PROTAGONISTA
Rupert Murdoch, settantenne di ferro, è nato nel 1931 a Melbourne, in Australia.
Chi lo conosce lo definisce un charming man, dotato del tipico aplomb britannico, acquisito all’università di Oxford.
Una volta conseguita la laurea, si è dedicato al giornalismo, iniziando a lavorare presso il quotidiano londinese Daily Express.
Fa ritorno in Australia a 21 anni, per entrare in possesso dell’eredità del padre, Sir Keith Murdoch, di antico ceppo scozzese presbiteriano, un piccolo giornale di provincia, The Adelaide News, che diventa in breve tempo uno dei più letti in Australia.
La permanenza in Australia è però breve, giusto il tempo di raccogliere una somma che gli permetta di incominciare a investire all’estero.
La sua penetrazione in Gran Bretagna inizia nel 1969, con l’acquisto del quotidiano Gutter Press, The Sun e del domenicale News of the World, il successo è di grande portata.
Già alla fine degli anni Settanta entrambi vendono attorno a 4 milioni di copie. L’ascesa continua inesorabile; estende il suo campo d’azione, passando dai Media e dall’Editoria al cinema; in quegli stessi anni, infatti, acquisisce a Hollywood la Casa Cinematografica 20th Century Fox, oltre al Network Fox TV.
I due giornali, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, hanno garantito anche un appoggio all’ascesa di Margaret Tacher.
Dal 1985 Murdoch è diventato cittadino americano.
Oggi, di salute fragile, non viaggia più molto come un tempo. Pare che passi gran parte delle sue giornate nell’immenso appartamento a Soho, Manhattan, a guardare partite di baseball, cricket e rugby sulle sue televisioni, e ruminando odio contro i suoi tre maggiori nemici: Ted Turner, ex presidente di AOL-Time Warner, Disney e Seagram.
Murdoch è uno dei finanzieri più importanti del mondo, ha messo in piedi un gruppo che comprende ogni aspetto delle comunicazioni e dell’entertainment.
La News Corporation Ltd, valutata da Forbes in 40 miliardi di dollari, controlla, tra l’altro, il più grosso gruppo editoriale, di libri e multimedia al mondo, Harper Collins, la 20th Century Fox, la Fox News Network, tv entertainment e notizie che va in tutto il mondo in molte lingue, tra cui l’arabo.
Tra i giornali, oltre Times, Sun, News of the World e Sunday Time in Gran Bretagna, possiede anche il secondo giornale newyorkese, il New York Post. Murdoch, per dimostrare la sua lealtà verso la nuova patria si è comprato anche la prima squadra di baseball di Los Angeles, la Dodgers.
In questi ultimi anni la sua espansione ha cominciato a farsi largo anche in internet con la LineOne Service e altri portali.
Negli anni Novanta i suoi interessi hanno cominciato a espandersi nello spazio, con BSkyB, tv satellitare, e dallo spazio verso l’Asia con l’acquisto di Star Television, tv satellitare con programmi in inglese e nelle principali lingue indiane.
Murdoch ha avviato un piano di investimenti anche in Cina con Star, via Hong Kong, per penetrare il mercato della tv satellitare.
Alla Star TV di Hong Kong ha anche incontrato una executive anglo-cinese, Wendy Deng, che è diventata la sua terza moglie.
Tre anni fa, al momento del suo terzo matrimonio con la giovane Wendi, 34 anni, per rassicurare la sua ex moglie Anna, da cui ha avuto Lachlan, Elisabeth e James, ha nominato Lachlan, Chief Operating Officer dell’impero.
Adesso però sembra che gli sviluppi recenti degli affari di famiglia rimescolino le carte della successione.
La News Corporation attualmente comprende il quotidiano The New York Post, il network televisivo Fox, la casa di produzione cinematografica 20th Century Fox, la casa editrice HarperCollins e il quotidiano britannico The Times, e gareggia con Aol, Time Warner, Microsoft, Sony e Viacom per conquistare l’audience mondiale più vasta.
