Presentazione sobria e simpatica, questa mattina al Collegio Romano, di una iniziativa assolutamente innovativa, dotata di un budget notevole, che interviene per la prima volta in Italia a favore del tessuto di decine di migliaia di “micro” e “piccole” imprese del sistema culturale e creativo italiano: 155 milioni di euro, provenienti dal “Recovery Plan”, con la Sottosegretaria leghista alla Cultura, Lucia Borgonzoni, che ha illustrato in dettaglio quel che aveva annunciato mesi fa. E che noi, tra i pochi in Italia, avevamo segnalato, enfatizzando il carattere originale (per l’Italia) di questo annuncio: vedi “Key4biz” del 29 settembre 2021, “Il MiC annuncia 155 milioni di euro per le industrie culturali: 125 per la transizione “digitale” e 30 per la transizione “verde”.
“Quando sono arrivati i soldi del Pnrr, non potevamo aspettare, dobbiamo sostenere le imprese culturali e creative colpite dalla crisi pandemica e tutelare la loro fondamentale capacità di inventare”, ha spiegato la Senatrice, soddisfatta della tempistica attuativa che il Ministero è riuscito a mettere in atto.
Lucia Borgonzoni: “l’Italia è cultura, deve investire nelle sue imprese creative”
“Il settore culturale e creativo è tra i più colpiti dalla crisi legata alla pandemia. Servivano risposte urgenti. Per questo abbiamo giocato d’anticipo sul cronoprogramma che fissava i termini a dicembre 2023. Per la creatività italiana, un supporto concreto per la ripartenza… Questo è anche un grande strumento per spiegare al Governo quanto siano fondamentali le imprese culturali nel nostro Paese e a livello europeo, in particolar modo anche quell’artigianato artistico che ha la capacità di attrarre tutto il mondo. Abbiamo fatto un’importante lavoro di mappatura delle imprese creative e culturali che ci sono nel nostro Paese: ci è voluto più di un anno, non avevamo i dati delle presenze, ci serviranno per richiedere fondi per interventi mirati… Verranno investiti 155 milioni di euro. L’Italia è cultura, e deve investire nelle sue imprese creative”, ha spiegato la Sottosegretaria.
L’intervento pubblico verrà indirizzato ad un ampio spettro di soggetti: è stato rimarcato il carattere aperto, e potranno partecipare “tutte le organizzazioni profit e non profit che operano nel settore culturale e creativo”.
Dai musei ai teatri alle imprese che dell’artigianato creativo, della moda, della musica, della fotografia o del settore spettacolo dal vivo… Insomma, cultura e creatività a 360 gradi. Sono stati individuati 9 settori, al quale è stato aggiunto un decimo, definito giustappunto “interdisciplinare”…
La tempistica è stata accelerata, rispetto ad una previsione di cronoprogramma che avrebbe potuto consentire l’avvio dei progetti dal dicembre del 2023, ma “aspettare un altro anno e mezzo – ha spiegato la Senatrice – avrebbe voluto dire veder chiudere molte delle aziende che durante il Covid sono state fortemente colpite. Non possiamo perderle per strada… Abbiamo quindi iniziato a lavorare da subito, per dare un aiuto tempestivo a queste realtà, molto spesso piccole se non piccolissime. A causa di un periodo difficile, rischiavamo di vederne scomparire molte e di perdere maestranze e competenze che rappresentano la nostra ricchezza, un patrimonio storico e artistico che il mondo ci invidia”.
Privilegiare le piccole e micro imprese del settore culturale e creativo
Saranno queste piccole e micro imprese le protagoniste di un ampio programma di sostegno pubblico che ha come obiettivo principale favorire la loro transizione digitale e ridurre il loro impatto ecologico. “Digitale” e “green” sono, quindi, i due ambiti in cui si muoveranno i bandi.
Il Direttore Generale Creatività Contemporanea Onofrio Cutaia ha illustrato in dettaglio il quadro generale nel quale verranno presto pubblicati i bandi: “questo intervento è volto a far sì che i nostri operatori diventino più bravi nel realizzare progetti in questi due campi”, confermando che i due ambiti di intervento coinvolti saranno il “green” ed il “digital”, in particolare il “capacity building” per fornire un’adeguata formazione e aiutare le piccole imprese nella transizione.
I 155 milioni saranno ripartiti in 3 aree principali, ovvero “digital” e “green” e “capacity building”:
- 115 milioni di euro saranno dedicati al sostegno di organismi culturali che operano nel digitale, siano esse azioni nuove o da implementare; si prevedono 1.470 beneficiari;
- 20 milioni di euro andranno, invece, a quelle imprese che si impegneranno in progetti “green” legati all’ambiente;
- 20 milioni di euro saranno riservati per la “capacity building” (la trasmissione delle loro competenze ad altri organismi), di cui 10 nell’area “digital” ed altrettanti 10 per quella “green”.
