Gli obiettivi fissati dal PNRR in materia di digitale sono a rischio. I tempi sono stretti. L’incertezza politica non aiuta. Ma di certo la Ue non farà sconti al nostro paese sulle risorse del Recovery Plan dopo la caduta del “garante” dell’Italia Mario Draghi. Bisogna fare presto per non perdere i fondi europei e nei prossimi mesi i diversi progetti saranno sotto la lente di controlli serrati di Bruxelles per verificare lo stato di avanzamento. Lo sa bene la Corte dei Conti, che non nasconde l’urgenza di fare presto nel suo primo rapporto sulle “Infrastrutture digitali”, intervento finanziato nell’ambito del PNRR con 900 milioni di euro, per il consolidamento e la razionalizzazione dei siti e delle infrastrutture digitali del Paese.
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Cosa prevede il progetto PSN
Il progetto – spiega la Corte dei Conti in una nota – prevede la creazione di un “Polo strategico nazionale” (PSN), quale infrastruttura ad alta affidabilità, articolata in quattro data center ad elevato standard qualitativo sul versante della sicurezza (anche sul fronte sismico, idrogeologico e terroristico), della capacità elaborativa, dell’interoperabilità europea e dell’efficienza energetica.
I centri, distribuiti in due Regioni italiane, ospiteranno i dati e i servizi strategici delle pubbliche amministrazioni centrali, locali e delle strutture sanitarie, per la successiva migrazione delle informazioni e degli applicativi informatici di ogni singola PA verso un ambiente cloud. L’obiettivo prevede la migrazione dei dati di almeno 100 amministrazioni per settembre 2024 e un target finale di 280 entro giugno 2026.
Cronoprogramma secondo semestre 2022 impegnativo
“Dall’analisi svolta – ha osservato la Corte – è emerso che il programma, con l’aggiudicazione del relativo bando, ha rispettato finora le scadenze previste, mentre il cronoprogramma del secondo semestre 2022 si rivela particolarmente impegnativo solo ove si consideri che, dopo la stipula del contratto, rimarranno soltanto 3 mesi per il definitivo collaudo dell’infrastruttura“.
Realizzazione e gestione del PSN ancora in corso di affidamento
La realizzazione e la gestione del PSN sono in corso di affidamento all’operatore economico costituito dal raggruppamento Sogei, Leonardo, C.D.P Equity e Tim (che, in qualità di soggetto promotore ha esercitato il diritto di prelazione previsto dalla procedura di partenariato pubblico privato, garantendo le medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario) in luogo dei precedenti aggiudicatari della gara – al 23 giugno 2022 – Aruba e Fastweb.
Ricorso di Fastweb
A rallentare l’iter del PSN ci sarà anche la guerra legale appena innescata dall’operatore controllato da Swisscom, che pochi giorni fa ha depositato un ricorso dopo l’aggiudicazione del progetto di digitalizzazione, finanziato col Pnrr, al gruppo ex monopolista. Che, a sua volta, si è rivolto al tribunale. Insomma, un bel problema.
La preoccupazione della Corte dei Conti
“Tale stringente cronoprogramma – si legge nel rapporto – si rivela particolarmente impegnativo solo ove si consideri che, dopo la stipula del contratto, residueranno unicamente 3 mesi per il definitivo collaudo dell’infrastruttura PSN. La piena realizzazione dell’intero progetto è posta entro il mese di giugno 2026 quando, in coerenza con quanto previsto dal target M1C1-26, dovranno essere migrate verso il PSN almeno 280 amministrazioni. Si ritiene, inoltre, di dover sottolineare l’importanza (in tutte le fasi, dalla gestione al monitoraggio e al controllo) di un puntuale cronoprogramma che fornisca una stringente e dettagliata descrizione degli step procedurali necessari al pieno conseguimento dell’investimento, indicando le attività già concluse, quelle in atto e quelle previste a breve, con i rispettivi periodi di riferimento ed i soggetti coinvolti, in modo tale da avere un quadro chiaro ed attendibile dell’effettivo stato di avanzamento al fine di consentire un adeguato monitoraggio dello stato di avanzamento e del raggiungimento del target nelle tempistiche prestabilite”.
Per la Corte dei Conti urgente assumere nuove risorse al DTD per accompagnare la migrazione dei dati
“Appare urgente, quindi, la tempestiva e definitiva implementazione degli organici del DTD (Dipartimento Transizione Digitale), in quanto soggetto evidentemente “centrale” non solo con riferimento alla misura de qua, bensì all’intero piano di transizione digitale di cui al PNRR. A tal fine il Dipartimento sta provvedendo all’assunzione di 35 unità di personale di cui al c.d. concorso “Brunetta” e sta perfezionando il reclutamento di circa 200 esperti esterni da dedicare all’attività di supporto alle PAL”, si legge ancora nel documento.
“Obiettivo dell’infrastruttura Polo Strategico Nazionale è ospitare i dati ed i servizi critici e strategici di tutte le amministrazioni centrali (circa 200), delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle principali amministrazioni locali (Regioni, città metropolitane, Comuni con più di 250 mila abitanti). Le Pubbliche Amministrazioni interessate sono le Amministrazioni pubbliche centrali (PAC) che rappresentano la quota maggiore della spesa per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), quelle che usano data center obsoleti e Aziende Sanitarie Locali, situate nel Centro e Sud Italia, prive di infrastrutture adeguate a garantire la sicurezza dei dati. Entro il 2026 almeno 280 PA centrali dovranno essere migrate al cloud”, si legge ancora nel report.