Per centrare l’obiettivo di portare la connettività in fibra ottica in tutto il Paese entro il 2026 è necessario fare i conti con la scarsità di manodopera che potrebbe emergere per la contemporanea realizzazione delle diverse opere infrastrutturali previste dal Piano europeo di ripresa e resilienza (Pnrr).
Lo ha detto Francesco Nonno, direttore regolamentazione di Open Fiber, nel corso di un convegno dedicato al settore telecomunicazioni. “Per arrivare agli obiettivi prefissati e cioè di vedere il Paese cablato in fibra ottica entro il 2026 bisogna fare i conti con la scarsità di manodopera”, ha detto Nonno.
“E’ necessario coordinare gli interventi, perché il Pnrr darà vita a numerosi cantieri e opere infrastrutturali, quindi la manodopera sarà contesa tra le diverse aziende non solo del settore delle telecomunicazioni”, ha aggiunto.
Coordinare gli interventi in fibra ottica
E’ per questo che “serve un coordinamento anche politico per cercare di spingere sia sulla formazione, sia sulla razionalizzare gli interventi”, ha aggiunto.
“Dal punto di vista del sistema ci sono numerosi investimenti in arrivo e tutti gli attori coinvolti nel percorso di infrastrutturazione digitale del Paese convengono sulla necessità di realizzare reti in fibra ottica. Se questa è la direzione tutte gli interventi sul sistema devono essere coordinati per andare in questa direzione” sottolinea il manager.
Voucher, Nonno (Open Fiber): ‘Rivedere l’ipotesi di finanziare il rame’
“Oggi ci sono due elementi che devono essere introdotti o rivisti. Bisogna introdurre una politica di migrazione dal rame alla fibra, è necessario che Agcom prenda un ruolo guida in tal senso. Da rivedere invece l’ipotesi di voucher per le famiglie proposta negli scorsi giorni da Infratel, che contiene elementi positivi, ma che prevede di continuare a finanziare la migrazione su infrastrutture Fttc (fibra/rame ndr). A mio avviso non si può continuare ad investire su infrastrutture del passato e che fra qualche anno saranno spente” conclude.
Un tema, quello dei voucher per finanziare il rame, già sollevato sempre da Open Fiber due anni fa su Key4biz. “Basta rame, i voucher vadano soltanto alla vera fibra”, aveva detto a suo tempo in un’intervista a Simone Bonannini, direttore marketing e commerciale dell’operatore wholesale only. Passa il tempo, ma restano sempre alcuni problemi che rischiano di rallentare l’avvento dell’ultrabroadband nel nostro paese.
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Bandi Italia a 1 Giga
Open Fiber è in corsa per i bandi per la cablatura delle cosiddette aree grigie nell’ambito del piano Italia a 1 Giga finanziato con i 3,7 miliardi di euro di fondi del Pnrr. L’assegnazione delle gare, cui concorre anche Tim, è prevista per giugno.
Piano industriale da 11 miliardi
Il nuovo piano industriale di Open Fiber “prevede 11 miliardi di investimenti, si tratta del piano infrastrutturale più grande d’Italia e uno dei più grandi in Europa: in questo momento siamo concentrati sulle aree bianche nelle quali c’è ancora molto da fare”, ha detto Nonno.
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“Stiamo continuando ad investire sulle aree nere nelle quali abbiamo raggiunto 8 milioni di unità immobiliari connesse in Ftth e con circa il 70% di market share restiamo l’attore principale del Paese. Stiamo partendo anche sulle aree grigie – prosegue – sia con investimento privato che con la partecipazione alle gare pubbliche alle quali, come è noto, hanno partecipato solo Open Fiber e Tim attendiamo l’esito per fine mese o per giugno. Per gli anni a venire, continueremo a sviluppare le partnership commerciali in senso verticale” ha detto ancora Nonno ricordando che Open Fiber è “un operatore wholesale only, abbiamo partnership con gli operatori retail. Recentemente anche Tim ha dichiarato di voler sposare in futuro questo modello con una separazione, generando un operatore wholesale only a livello di rete”.
Accordo strategico con Aspi
“Noi oggi abbiamo oltre 300 partner commerciali e con questi stiamo cercando di sviluppare i servizi nel Paese, ma stiamo anche cercando di mettere a disposizione la nostra infrastruttura per servizi evoluti, e quindi cerchiamo di sviluppare partnership con soggetti che non sviluppino soltanto offerta al dettaglio di servizi di comunicazione elettronica, ma sviluppino servizi innovativi. In questo senso recentemente abbiamo sottoscritto con Aspi un Mou finalizzato alle smart roads e alle smart city. Questo è il percorso, grande sviluppo di infrastrutture e cominciare a investire nello sviluppo di servizi che utilizzano queste reti” conclude.
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