Destinatari dell’investimento, nello specifico, sono gli operatori che operano nei settori musica, audiovisivo e radio (film/cinema, televisione, videogiochi, software e multimedia), moda, architettura e design, arti visive (inclusa la fotografia), spettacolo dal vivo e festival, patrimonio culturale materiale e immateriale (inclusi biblioteche, archivi e musei), artigianato artistico, editoria, libri e letteratura, e area interdisciplinare (trasversale ai settori culturali e creativi).
“Il mondo ci invidia la nostra capacità di essere creativi, di saper inventare e saper raccontare… Ora il primo passo per far conoscere la qualità del lavoro delle imprese italiane nel mondo è stato fatto”, ha concluso, con comprensibile entusiasmo, la Sottosegretaria delegata (che pure – abbiamo notato – non ha mai citato il Ministro Dario Franceschini).
Il Direttore Generale dell’Unità di Missione Pnrr Angelantonio Orlando ha sostenuto che “il Pnrr del MiC sarà realizzato tramite un ampio programma di misure che coinvolgono tutti gli asset culturali chiave, ed è finalizzato a migliorare la capacità attrattiva, l’accessibilità e la sicurezza dell’immenso patrimonio culturale. Tra queste, gli interventi per la digitalizzazione del patrimonio culturale, la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali e per l’efficientamento di musei, cinema e teatri, ma anche gli interventi per i piccoli centri, le aree rurali, compresi parchi e giardini storici, e quelli che abbiamo presentato oggi”.
Il Direttore Generale Creatività Contemporanea Onofrio Cutaia ha spiegato che “l’investimento ‘Capacity building’ per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde, a cui la nostra Direzione Generale sovrintende, vuole sostenere la ripresa e l’innovazione dei settori culturali e creativi e ne rappresenta un primo e strutturale intervento. I bandi coinvolgeranno l’intero comparto culturale e creativo. Inoltre, ci consentiranno di avviare un primo importante censimento delle realtà che operano in quest’ambito”.
Al punto 4.1.4 del documento su cui si basa l’intervento, si legge che la Direzione Generale Creatività Contemporanea provvederà a “promuovere un’indagine sul settore culturale e creativo anche attraverso l’ascolto degli stakeholders con forum dedicati e la somministrazione di una scheda informativa on line, utile anche alla mappatura del tessuto imprenditoriale italiano”. Eccellente iniziativa: era ora!, viene da commentare. “L’obiettivo principale che s’intende perseguire è massimizzare il valore conoscitivo di tutti gli ambiti d’intervento col fine di organizzare e programmare l’offerta complessiva a favore della filiera. La determinazione della domanda e dell’offerta di competenze digitali costituisce un elemento di qualificazione dell’investimento”.
Su questa tesi del Dg Onofrio Cutaia, non possiamo che apprezzare l’intenzione, ma, al tempo stesso, rimarcare anzi denunciare (ri-denunciare, per l’ennesima volta, anche su queste colonne), l’enorme deficit di conoscenza che caratterizza il sistema culturale italiano (e quindi anche il “decision maker” ministeriale), e l’enorme ritardo con cui emerge questa autocoscienza… “Nessun ministero ha dati sulle imprese culturali e creative… e non li hanno nemmeno molte Regioni”, ha riconosciuto Cutaia.
Noi lo abbiamo denunciato decine di volte, su queste colonne, e questa amara constatazione è alla base della genesi stessa di questa rubrica “ilprincipenudo”, curata da IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale per “Key4biz”: si rimanda all’edizione n° 1 della rubrica, intitolata “L’economia della cultura e l’incertezza dei suoi numeri”. Pubblicata su “Key4biz” del 4 luglio 2014. A distanza di quasi otto anni da allora, la situazione non è granché migliorata. Incredibile, ma vero.
Cosa si intende per “imprese culturali e creative” e per “settore culturale e creativo”?
Cosa si intende per “imprese e culturali e creative”, nell’economia di questa iniziativa del Ministero della Cultura?
