Mondo
PCM
Acronimo di Pulse Code Modulation. Tecnologia basata sugli studi di Reeves (1938). Suddivide il segnale analogico in piccoli intervalli di 125 µsec (corrispondenti a 8.000 campionamenti in un secondo) e converte ciascun frammento in 8 bit da inviare sulla linea telefonica. Ogni frammento può quindi assumere 256 valori diversi. A partire dagli anni sessanta, ciò ha reso possibile trasmettere la voce a una velocità di 2 milioni di bit al secondo e di moltiplicare per 32 il numero dei canali da far viaggiare su una singola linea. La codifica PCM fu adottata per la prima volta all¿inizio degli anni sessanta, a New York, a seguito del divieto posto dal sindaco della città alla compagnia di tlc di scavare per la posa di ulteriori cavi.
Negli anni ottanta, con la fibra ottica si sono raggiunte velocità di trasmissione sempre più elevate, fino a raggiungere gli attuali 600 milioni di bit al secondo (corrispondenti a 9.000 conversazioni contemporanee).
RETE D¿ACCESSO
Segmento della rete di telecomunicazioni che collega fisicamente i nodi periferici (dove sono alloggiate le centrali locali) ai singoli utenti (sia residenziali sia affari), per tratte che possono andare dalle centinaia di metri a oltre 4 km (in Italia la lunghezza media è di 1,5 km, anche meno in ambito metropolitano). Spesso si usa identificare questo segmento di rete come ¿ultimo miglio¿, proprio per sottolineare che si tratta della parte terminale della rete che collega gli utenti.
SET TOP BOX
Dispositivo che svolge funzioni diverse, tra cui quella di ricevere i flussi numerici compositi e renderli disponibili per l¿ utilizzo ai vari dispositivi finali di visualizzazione. Normalmente installato in casa dell¿utente finale, un tipico esempio è il decoder per la tv satellitare.
STREAMING
Modalità specifica di organizzare e trasferire le informazioni video e audio con lo scopo di consentire al terminale ricevente la riproduzione delle informazioni mano a mano che esse sono ricevute, anziché attenderne la completa ricezione. In tal modo si rende possibile un abbattimento dei ritardi di riproduzione e, quindi, una migliore interazione fra le parti.
UMTS
Universal Mobile Telecommunications System. Promosso dall”ITU, è il sistema per le trasmissioni dati della terza generazione (3G), basato sullo standard GSM. L”UMTS si prefigge di raggiungere la velocità di 2 Mbit/s per Pda e telefoni mobili, anche via satellite. Uno degli obiettivi principali offerti da questo sistema è permettere la comunicazione con un nodo Internet in mobilità, in qualsiasi parte del mondo. Il comodo utilizzo dell”UMTS nonostante gli spostamenti dell”utente (roaming nazionale o internazionale) per la comunicazioni in rete da PC o cellulare, prende il nome di VHE (Virtual Home Environment, che potremmo tradurre con ¿ambiente di casa virtuale¿). Il termine VHE riassume il concetto di comodo utilizzo dei dispositivi legati all”IT come se stessimo comunicando da casa. Con l¿UMTS sarà possibile garantire connessioni efficienti a Internet, e in generale, la trasmissione multimediale anche su telefonia mobile. Tramite la rete di ripetitori e satelliti, l”UMTS permette connessioni non solo a commutazione di circuito (come avviene attualmente per i cellulari) ma anche a commutazione di pacchetto.
x-DSL
Digital Subscriber Line: insieme di tecniche trasmissive che consentono di fornire servizi a larga banda in area d¿utente utilizzando, come mezzi trasmissivi, i doppini in rame già installati. Racchiude le seguenti categorie:
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ADSL: Asymmetrical DSL. Tecnica che prevede una diversa velocità di trasferimento dei dati, a seconda che si tratti di trasmissione o di ricezione: da 16 a 64 kbit/s in upstream (invio dati) e da 1,5 a 8 Mbit/s in downstream (ricezione dati). La tecnologia ADSL acquista rapida popolarità intorno al 1998, quando Telecom Italia annuncia il drastico ridimensionamento del cosiddetto ¿Piano Socrate¿, che prevedeva il cablaggio in fibra ottica del territorio nazionale. In sostituzione, in molte delle zone non ancora raggiunte dalla cablatura verrà utilizzata, appunto, la tecnologia ADSL. Permette non solo di navigare sulla Rete ma anche la trasmissione video (MPEG1) oltre i 10 km di distanza (mentre il segnale ISDN degrada oltre i 6 km) perché con questa tecnologia si eliminano elettronicamente i problemi tipici del doppino, quali eco e rumori di linea (diafonia).
Tale tecnologia viene utilizzata nel cosiddetto “ultimo miglio” poiché opera non tra le centraline telefoniche ma tra centralina e chiamante. Viene realizzata rimovendo i filtri passa basso presenti nelle centraline telefoniche. Tali filtri, infatti, sono stati concepiti essenzialmente per la comunicazione telefonica vocale e quindi ammettono un intervallo di frequenze significative (banda base) comprese tra i 300 Hz (toni bassi) e 3500 Hz (toni alti). Le centrali devono essere attrezzate di un concentratore multiplexer denominato DSLAM (Digital Subscriber Line Access Multiplexer) che pone su una singola linea le diverse linee in entrata. -
SDSL: Single-line DSL: singolo doppino di rame, con distanza inferiore ai 10 km.
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HDSL: High-data-rate DSL: come ADSL ma con distanza inferiore ai 10 km.
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R-ADSL:Rate adaptive DSL: velocità di invio e ricezione adattabile alle richieste del cliente.
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VDSL: Very high bit rate DSL: evoluzione dei sistemi asimmetrici ADSL verso capacità fino a 50 Mbit/s verso l¿utente e dell¿ordine di alcuni Mbit/s verso la rete, per doppini di lunghezza massima dell¿ordine di alcune centinaia di metri.
WDM
Acronimo di Wavelenght Division Multiplexing. Tecnica riguardante la fibra ottica, basata sull¿utilizzo dei laser in parallelo. Ciascun laser emette nella fibra una luce di un determinato colore, moltiplicando così la capacità trasmissiva. All¿arrivo, rilevatori di singoli colori convertono i diversi fasci luminosi in flussi distinti di segnali elettrici.