L’Italia sta tentando di convincere Bruxelles ad allungare i termini della stringente tabella di marcia fissata dal Pnrr. Tempi troppo serrati, che rischiano di mandare all’aria in fondi europei. E’ quanto emerge dall’assemblea dell’Anci, in corso a Bergamo, dove il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti ha annunciato un accordo con l’associazione dei comuni per sostenerli nell’attuazione dei progetti che riguardano la digitalizzazione finanziati con i fondi europei.
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“Vogliamo garantire la migliore assistenza possibile agli enti territoriali che stanno sostenendo gli sforzi sulla digitalizzazione, fornendo loro un supporto efficace e specializzato nell’attuazione dei progetti previsti dal Pnrr. Per questo stiamo per stipulare un accordo di collaborazione tra il Dipartimento per la trasformazione digitale e l’Anci”, ha detto Butti nel suo intervento odierno.
“Garantiamo un supporto tecnico-operativo e costante a tutti i Comuni, rendiamo semplice e consapevole la digitalizzazione dei processi in ogni fase: dal finanziamento fino alla realizzazione, passando per le modalità e i contenuti per l’ingaggio dei fornitori. Noi vorremmo che tutti i Comuni, anche i più piccoli, si dotassero delle competenze necessarie per affrontare una rivoluzione” ha aggiunto Butti.
“Abbiamo davanti un percorso che durerà 4 anni, il Pnrr è una maratona, non solo uno sprint”, ha detto.
“L’accordo che stiamo per siglare con l’Anci sarà lo strumento per approfondire le questioni relative all’attuazione, alla conclusione dei progetti e alla verifica dei risultati”.
“L’interlocuzione di Anci con le strutture del Dipartimento che coordino è proficua e costante: ora valuteremo insieme quanto sta funzionando e quanto invece richiede un intervento: due Comuni su dieci, per esempio, non hanno nominato un responsabile per la Transizione Digitale, figura essenziale per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Confidiamo nel lavoro degli enti territoriali anche per ovviare al ritardo ereditato nel cablaggio del Paese e nell’implementazione della Banda Ultra Larga“.
Musumeci: ‘Scadenza opere va spostata di almeno di due anni, dal 2026 al 2028’
Sempre dal palco dellassemblea dell’Anci ha parlato un altro esponente di spicco del Governo, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci. “Ma come si fa in quattro anni a realizzare un’opera pubblica, a meno che si parli di interventi non complessi ma leggeri, in una nazione come l’Italia dove i processi autorizzativi impongono spesso attese di otto o dieci anni? E dunque, come si fa a restare puntuali con la scadenza del 2026 imposta dal Pnrr? Noi proponiamo di spostare la scadenza almeno al 2028”, ha detto Musumeci.
“Soprattutto in una economia di guerra, con l’aumento dei costi dei materiali destinati alle opere pubbliche complesse, è chiaro che due anni in più sarebbero assolutamente necessari – spiega Musumeci – C’è un dialogo aperto con l’Unione Europea e speriamo che la nostra istanza possa essere accolta; altrimenti, rischiamo di perdere questa straordinaria opportunità, soprattutto per le regioni che sono rimaste più indietro sul piano infrastrutturale come il Mezzogiorno d’Italia. Bisogna snellire, non è solo un problema di risorse, ma di procedure e di tempi”, conclude il ministro.
Progetti ancora indietro
Tanto più che, secondo gli esperti, la finalizzazione dei progetti, soprattutto nei Comuni, non sembra concretizzarsi per ora.
C’è poi un altro tema strategico importante, che andrà affrontato in tempi brevi, vale a dire quello dei controlli sui progetti.
Come si faranno i controlli?
Chi se ne occuperà?
Come si verificherà l’efficacia del finanziamento erogato?
Secondo alcune voci, il rischio è che i fondi europei finiscano in un tunnel.
Un rischio che riguarda fra le altre cose uno dei tanti progetti strategici del Pnrr, vale a dire il trasferimento in Cloud dei comuni. Per quelli di piccole dimensioni è certamente auspicabile una qualche forma di consorzio o di aggregazione per facilitare un passaggio altrimenti alquanto difficile, per mancanza di figure professionali in grado di gestire le cose.
La partita della digitalizzazione degli enti locali è alquanto complicata, tanto più che a quanto pare fra le cose più complesse che vengono fatte c’è la scannerizzazione dei documenti cartacei. Se così fosse, come si può pensare ad un passaggio al Cloud?