In Italia – ha sostenuto Cutaia – non c’è una precisa definizione di “impresa culturale” e di “impresa creativa”, e “ci muoviamo in un mare aperto”… Su questi temi, rimandiamo anche a quanto abbiamo proposto su queste colonne, rimarcando come le industrie culturali e creative italiane siano ancora costrette in una sorta di “limbo normativo”: vedi “Key4biz” del 3 dicembre 2021, “In arrivo il Fondo per il Settore Creativo: 20 milioni per il 2021 e 20 milioni per il 2022”. Anche su questo annunciato Fondo, torneremo presto: qui ci limitiamo a segnalare che il decreto interministeriale 19 novembre 2021, che disciplina le modalità di intervento del “Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative”, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 27 del 2 febbraio 2022 (clicca qui, per un approfondimento sul sito web del Ministero dello Sviluppo Economico – Mise), e si ricorda che il soggetto gestore è stato identificato in Invitalia… L’apertura dei termini, le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione debbono essere ancora definite. L’annunciato Fondo (che poneva peraltro vincoli notevoli – a parer nostro – rispetto ai famigerati “codici Ateco” che non rappresentano certo la strumentazione adatta per sostenere le imprese culturali e creative), insomma, ad oggi non è ancora operativo.
Ma cosa prevedono – definitoriamente – le “linee di indirizzo” presentate oggi?!
Secondo quel che si legge nelle “linee di indirizzo”, facendo riferimento alle normative europee, sono “imprese culturali e creative”: “le imprese o i soggetti che svolgono attività stabile e continuativa, che hanno quale oggetto sociale, in via esclusiva o prevalente, l’ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione del patrimonio culturale e artistico e di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell’ingegno inerenti le arti figurative, le arti applicate, l’artigianato artistico, la musica, lo spettacolo dal vivo, la cinematografia, l’audiovisivo, gli archivi, le biblioteche, i musei, la letteratura, l’editoria, l’architettura, il design, la moda, nonché i processi di innovazione ad essi collegati”.
Per “settori culturali e creativi”, si intende: “tutti i settori le cui attività si basano su valori culturali ed espressioni artistiche e altre espressioni creative individuali o collettive, siano esse orientate al mercato o non orientate al mercato , inclusi architettura, archivi, biblioteche e musei, artigianato artistico, audiovisivo (inclusi film, televisione, videogiochi e multimedia), patrimonio culturale tangibile e immateriale, design (incluso il design della moda), festival, musica, letteratura, arti dello spettacolo (compresi teatro e danza), libri ed editoria, radio e arti visive (come definiti da Europa creativa)”.
Cosa si intende per “piccole” e “micro” imprese, ovvero i soggetti destinatari (potenziali beneficiari) dei bandi in gestazione?!
“Micro-impresa”: un fatturato inferiore a 2 milioni di euro, e meno di 10 occupati.
“Media impresa”: un fatturato inferiore a 10 milioni di euro, e meno di 50 occupati.
Una parte dei bandi in gestazione non saranno aperti a “start-up”, è stato precisato, perché uno dei pre-requisiti è che i soggetti beneficiari siano stati costituiti entro il 31 dicembre 2020 (questo vincolo è previsto per le “Azioni” A2 e B2 (vedi infra).
La ripartizione delle risorse dei bandi imminenti: 155 milioni di euro
Volendo entrare più in dettaglio, questa la ripartizione delle risorse:
a livello macro:
- Azioni della “Linea A”: 125 milioni di euro
per “sostenere l’uso della tecnologia digitale lungo tutta la catena del valore”
- Azioni della “Linea B”: 30 milioni di euro
per “promuovere l’approccio verde lungo tutta la filiera culturale e creativa, incoraggiando un approccio sostenibile sotto il profilo ambientale”
più precisamente:
Azioni della “Linea A” (125 milioni di euro in totale)
Sostenere l’uso della tecnologia digitale lungo tutta la catena del valore
di cui:
- “A1”: Migliorare ecosistema incoraggiando cooperazione tra operatori e organizzazioni culturali:
10 milioni / 40 azioni
- “A2”: Sostenere la produzione attraverso innovazione digitale con contributi finanziari
115 milioni / 1.470 beneficiari (contributo massimo riconoscibile: 75.000 euro)
Azioni della “Linea B” (30 milioni di euro in totale)
Promuovere l’approccio verde lungo tutta la filiera culturale e creativa, incoraggiando un approccio sostenibile sotto il profilo ambientale
di cui:
- “B1”: Riduzione impatto ecologico di eventi:
10 milioni / 40 azioni
- “B2”: Promuovere innovazione e progettazione ecocompatibile:
20 milioni / 260 beneficiari (contributo massimo riconoscibile: 75.000 euro)
Destinatari delle azioni “A2” e “B2” (dotate rispettivamente di un budget di 115 e 20 milioni di euro) saranno specificamente “micro” e “piccole” imprese, organizzazioni culturali e creative “profit” e “no profit” e soggetti del Terzo Settore, costituiti entro il 31 dicembre 2020 ed operanti sull’intero territorio nazionale, nei 10 settori d’intervento previsti. Le agevolazioni sono concesse esclusivamente sotto forma di contributo a fondo perduto e nella misura massima dell’80 % della spesa del progetto ammissibile, ai sensi e nei limiti del Regolamento “de minimis” per gli aiuti di Stato. Il contributo massimo riconoscibile sarà di 75.000 euro. Il limite massimo di spesa per ciascun progetto è pari a 100.000 euro. I progetti dovranno concludersi entro 18 mesi dalla sottoscrizione del provvedimento di ammissione, e non oltre giugno 2026. La procedura è di tipo valutativo con graduatoria, fino ad esaurimento delle risorse.