Per conquistare l’indiscussa superiorità, tuttavia, Murdoch deve ancora assestare due colpi.
Primo, conquistare il mercato satellitare americano tramite la fusione con Direct Tv, un ambizioso progetto ancora in attesa di un verdetto.
Sempre che Hughes Electronics, proprietario di DirectTv, trovi un effettivo accordo con News Corp, è dopo l’intervento della Federal Communications Commision, (FCC), convinta che tale fusione possa conferire a Murdoch un potere pressoché dittatoriale sul flusso di informazioni negli Usa.
Attraverso DirectTV, il tycoon australiano potrebbe costituire una rete satellitare globale che ricoprirebbe Asia, Europa, Nord e Sud America.
Nell’ottobre scorso Murdoch aveva avanzato un¿offerta per rilevare Direct Tv, ma il gruppo preferì accettare la successiva proposta di EchoStar.
Questo costrinse Murdoch a rinviare il piano di 45 miliardi di dollari per fondere Direct Tv con la sua Pay TV, per creare Sky Global Networks, una piattaforma a distribuzione mondiale.
Dopo il rifiuto dell’Antitrust a Echostar, si sono creati i presupposti perché Murdoch avanzi un¿altra offerta, magari ad un prezzo ridotto, a General Motors.
Intanto è diventato decisivo il secondo obiettivo: rinvigorire Star Tv e, nonostante dal 1993 abbia perso un milione di dollari, potrebbe diventare il più imponente e redditizio avamposto di News Corp.
Proprio la questione asiatica sta diventando per James Murdoch, un banco di prova importante per dimostrare le sue capacità e incrinare il vantaggio del delfino Lachlan.
James, il figlio minore di Rupert, che aveva lasciato Harvard prima di terminare gli studi ha raccolto l’invito di papà.
Attualmente Star Tv offre a 53 paesi asiatici 30 canali in 7 lingue.
In questo panorama, uno dei problemi più scottanti, causa della perdita di denaro, è la Cina, che da sola costituisce un bacino di 900 milioni di utenti. Per trasformare le buone parole in concreto appoggio, indispensabile in un paese dove il governo controlla i permessi delle trasmissioni via satellite e gli accessi internet, era tuttavia necessario che scendesse in campo il giovane James.
La sua predisposizione alle nuove tecnologie, la giovane età che lo accomuna agli imprenditori di Hong Kong e il cognome che porta lo rendono adatto a promuovere gli interessi del padre in Cina e scalfire le resistenze e le diffidenze internazionali.
Trasferito a Hong Kong come presidente di Star Tv, James è stato immediatamente investito dei pieni poteri che gli hanno permesso di lanciare la versione hindi di ¿Chi vuol essere miliardario¿, acquistare la seconda cable Tv indiana e stringere una partnership con la GigaMedia di Taiwan, con un investimento, da 240 milioni di dollari.
E¿ inevitabile che il giovane Murdoch abbia a che fare con colei che la stampa a suo tempo definì “l’arma segreta” di suo padre, ovvero la matrigna Wendi, ex vice presidente di Star a Hong Kong ed elemento chiave nei rapporti di News Corp. con la Cina per le sue doti manageriali, la dimestichezza col mandarino e l’approfondita conoscenza della mentalità del paese.
Lachlan e James a parte, il clan Murdoch comprende, in linea diretta, almeno altre due donne: Elisabeth, 32 anni e tre figli, sorella di Lachlan e James, che fino a qualche anno fa aveva amministrato con successo la compagnia satellitare britannica BSkyB e forse ne riprenderà le redini; e Prudence MacLeod, 42 anni, nata dal primo matrimonio di Murdoch, moglie di Alasdair MacLeod, general manager di Times Newspaper, che reclama un ruolo nella News Corp. per sé e, in futuro, per i figli.
