2014 – Italia
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La piccola e pacifica comunità musulmana che risiede a Venezia si trova all’improvviso sfrattata dalla sua moschea: Zara una parrucchiera islamica sensuale, carismatica ed emancipata decide infatti di trasformare il posto in un salone di bellezza unisex. Per evitare che la situazione precipiti, Bepi (un aristocratico veneziano decaduto, disadattato di classe e timido con le donne, convertito all’Islam), il ‘presidente’ della comunità Karim – capace di unire la “diplomazia” italiana a quella mediorientale -, la musulmana progressista Fatima e l’immigrato curdo Ala convocano a Venezia Saladino, un giovane e inesperto Imam afghano. Sono convinti infatti che questo ragazzo puro, ingenuo e innocente, che parla un italiano tutto suo imparato in un ospedale italiano a Kabul, riuscirà a restituire alla comunità il proprio luogo di culto. I goffi tentativi di trovare un punto d’incontro tra i musulmani e Zara falliscono comicamente, tra equivoci, incertezze e beghe di vario tipo. Alla fine, però, i nostri eroi riusciranno a trovare una soluzione in modo del tutto inatteso.
Il film, ambientato nella splendida cornice della città lagunare – fotografata attraversi squarci inediti e ricchi di suggestioni –, ne evidenzia il ruolo storicamente determinante di crocevia tra Oriente e Occidente. Una location ideale per questa storia dei nostri giorni all’insegna dello scambio culturale e dell’integrazione.
Faribor Kamkari di origine curda, ma nato in Iran, ha raggiunto la notorietà con il suo film I fiori di Kirkuk (presentato in concorso nel 2010 al Festival Internazionale del Film di Roma).
Partendo dalle proprie esperienze personali e sempre attento a proporre una riflessione sui problemi derivanti dal cambiamento culturale e geografico di provenienza così come dalle nuove situazioni che richiedono equilibrio e adattamento, racconta una storia su come sia possibile arrivare in forma pacifica e condivisa a un positivo incontro tra ragioni e ideologie diverse. L’evolversi della vicenda è quanto mai attuale nel contesto sociologico, politico e culturale dell’Italia e di tutta l’Europa occidentale.
Nelle sue dichiarazioni, il regista ha tenuto a precisare che il copione non è basato su facili stereotipi, ma che si arricchisce di quello humor derivante dal confronto di due mentalità contrapposte. Il riferimento principale è stata la commedia italiana anni Cinquanta e Sessanta, che aveva la capacità di portare sul grande schermo argomenti di notevole importanza trattandoli tuttavia con semplicità e ironia, senza mai dimenticare il rispetto dei valori di ognuno.
Da sottolineare la splendida e suggestiva colonna sonora che si avvale delle musiche composte ed eseguite dell’Orchestra di Piazza Vittorio, diciotto musicisti provenienti da dieci paesi che parlano nove lingue diverse. La maggior parte dei brani sono opera di Ziad Trabelsi, compositore e cantante tunisino da sempre attento alle contaminazioni musicali, mentre la canzone Quando mi baci, scritta ed eseguita insieme a Ginevra Di Marco, non fa che confermare l’aspirazione cosmopolita del film.
Regia: Fariborz Kamkari
Cast: Giuseppe Battiston (Bepi), Maud Buquet (Zara), Mehdi Meskar (Saladino), Hassani Shapi (Karim), Giovanni Martorana (Ala), Esther Elisha (Fatima).
Soggetto: Fariborz Kamkari
Sceneggiatura: Antonio Leotti, Fariborz Kamkari
Fotografia: Gogò Bianchi
Musiche: L’Orchestra di Piazza Vittorio
Montaggio: Mirco Garrone
Scenografia: Susanna Codognato
Costumi: Francesca Leondeff
Durata: 92′
Genere: Commedia
Data di uscita in sala: 28 maggio 2015