Va anche ricordato che nell’attuazione del “Pnrr”, il Governo deve tenere in considerazione tra le priorità trasversali:
- rispetto e promozione della parità di genere;
- protezione e valorizzazione dei giovani;
- superamento dei divari territoriali, criterio che prevede che almeno il 40 % delle risorse allocabili territorialmente sia destinato alle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna).
Da segnalare che sia la Sottosegretaria sia il Direttore Generale si sono vantati della grande capacità di ascolto che il Ministero ha dimostrato: “abbiamo incontrato centinaia di imprese ed operatori del settore, in oltre una decina di appuntamenti”, a partire dal primo, tenutosi a Milano il 29 settembre 2021, aperto agli operatori del settore “Musica” (e di cui abbiamo dato ampio conto su queste colonne).
Questo è stato il calendario degli “incontri con gli stakeholder” delle “Icc”: 29 settembre 2021, “Musica”; 18 marzo 2022, “Patrimonio culturale e spettacolo”; 5 aprile 2022, “Design, architettura e artigianato artistico”; 7 aprile 2022, “Arti visive, editoria e fotografia”; 13 aprile 2022, “Audiovisivo e videogiochi”; 28 aprile 2022, “Moda”; 29 aprile 2022, “Patrimonio culturale materiale e immateriale”…
Peccato che, a parte il primo incontro, non sia stata data pubblica notizia dei successivi appuntamenti. Non è nemmeno noto l’elenco di tutti soggetti auditi ovvero partecipanti. Va anche osservato, in argomento, che – incomprensibilmente – il Ministero non ha ritenuto di assicurare molta pubblicità a queste iniziative: e si ha quindi ragione di temere che molti degli “stakeholder” non siano stati purtroppo ascoltati (anche perché forse nemmeno informati degli incontri promossi dal Ministero)… Perché non pubblicare online la videoregistrazione di questi incontri, e metterli a disposizione della comunità culturale tutta?!
Conclusivamente, non resta che attendere la pubblicazione dei bandi: il Dg Cutaia ha annunciato che il primo avviso pubblico verrà pubblicato “tra qualche settimana”.
Riteniamo che la gestazione di questi avvisi pubblici dovrà essere molto accurata e puntuale, soprattutto per garantire – come è stato annunciato – le chance di massimo accesso e di massima partecipazione a tutti i potenziali beneficiari. Si garantirà “la massima area di libertà”, ha sostenuto Cutaia: il Ministero attende proposte stimolanti (verrebbe da commentare: “creative”!) dai partecipanti, e non imporrà “format” vincolanti di sorta… Una buona notizia, se foriera di un effettivo approccio elastico e dinamico, finalmente deburocratizzato (anche in nome della mitica “digitalizzazione”).
L’iniziativa presentata questa mattina è senza dubbio commendevole, e non resta che augurarsi che le dinamiche amministrative correlate si dimostrino all’altezza della sfida da affrontare, anche a livello di tecnicalità procedurale, meritocrazia, valutazione della qualità progettuale, trasparenza.
Clicca qui, per il documento “Linee di indirizzo per le iniziative di sistema della Missione 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Componente 3 – Turismo e cultura 4.0. Misura 3 – Industrie culturali e creative” (decreto n. 91 del 5 maggio 2022), presentate dalla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, dal Direttore Generale Onofrio Cutaia, dal Direttore Generale dell’Unità di Missione Pnrr Angelantonio Orlando, Ministero della Cultura, Collegio Romano, Roma, 6 maggio 2022.
Clicca qui, per la sintesi delle “linee di indirizzo” per l’attuazione del sostegno del “Pnrr” alle imprese culturali e creative (“Investimento 3.3 – Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”), presentate presso il Ministero della Cultura, Roma, 6 maggio 2022.
Imprese culturali e creative: il sostegno del Pnrr
I 10 settori previsti dai bandi Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura
(1) Musica
(2) Audiovisivo e radio (inclusi: film/cinema, televisione, videogiochi, software e multimedia)
(3) Moda
(4) Architettura e Design
(5) Arti visive (inclusa fotografia)
(6) Spettacolo dal vivo e Festival
(7) Patrimonio culturale materiale e immateriale (inclusi: archivi, biblioteche e musei)
(8) Artigianato artistico
(9) Editoria, libri e letteratura
(10) Area interdisciplinare