 102 miliardi di euro e in questi giorni stiamo negoziando la chiusura della quinta rendicontazione, che ci consentirà di ricevere la relativa tranche. Il sistema Regis inoltre ci consente di avere una visione generale complessiva sull’avanzamento del Pnrr”.

Panel dei sindaci

Argomenti chiave per comprendere la centralità del Pnrr, che sono stati poi declinati sui territori con il “Panel dei sindaci”, sempre moderato da Anastasio.

Tra i problemi principali c’è la mancanza nei comuni piccoli e periferici di tecnici a disposizione per gli interventi, ma anche dei funzionari per la rendicontazione, senza contare i problemi di disponibilità finanziaria, senza la quale non c’è modo di procedere”, ha spiegato dalla provincia di Enna Salvatore La Spina, Sindaco del Comune di Centuripe.

“Ci sono dei Comuni come il nostro che hanno bisogno di aiuto e assistenza da parte del Dipartimento. Un percorso non semplice, che i cittadini spesso non accettano, per questo c’è bisogno di un accompagnamento. Per portare avanti i nostri progetti le risorse sono state fondamentali e l’obiettivo finale è non sperperare questi fondi per migliorare le infrastrutture”, ha ribadito Matteo Monti, Sindaco, Comune di Cernobbio sul Lago di Como.

Il Pnrr è una grande opportunità che ci ha permesso di avere accesso a 8 milioni di euro di fondi, che ci consentono di avviare la transizione digitale, pur con molta resistenza interna all’amministrazione pubblica per problemi culturali. Abbiamo poi interventi nell’edilizia scolastica e gli asili nido, nel rispetto delle scadenze. Senza indirizzi precisi da parte della PA centrale, forse abbiamo perso l’occasione di portare sui nostri territori delle infrastrutture strategiche”, ha detto dalla provincia di Roma Vincenzo Marcorelli, Sindaco di Rignano Flaminio.

I comuni più piccoli hanno anche problemi di personale, abbiamo pochi dipendenti e molti di questi preferiscono spesso andare a lavorare in strutture pubbliche più grandi. A questo si affianca il problema della formazione. Spesso mancano i dati, le informazioni fondamentali, senza trovare gli interlocutori giusti. Una struttura organizzativa è sempre in evoluzione e nelle piccole amministrazioni comporta problemi gestionali e l’accesso alle informazioni è difficile perché non si trova spesso un responsabile. La stessa struttura di supporto che ci ha contattati non sapeva a chi rivolgersi. Grazie al punto unico di contatto siamo riusciti a lavorare in maniera più efficiente”, ha detto Gloria Di Rini, Segretaria Generale del Comune di Guidonia Montecelio alle porte di Roma.

Il ruolo della comunicazione e dell’informazione

Eliana Longi

Per le istituzioni centrali ha parlato Eliana Longi, IX Commissione Trasporti, Poste e TLC, Camera dei Deputati, secondo cui: “Una buona comunicazione in questa fase di avanzamento è centrale per il raggiungimento degli obiettivi della transizione digitale. Rete idrica, rete stradale e rete digitale sono i primi tre target che la popolazione ritiene strategici per una qualità della vita accettabile, sia per i centri più grandi, sia per le comunità montane. Molti cittadini sono soddisfatti dei servizi già attivati e la maggioranza ritiene molto importante la rete 5G. Una minoranza invece vede in questa tecnologia un qualcosa di negativo e nocivo. Si tratta di situazioni critiche che bloccano le amministrazioni, soprattutto in periodi di campagna elettorale. La giusta comunicazione ci permette di evitare questo tipo di situazioni, anche con l’aiuto delle università e del mondo della ricerca. I dati rivelano che l’implementazione di una torre è pari ad una gravidanza, ci si mette 9 mesi. Un mese e mezzo è necessario alla sua costruzione, mentre gli altri mesi si perdono per le pratiche burocratiche, questo è un esempio di fallimento amministrativo. Si tratta di lungaggini strumentali da parte degli amministratori, che per paura cercano di rimandare il problema lasciandolo di fatto a chi viene dopo di loro. Determinati obiettivi come il 5G sono strategici e vanno di pari passo alla digitalizzazione della PA italiana”.

Panel aziende

Da sinistra Pietro Pacini, Roberto Conte, Paolo Antonini, Laura Capodicasa

Nel “Panel aziende”, moderato da Luigi Garofalo, Direttore di Key4Biz, si è data voce anche alle imprese che poi mettono a terra il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Ci sono comuni che non hanno personale tecnico e amministrativo e che non possono interpretare un bando che nel giro di poche settimane si chiude. La tecnologia consente di democratizzare la capacità di prendere i dati e metterli a disposizione di chi li dovrà poi lavorare. L’intelligenza artificiale ad esempio può dare una grande mano in questi termini, ma anche il digital twin, che ci consente di creare un modello digitale che poi portiamo in piattaforma alla definizione del centimetro. In questo modo consentiamo alla filiera di restringere il campo di analisi e di sopperire alla mancanza di personale”, ha spiegato Paolo Antonini, Direttore Commerciale, Eagle Projects.