A complicare, o completare, il quadro è giunta infine la notizia dell’arrivo del suo quinto figlio dall’ultima moglie Wendi, nelle vene di questo bambino di Murdoch scorre sangue cinese.
A 71 anni il re della comunicazione ha trovato il modo di tradurre nella vita privata le sue aspirazioni di sempre: solo un figlio “globale” poteva compiacere un imprenditore dalle ambizioni planetarie.
Intanto la BSKyB, il bouquet satellitare controllato al 36% dalla News Corporation e per il resto quotato alla Borsa di Londra, ha superato per quest¿anno le proprie aspettative, registrando un numero record di abbonati.
Il gruppo continua a dar prova di essere leader sul mercato della pay Tv britannica.
l’amministratore delegato del gruppo, Tony Ball, ha confermato che quest¿anno si è avuta la più alta crescita di abbonati in nove anni e il più basso tasso di migrazione dal lancio della Tv digitale e costi di acquisizione dei clienti in netto calo.
Dopo il fallimento di ITV Digital il bouquet ha visto crescere il numero dei propri abbonati ad un ritmo superiore ai propri obiettivi.
Con i suoi 6.32 milioni di clienti, BSKyB è ben piazzata per raggiungere l’obiettivo dei 7 milioni di abbonati per la fine del 2003.
La Tv via satellite ha concluso il primo trimestre d’esercizio con un utile di 43 milioni.
Per quanto riguarda i risultati della News Corp per il primo trimestre dell’esercizio 2002-2003, anche questi alimentano una netta ripresa del gruppo.
La News Corp mostra in effetti un trend positivo con un rialzo del 95% del fatturato in aumento del 12%.
Il gruppo di Murdoch ha guadagnato 162 milioni di dollari per l’esercizio in analisi, contro i soli 73 milioni dello scorso anno.
La ripresa è stata molto netta per le attività del settore televisivo del gruppo, prevedendo un fatturato in progresso del 29% a 1.024 miliardi.
Ancora migliori i risultati del settore cavo con un risultato operativo quasi quadruplicato, a 118 milioni contro i 32 dello scorso anno, per delle entrate in rialzo del 27% a 554 milioni.
Una buona performance resa grazie all’aumento dell’audience, del numero dei sottoscrittori per i canali cablati e dal rialzo degli investimenti del settore pubblicitario.
La News Corp ha inoltre amplificato questa ripresa, tagliando i costi di programmazione e i profitti.
Murdoch si è assicurato una buona posizione anche in Italia, con l’acquisto della Pay TV Telepiù, controllata di Vivendi Universal.
Adesso Murdoch è l’unico operatore di Tv satellitare in un mercato in cui non esiste la tv via cavo.
La transazione si è chiusa per una somma che corrisponde all’entreprise value della società, fissato in 920 milioni di euro.
In particolare la News Corporation verserà 470 milioni di euro cash e si assumerà 450 milioni di debito.
Telecom Italia pagherà 31,84 milioni e parteciperà all’azionariato con una quota del 19,9% della nuova società, che si chiamerà Sky Italia.
Questo consentirà a TI di diventare automaticamente socia della nuova Pay TV che nascerà dalla fusione di Tele+ con Stream, l’altra Tv satellitare italiana, condivisa dall’operatore italiano di telefonia e da News Corp.
Rupert Murdoch a parte saper gestire al meglio i suoi affari, è anche un uomo fortunato.
Agli inizi degli anni Novanta, periodo di recessione, sembrava che il suo immenso impero stesse crollando sotto il peso dell’eccessiva esposizione debitoria.
Le maggiori banche d’affari internazionali, sue creditrici, fidando nell’uomo, gli hanno praticamente abbonato tutti i debiti.
Murdoch è uomo pragmatico e ha un motto personale diventato ormai famoso: “Possiamo cambiare il mondo? No, cavolo! Ma perlomeno noi tutti possiamo provarci.”