Bisogna concentrarci su obiettivi concreti. È questo quanto ci aspetta nell’immediato e quanto ci chiede il nostro tempo. Serve un’accelerazione per far arrivare i fondi e la capacità di intercettare l’opportunità di fare un salto a livello di sistema di Paese. La grande crescita del settore ICT nei prossimi anni è legata allo sfruttamento dei fondi del Pnrr. Il vero salto avverrà nei Comuni più piccoli, bisognerà concentrarsi qui. La parte di cybersecurity è fondamentale. Parlando del cloud, non ce n’è uno valido per tutti i settori e le applicazioni, quindi bisogna lavorare su una piattaforma che ti consente di scegliere la soluzione più giusta a seconda delle esigenze. Sono molti i problemi irrisolti: dopo il primo anno che succede? Il cloud è una spesa corrente e il Pnrr ti finanzia solo il primo anno. Come si fa dopo? Non meno problematico è il limite che pone la mancanza di competenze del personale amministrativo. Bisogna investire sulle persone per arrivare a meta”, ha sottolineato Laura Capodicasa, Direttore Public Sector, Retelit.

Ci sono luci e ombre. Abbiamo grandi opportunità grazie al Pnrr per trasformare digitalmente i territori, tra cui l’avviamento di infrastrutture cloud. Poi ci sono gli obiettivi. Il piccolo comune piemontese non è uguale ad altre amministrazioni, migrare un server comporta delle attenzioni particolari. Stiamo mettendo in campo risorse ingenti di cui poi non riusciamo a misurarne l’efficacia in futuro. C’è quindi il tema dell’asseverazione degli obiettivi. Oggi se un Comune ha preso un voucher per avviare un’attività tende a scarica tutto sulle imprese, che poi vedranno recuperate le spese dopo anni. Molte aziende pagano diversi milioni di interessi sul fatturato complessivo. L’asseverazione deve essere velocissima. Il Pnrr è partito tre anni fa e sappiamo oggi quanto l’AI impatta sulla crescita di diversi settori di un Paese. Solo una parte residuale è indirizzata su questo, che invece avrà conseguenze molto profonde”, ha detto Pietro Pacini, Direttore Generale CSI Piemonte e Presidente Assinter Italia.

Bisogna riflettere sul rapporto tra i finanziamenti e il partenariato pubblico privato, perché la nostra azienda fonda la propria attività sulla finanza di progetto. Mette i soldi all’inizio per poi rientrare sul lungo periodo. In fondo, il Pnrr è uno strumento tattico con cui ci viene chiesto di cambiare la strategia. Sappiamo che tra attivazione e rendicontazione passa troppo tempo. Possiamo però fare molte cose. Cerchiamo di riflettere su cosa è tattico e strategico, su come mettere assieme le risorse e la strategia di lungo periodo. Abbiamo poco tempo per lavorare e credo che lo sforzo che le aziende e la PA devono fare assieme è cercare di capire come mettere assieme questo strumento con la spesa che si dovrà gestire nel tempo. È difficile fare programmazione di lungo periodo. È fondamentale intervenire aiutando i comuni ad utilizzare al meglio i finanziamenti. Può essere utile per avviare le comunità energetiche rinovabili dei piccoli comuni, che così possono diventare competitivi e rilanciare i territori. Il mondo delle multiutility deve cercare di prendere il meglio di quello che abbiamo a disposizione e cercare di mettere assieme opportunità contingenti con programmazioni di lungo periodo”, ha infine suggerito Roberto Conte, Amministratore Delegato, Iren Smart Solutions.

Conclusioni

Lucio Lussi

Le conclusioni del convegno sono state affidate a Lucio Lussi, Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Il Pnrr è ormai al centro del dibattito pubblico e politico. Comunicare lo stato di attuazione del Piano è fondamentale per coinvolgere i cittadini nel percorso di cambiamento che stiamo attraversando. Secondo le ultime rilevazioni statistiche, fino all’anno passato, il 63% dei cittadini ha sentito parlare di Pnrr, ma solo il 37% lo conosce in maniera approfondita. Nel 2023 il dato è peggiorato, perché sette italiano su dieci si dicono scarsamente informati sul tema. La sfida da affrontare è proprio comunicare lo stato di avanzamento dei lavori in corso in tutto il ciclo di vita del Piano, raccontando quello che concretamente si sta facendo. Ci sono 5 progetti che è possibile seguire sulla piattaforma Pnrr di OpenPolis, per informarsi e aggiornarsi su quanto si sta facendo. Entro il 2026 si dovrà chiudere questo Pnrr, è quindi fondamentale comprendere come si sta intervenendo in settori strategici. C’è il potenziamento dell’alta velocità ferroviaria tra Catania e Palermo, che è al 50%, con un impatto concreto sui tempi di percorrenza, che passeranno da tre a due ore, e sul numero di treni, che passeranno a dieci in circolazione. In Lombardia si sta lavorando sulla telemedicina e lo stato di avanzamento è oltre il 50%. L’impatto qui è forte, perché permette ai cittadini, soprattutto anziani e fragili, di curarsi a casa. Poi c’è la scuola connessa, progetto che intende completare la digitalizzazione degli istituti con fibra ottica, che rientra nel Digital Compass europeo per la copertura in 5G delle scuole entro il 2030, ma in Italia forse ci riusciremo con quattro anni di anticipo. C’è poi la gigafactory per la produzione di batterie per veicoli elettrici a Termoli in Molise, con nuove assunzioni, fino a 2000 persone. Altro progetto è infine dedicato all’inclusione e alla rigenerazione urbana della città di Catanzaro, per avvicinare periferie e centro cittadino, riducendo l’emarginazione sociale e il degrado”.

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